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FELTRI, L'ANGELO VENDICATORE! - “OGGI È IL VENERDÌ SANTO: NE BASTA UNO DI CRISTO IN CROCE. SANTO PADRE, LEI CHE PUÒ, STACCHI I CHIODI, E TIRI GIÙ DA QUEL LEGNO IL CARDINALE BECCIU - DA TRE GIORNI IL QUOTIDIANO ‘’DOMANI’’ STA SQUADERNANDO I MESSAGGI CHE SI SONO SPEDITI FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUI E GENOVEFFA CIFERRI, D'ACCORDO CON IL PROMOTORE DI GIUSTIZIA (IL PROCURATORE) ALESSANDRO DIDDI E I CAPI DELLA GENDARMERIA VATICANA, PER INCASTRARE L'EX BRACCIO DESTRO DEL PONTEFICE (CONDANNATO A CINQUE ANNI E SEI MESI PER PECULATO) - SANTO PADRE, IL PROCESSO BECCIU È MARCIO, C'È STATA UNA MACCHINAZIONE DI CUI ANCHE LEI È STATO VITTIMA, INDUCENDOLA AD APPLICARE UNA CROCIFISSIONE PREVENTIVA”

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Vittorio Feltri per “Il Giornale” - Estratti

 

vittorio feltri

Da tre giorni il quotidiano Domani sta squadernando i messaggi che si sono spedite le due accusatrici principali del cardinale Angelo Becciu (condannato a cinque anni e sei mesi per peculato). Sono le chat segrete che rivelano la trama occulta su cui si regge il processo contro il prelato sardo.

 

In esse Francesca Immacolata Chaouqui e Genoveffa Ciferri concordano le accuse per incastrare il cardinale. Stanno lavorando - si sostengono a vicenda - d'accordo con il promotore di giustizia (il procuratore) Alessandro Diddi e i capi della gendarmeria vaticana. Cominciano ad accordarsi quando le indagini sono ancora nelle primissime fasi.

 

angelo becciu papa francesco

Le signore hanno per questo a disposizione carte segretate. Conoscono in anticipo quel che faranno i magistrati e chi costoro intendono prosciogliere e chi condannare. La Chaouqui garantisce a Genoveffa che, d'accordo con Diddi, farà prosciogliere il monsignore amico suo (Perlasca), purché riesca a incastrare il cardinale facendolo intercettare.

 

Al che Genoveffa si presta a fare l'agente sotto copertura in Italia: «Buongiorno Francesca. Scrivimi per bene quella cosa che desiderano i magistrati». Ed ecco scatta la trappola (in Italia, indagini fuori dallo Stato coordinate dal Vaticano?) Gli scritti tramite WhatsApp erano stati in realtà consegnati al procuratore Diddi dalla Ciferri perché fossero acquisiti durante il processo.

 

francesca chaouqui foto di bacco.

Furono coperti da omissis, erano più di cento. Ci sono frasi che valgono come quelle che nei gialli si chiamano «pistole fumanti». Ecco alcuni messaggi. Scrive Chaouqui: «Se viene fuori che eravamo tutti d'accordo è la fine» (tutti: cioè le due donne e Diddi e la gendarmeria).

 

Scandalizzata dalla immoralità di questa conduzione delle indagini, la Ciferri scrive al vescovo Parra, numero 3 del Vaticano, forse per farsi assolvere: «(La Chaouqui) conosce tutti i dettagli dell'inchiesta vaticana. Da chi, e come attinge queste informazioni sensibili? Come è stato possibile che una casalinga quale sono io, che abita sotto una montagna, possa, in tempo reale, essere messa al corrente di informazioni tanto riservate e dettagliate?».

 

ALESSANDRO DIDDI PAPA FRANCESCO

Altri messaggi li ha riferiti Felice Manti su ilgiornale.it lunedì. La sostanza è questa. Il processo è marcio. Finisco qui con la cronaca di questi giorni. I giornaloni tacciono. Ovvio.

 

Consapevole che ha altro da fare, mi rivolgo al Papa. Non conosco indirizzo più umano di questo. Oggi è il Venerdì Santo: ne basta uno di Cristo in croce. Santo Padre, lei che può, stacchi i chiodi, e tiri giù da quel legno il cardinale Becciu. In questi giorni è diventato chiaro come il sole che c'è stata una macchinazione, di cui anche Lei è stato vittima, inducendola ad applicare una crocifissione preventiva, tanto le prove le apparvero inequivocabili.

