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Renato Franco per "Il Corriere della Sera"
Checco Zalone (ora secondo) cede il martello a Thor. Duello tra titani. In scia, invece, spunta a sorpresa la commedia di Paolo Ruffini Fuga di cervelli che debutta al cinema al terzo posto come incassi con 1.891.199 euro e, soprattutto, con la migliore media per sala (5.546 euro contro i 5.417 del film Disney, fumetto Marvel).
Chiedere a Paolo Ruffini se se l'aspettava è una domanda superflua. Pure se è felice. La spiegazione del successo invece non è banale: «La piccola rivoluzione è che tutto il cast è molto social - spiega il comico che ogni settimana conduce Colorado su Italia 1, quasi 2 milioni e mezzo di spettatori, 10% di share -. Siamo molto attivi su Twitter e Facebook. Siamo riusciti a intercettare il pubblico sfuggente e sfuggevole dei ragazzi. Ho la soddisfazione di aver fatto qualcosa che può rimanere, che può essere generazionale. Ma forse sono concetti che non ho la cultura per esprimere...». L'autoironia è sempre un buon modo per fare strada (del resto è auto...).
La fuga di cervelli è quella di una «compagnia di irresistibili idioti, cinque fulgidi dementi» (parole loro) che si imboscano a Oxford sulle tracce di una ragazza italiana (Olga Kent) cui un loro amico imbranato (Luca Peracino) non è riuscito a dichiararsi. Ad accompagnarlo l'amico cieco (Ruffini); Lebowsky (Guglielmo Scilla), venditore di granite e di marjuana ad uso terapeutico (non le granite); Franco (Frank Matano), leader intellettuale del gruppo e gay non dichiarato; e Alonso (Andrea Pisani), costretto su una sedia a rotelle e malato compulsivo di sesso. Un romanzo di formazione moltiplicato per cinque.
Ruffini va in tv e ha quasi 800 mila Mi piace su Facebook. Guglielmo Scilla è un fenomeno su YouTube con il nome di Willwoosh (73 milioni di visualizzazioni). Frank Matano supera 1 milione e 700 mila amici su Facebook e 80 milioni di visite su YouTube. Andrea Pisani e Luca Peracino sono i PanPers, da cinque anni ospiti fissi di Colorado, oltre 400 mila fan sul web.
Un gruppo nato non a caso, una strategia commerciale studiata a tavolino, non per niente il film è uscito in 400 copie. Non poche. «Per me lavorare con loro è stata un'opportunità artistica - spiega ancora Ruffini -. Ho 35 anni e il linguaggio dei 20enni sfugge anche a me. In questo loro sono stati molto importanti. Era figo fare un film sui giovani fatto dai giovani».
L'io narrante toscano (Ruffini è livornese) e i compagni di merende fanno molto Amici miei, ma il tema rischia di essere sviluppato alla Moccia. Vero o falso? «Amici miei è un punto di riferimento. Mi prostro. L'ho messo tra i film che ho visto insieme agli altri ragazzi del cast. Abbiamo anche guardato tanto South Park , la cui scorrettezza mi piace tantissimo. E i fratelli Marx. Lebowsky, altro omaggio, è quasi muto, non parla mai, come Harpo Marx. Contro Moccia non ho nulla, ma mi pregio di essere più vicino ai ragazzi di quanto possa esserlo lui, che ne ha una visione un po' romanzata».
Che film è ridotto nei 140 caratteri di Twitter? «Un film che parla di ragazzi inadeguati con tanta leggerezza e tanta comicità . Come hashtag metterei ottimismo, w la fuga, solo cose belle». Che fanno solo 112 caratteri. Twittato.
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