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CHI HA FATTO IRRUZIONE A SAMARATE NELLA VILLA DI ALESSANDRO MAJA,L’ARCHITETTO CHE HA UCCISO MOGLIE E FIGLIA? VANDALI, MITOMANI O QUALCUNO CHE CERCAVA DOCUMENTI COLLEGATI AL MISTERIOSO PASSATO DELL’ASSASSINO? NELLA CASA C’ERANO OGGETTI DI VALORE E CONTANTI MA NON RISULTA CHE NULLA SIA STATO RUBATO - IL PROCURATORE: “DOVREMO CAPIRE SE SONO STATI DEI BALORDI O E’ UNA RAGAZZATA MACABRA, NON SEMBRA SI TRATTI DI LADRI”

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Andrea Camurani per corriere.it

 

villa alessandro maja

La porta spalancata e forzata, i sigilli rimossi, almeno due stanze a soqquadro: blitz di ignoti nella villetta a due piani di Samarate, in provincia di Varese, dove una settimana fa l’architetto-imprenditore Alessandro Maja ha ucciso la moglie 56enne Stefania Pivetta, la figlia Giulia, di 16 anni, e ha ferito gravemente, sempre utilizzando cacciavite e martello contro volto e testa, il primogenito 23enne Nicolò. I carabinieri parlano di «segni di spostamento» all’interno dell’abitazione.

 

Difficile stabilire cosa sia stato portato via. Lo potrebbero ovviamente dire soltanto Maja e Nicolò, il primo ricoverato in Psichiatria e il secondo sempre in prognosi riservata dopo l’intervento per rimuovere frammenti di ossa nel cranio. «C’erano orologi di valore, oggetti di un certo pregio, sicuramente anche contanti, ma non risulta che nulla sia stato rubato», ha spiegato il suocero di Alessandro Maja.

 

L’allarme dei vicini di casa

ALESSANDRO MAJA

Mercoledì mattina, quando una vicina di casa appena uscita per andare al lavoro ha lanciato uno sguardo al cancello in metallo, che era chiuso, e poi all’ingresso dell’abitazione, qualche metro oltre la recinzione, con la porta in legno trovata aperta, ha notato l’anomalia. Ma chi erano? Vandali? Mitomani?

 

 

Oppure forse bisogna cambiare radicalmente scenario, perché gli inquirenti non escludono che gli ignoti fossero alla ricerca di documenti, magari collegati al misterioso passato di Maja, anche se tutto quello che andava sequestrato per gli accertamenti era già stato prelevato dai carabinieri. «Dovremo capire se sono stati dei balordi o è stata una ragazzata macabra. Non sembra si tratti di ladri», dice il procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino.

 

 

stefania pivetta, moglie di alessandro maja

Il paese s’interroga. Di nuovo. «Non dico che non si stava più parlando di questa storia, è uno dei più gravi fatti di cronaca degli ultimi anni... Ma fino a ieri mattina i pensieri di tutti erano rivolti a Nicolò e alla data dei funerali. Dopo quanto successo tutti aggiungono altri discorsi, altre ipotesi a questa storia...», racconta il sindaco, Enrico Puricelli, che ha incontrato i familiari delle vittime: «Hanno espresso il desiderio di celebrare le esequie a Samarate, dove i ragazzi sono stati battezzati, ma non conosciamo la data». Intanto lui, l’assassino, è piantonato in ospedale, in attesa che le condizioni permettano di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, che in ogni modo aveva subito convalidato l’arresto.

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