FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Camilla Golzi Saporiti per “il Giornale”
Siamo tra i più dipendenti dal telefono a livello europeo. Abbiamo un' inquietante media di oltre 45 ore al mese passate al cellulare, secondo i dati raccolti dall' Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Eppure tutto questo tempo ci pare volare quando siamo impegnati a rispondere e inviare chiamate e Sms, a chattare su WhatsApp, a intrattenerci con social e giochi virtuali.
Il discorso coinvolge tutti, non solo, come ci si potrebbe aspettare, i famosi Millennials, guru per eccellenza dell' era digitale. E contro ogni previsione, sono proprio loro a porre un freno al fenomeno, perlomeno in vacanza. Ne fanno una sorta di questione di rispetto e decoro. E snocciolano cinque regole di «phone-galateo» da adottare sotto l' ombrellone. Raccolte e rilasciate dal Trend Radar di Samsung, a seguito di un' indagine condotta su 1.500 giovani tra i 25 e i 35 anni, invitano a moderare l' uso dei telefoni e a porre fine a quei comportamenti al limite del molesto.
Come costringere il vicino di lettino a sorbirsi le nostre liti in vivavoce con il partner o ad ascoltare le nostre playlist, trascurando che delle prime farebbe di sicuro volentieri a meno e delle seconde magari non condivide le scelte. La prima e indiscutibile norma di buon comportamento è attivare la modalità silenziosa: le suonerie alte disturbano; gli squilli di Sms e Whatsapp continui fanno di peggio, infastidiscono proprio. Vien da sè che il vivavoce dev' essere bandito, ancor più che esistono gli auricolari, tra l' altro considerati dai Millennials l' accessorio indispensabile al mare.
Anche video e musica a gran volume non rientrano nel bon ton digitale, fatta eccezione per il momento del tramonto, quando una colonna sonora è concessa, meglio se riprodotta da speaker di ultima generazione, altro must have per un Millennial su tre. La quarta raccomandazione suggerisce di non passare le vacanze con gli occhi fissi sul display, ma di guardarsi attorno: il paesaggio senza filtri, l' atmosfera reale, la compagnia dal vivo possono piacere, stupire, divertire, rilassare un po'.
La quinta e ultima regola del phone-galateo strizza l' occhio alla privacy e dice stop alle videochiamate per evitare, per esempio, di riprendere il passante sul bagnasciuga e renderlo, a sua insaputa, guest star di clip online. A completare il vademecum, è il corretto uso dei sempre più diffusi messaggi vocali su WhatsApp. Pratici, veloci e immediati, per i più giovani sono l' unico modo di comunicare, ma per fratelli maggiori, genitori e colleghi più maturi possono essere il male assoluto.
Oltre a modalità silenziosa e auricolari a portata di mano, è bene - questa volta secondo l' indagine di Wiko, brand franco-cinese di smartphone - farsi guidare dal buon senso per essere efficaci e non fastidiosi.
Nella hit delle raccomandazioni, spicca la sintesi. I vocali devono essere brevi, una ventina di secondi, perché siano ascoltati e non accompagnati da occhi al cielo e sbadigli. Bisogna, poi, sempre tenere conto delle reazioni e del contesto in cui si trova l' interlocutore: se a un vocale risponde con tre parole scritte, probabilmente è della vecchia scuola o magari al lavoro.
Tanto vale andargli incontro, scrivendo. E in ogni caso non bisogna mai farsi prendere la mano, inviando vocali a raffica, né farci totale affidamento: il rischio che non vengano ascoltati subito c' è, più sicuro scrivere. Per la serie: verba volant, scripta manent.
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