DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Estratto dell'articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Un attacco frontale all’Agenzia delle entrate. Messo nero su bianco, in un ordine del giorno alla delega fiscale all’esame della commissione Finanze del Senato. La firma è di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. E l’accusa recita così: «Le modalità di gestione del contenzioso tributario non sempre sono caratterizzate da una gestione efficiente e imparziale». Perché, aggiungono i sei senatori firmatari, «sono numerosi i casi nei quali, nonostante le sconfitte nel primo o nel secondo grado di giudizio, l’Agenzia protrae il contenzioso».
Come se fosse una colpa andare fino in fondo, per far pagare agli evasori le somme dovute al Fisco. Come se, ancora, quello delle Entrate fosse un accanimento, quando al contribuente infedele è data la possibilità di sanare la propria posizione, se paga entro 60 giorni da quando riceve l’avviso di accertamento.
[…]
Non si ferma alla critica, la proposta sottoscritta dai parlamentari Marco Lisei, Fausto Orsomarso, Guido Castelli, Gianpietro Maffoni, Filippo Melchiorre e Francesca Tubetti. L’impegno che si chiede al governo è di «valutare modifiche all’attuale normativa che impediscano, come avviene per il procedimento penale, in caso di sconfitta dell’Ente di non ricorrere ai gradi successivi di giudizio o consentire tale ipotesi a limitati casi eccezionali».
In pratica fermare il contenzioso al primo grado, se a vincere è il contribuente. Impedendo così alle Entrate di ricorrere in appello e di arrivare in Cassazione. Due gradi di giudizio che risultano fondamentali per il recupero, come si evince dall’ultima Relazione annuale sul monitoraggio dello stato del contenzioso tributario, redatta dal Dipartimento delle Finanze del Mef. […]
[…] il segnale lanciato da FdI nei confronti delle Entrate è chiaro. E lo attesta anche l’imbarazzo che è montato in casa Fratelli d’Italia. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo vanta un ottimo rapporto con il direttore generale delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, il suo atteggiamento è decisamente più prudente rispetto a quello dei suoi colleghi di partito.
Tra gli emendamenti della maggioranza, a firma FdI e Forza Italia, spunta anche una sanatoria preventiva, prima dell’arrivo della cartella esattoriale. E ancora la riduzione, da cinque ad «almeno tre anni», dei termini di decadenza per le attività di accertamento delle Entrate: meno tempo, quindi, per i controlli.
maurizio leo a porta a porta ERNESTO MARIA RUFFINImaurizio leo a porta a porta
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