 

vittorio feltri - consiglio regionale lombardia - foto lapresse

Lo ha esposto al mondo come traditore e ladro, sfogliando l'Espresso, che le fu presentato come fosse la Bibbia. Erano le 18:02 di giovedì 24 settembre del 2020 quando il cardinale faceva il suo ingresso nello studio papale di Santa Marta. Ne usciva poco più di venti minuti dopo avvolto dall'incredulità di quando ti si aprono le porte degli abissi e tu ci stai volando dentro come in un sogno, ma sogno non era.

 

Alle 20:18 il Tg1 diede la notizia. Per cinquantasei giorni nessuno alzò una parola in difesa dell'accusato. Per rispetto, il Pontefice lo lasciò cardinale, privandolo però delle prerogative tra cui quella decisiva di entrare in conclave: un sacco vuoto di color porpora, come una beffa di Carnevale.

 

ALESSANDRO DIDDI

I giornalisti - e i vaticanisti non sono da meno - si conformarono alla regola aurea della sopravvivenza dei mediocri: dar ragione all'accusatore. Negli anni ho acquisito l'attitudine a non bere dal bicchiere degli inquirenti. Feci lo stesso con l'affare Becciu. Ho esercitato l'intuito, come mi era capitato nei casi di Tortora e successivamente di Stasi. Usare logica e buon senso. Attingere a fonti alternative.

 

Il 19 novembre del 2020, in perfetta solitudine, Libero, che allora dirigevo, aprì la prima pagina con questo titolo: «Sacro imbroglio in Vaticano». Occhiello: «Le carte assolvono il cardinale Becciu». Andrebbe benissimo anche per lo scoop del Domani, dopo quattro anni e cinque mesi dal mio.

 

papa francesco e l arcivescovo Edgar Pena Parra

“DIDDI FORNISCE INFORMAZIONI A CHAOUQUI” - LA LOBBISTA DEFINITA «COLLABORATRICE DI GIUSTIZIA» DEL PROMOTORE VATICANO

Enrica Riera per “Domani”

 

Oltre alle chat (inedite) tra Francesca Immacolata Chaouqui e Genoveffa Ciferri, sono state depositate presso il tribunale dell’Onu anche quelle con il sostituto della Segreteria della Santa Sede, Edgar Peña Parra. Conversazioni che, al pari dei messaggi già pubblicati da Domani, rischiano di terremotare il processo del secolo, quello cioè contro il cardinale Angelo Becciu, licenziato da papa Francesco e condannato nel 2023 a cinque anni e sei mesi per truffa e peculato.

 

ALESSANDRO DIDDI

Qual è stato il vero ruolo del promotore di giustizia, Alessandro Diddi, nel procedimento che ha distrutto il porporato? A leggere le chat tra Chaouqui, meglio nota come “papessa” e Ciferri, sodale di monsignor Alberto Perlasca, Diddi avrebbe giocato un ruolo fondamentale.

 

Le due donne lo tirano in ballo spesso, quasi fosse loro alleato in un piano comune: inchiodare Becciu, ex braccio destro del pontefice, e salvare, lasciandolo fuori da ogni accusa, Perlasca, grande accusatore del cardinale.

IL CARDINALE ANGELO BECCIU

 

«Se viene fuori che eravamo tutti d’accordo è la fine», scrive Chaouqui a Ciferri, che nel frattempo intrattiene una nutrita corrispondenza virtuale con Peña Parra.

 

Il tentativo di Ciferri è chiaro: la donna desidera che la posizione del monsignore «venga estrapolata dai magistrati e che se ne anticipi il proscioglimento». A scriverlo è lei stessa, in un messaggio Whatsapp al prelato venezuelano. «Sappiamo, per via ufficiosa, che sarà prosciolto, ma non possiamo attendere la fine dell'inchiesta che sembra, dopo gli ultimi eventi, destinata a protrarsi nel tempo.

FRANCESCA CHAOUQUI E PAPA FRANCESCO

 

Chiediamo al Santo Padre di sanare con paterna bontà il male immenso che questo sacerdote ha subito da parte del suo superiore, cardinale Angelo Becciu, che ha sempre servito con cieca fedeltà», è il messaggio della sodale di Perlasca del 4 ottobre 2020.

