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1. YARA: FERMATO A BERGAMO 'MARIO', E' UN MITOMANE
(ANSA) - E' stato fermato a Bergamo l'uomo che avrebbe lasciato la scritta sul registro della chiesa di Rho (Milano), sostenendo di sapere qualcosa sul caso Yara. Si tratterebbe di un mitomane.
2. YARA, UN'ALTRA LETTERA DELL'ANONIMO - "MI CHIAMO MARIO, E L'HO UCCISA IO"
Da "Lastampa.it"
à tornato a farsi vivo con una lettera di tre pagine indirizzata al cappellano dell'ospedale di Rho (Milano) e con una telefonata in portineria, sempre alla stessa struttura sanitaria, l'uomo che asserisce di essere coinvolto nel caso Yara.
«Mi chiamo Mario, sono stato io», ha detto. Ora la polizia indaga attorno al misterioso individuo, probabilmente la stessa persona che, nei giorni scorsi, aveva scritto sul registro della chiesa: «Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui è passato l'omicida di Yara Gambirasio. Che Dio mi perdoni!».
La scritta sul registro in chiesa risale a sabato scorso, mentre la lettera è stata recapitata martedì. Ieri, infine, è seguita la telefonata alla portineria dell'ospedale. Martedì il cappellano dell'ospedale di Rho, don Antonio Citterio, sotto lo zerbino della porta di casa ha trovato una busta contenente una lettera. Tre fogli scritti a penna e firmati da un certo "Mario", che non ha lasciato il cognome, tantomeno indizi utili al suo rintraccio.
«Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa», avrebbe ammesso nella missiva. Il contenuto della lettera, nei dettagli, è top secret e al vaglio degli inquirenti. Alla lettera è seguita una telefonata alla portineria dell'ospedale:
«Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro. Sono io l'autore del messaggio in chiesa su Yara. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera». Probabilmente si tratta di un mitomane e gli inquirenti sono scettici, ma nessuna pista viene tralasciata nel caso Yara, dove allo stato continua a non esserci traccia di possibili colpevoli.
L'ingresso dell'ospedale di Rho è presidiato da telecamere: la polizia ha preso in consegna i filmati per cercare tracce della persona che si è spacciata per Mario, in modo particolarmente insistente. Un elemento, quest'ultimo, che confermerebbe, per gli inquirenti, l'ipotesi del mitomane. Ora la polizia sta anche cercando di risalire al numero che ha telefonato in ospedale.
«Siamo contenti della solerzia della magistratura per l'attenzione a ogni vicenda legata a questo caso, anche se non ci facciamo troppe illusioni. Di mitomani ne abbiamo già visti parecchi», ha detto l'avvocato Enrico Pelillo, il legale dei genitori di Yara Gambirasio, che attendono ancora giustizia per l'uccisione della loro figlia tredicenne, scomparsa il 26 novembre del 2010 a Brembate Sopra (Bergamo) e trovata uccisa esattamente tre mesi dopo in un campo di un paese vicino. Un'inchiesta condotta con grande dispiego di forze ma che per ora non ha condotto a nulla, ed è stata costellata da segnalazioni rivelatesi sbagliate se non provenienti da mitomani.
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