 

Chi, dunque, ha anticipato a Ciferri il proscioglimento del monsignore? A quella data Perlasca è già stato interrogato dai promotori di giustizia vaticana e consegnato il memoriale che si scoprirà essere stato condizionato da Chaouqui che, certi temi e argomenti al vaglio dei soli inquirenti, non avrebbe potuto e dovuto conoscere.

 

ALBERTO PERLASCA

Il 17 ottobre Ciferri continua a scrivere a Peña Parra: «Ho dovuto anche prestare collaborazione ai magistrati, e allo stesso tempo sostenere moralmente monsignor Perlasca. Non so fino a che punto il pontefice sia stato indirettamente messo al corrente... di certo è già a conoscenza, attraverso i magistrati, della completa estraneità di Perlasca, e del suo proscioglimento da ogni accusa».

 

Peña Parra risponde: «Buon pomeriggio, ho appena letto il suo messaggio. Al riguardo le assicuro che porterò a conoscenza del S.P. (Santo Padre, ndr) i suoi desideri, finalizzati ad aiutare a M.P.».

 

Edgar Pena Parra

Ciferri sembrerebbe, inoltre, a conoscenza anche di ulteriori informazioni riservate. Il 6 novembre 2020 all’alto prelato scrive: «Posso anticipare, in via ufficiosa e discrezionale, che monsignor Carlino sarà rinviato a giudizio».

 

Come faceva la sodale di Perlasca a sapere? Chi la metteva al corrente? «Il magistrato mi informa anche che l’inchiesta ritarda, perché il dottor Grasso (Enrico Crasso, ndr) si è recato, da libero cittadino, a Santo Domingo, mentre i magistrati erano in attesa di una rogatoria svizzera, se non torna dovranno procedere per contumacia e questo allunga i tempi. Tutti questi eventi ritardano la chiusura», continua Ciferri che a Peña Parra invia anche un «audio inciso da monsignor Perlasca ad utilità dei magistrati». Si tratta degli audio corrispondenti ai temi e agli argomenti presenti all’interno del famoso memoriale.

 

«Collaboratrice di giustizia»

angelo becciu papa francesco 1

Troppe informazioni top secret, troppe domande. Alcune, a un certo punto, se le pone la stessa Ciferri che si sentirebbe manipolata. Riferendosi a Chaouqui scrive ancora a Peña Parra: «Conosce tutti i dettagli dell'inchiesta vaticana. Da chi, e come attinge queste informazioni sensibili? Come è stato possibile che una casalinga quale sono io, che abita sotto una montagna, possa, in tempo reale, essere messa al corrente di informazioni tanto riservate e dettagliate?».

 

francesca chaouqui foto di bacco

Ciferri ha anche una risposta e la scrive al prelato: «Per quel che riguarda l'attività del Tribunale le informazioni, nel dettaglio, vengono fornite, purtroppo, dal prof Alessandro Diddi, con cui Lei (Chaouqui, ndr) collabora in un non meglio precisato ruolo di “collaboratrice di giustizia”, questo spiega il fatto gravissimo per cui documenti riservati dell’inchiesta siano stati rinvenuti in casa sua, e il perché Lei possa conoscere dettagliatamente, e anticipatamente, ogni attività inquisitoria relativa al Segretario di Stato, alla Sua persona, a quella di monsignor Perlasca, e a quella di tutti gli indagati e di tutti i personaggi entrati a vario titolo nell'inchiesta.

angelo becciu

Ero a conoscenza, da tempo, che relativamente alla segretezza sull'attività investigativa l'anello debole del Tribunale era il prof Diddi, ma non avrei mai immaginato fino a tal punto».

 

Qualcuno, adesso, dovrà dare una spiegazione. Peña Parra non risponde ma non smentisce. Diddi invece ha sempre negato di aver mai incontrato la lobbista né parlato con lei dell’inchiesta. Stessa posizione della gendarmeria.

 

A un certo punto Ciferri tira in ballo anche il direttore di questo giornale, spiegando al Sostituto che secondo lei alcuni documenti pubblicati dal Domani sulla compravendita del palazzo di Sloane Avenue al centro del processo arrivano «da Diddi tramite Chaouqui». Notizia del tutto infondata.

francesca chaouqui papa francesco bergoglio edgar pena parra

Giovanni Angelo Becciu

MONSIGNOR ANGELO BECCIUcardinale angelo becciuPROCESSO A ANGELO BECCIU IN VATICANOangelo becciu papa francesco 2