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KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP…
"FORSE STIAMO CERCANDO GIOELE NEL POSTO SBAGLIATO" – FRA I SOCCORRITORI CHE STANNO CERCANDO IL BAMBINO SCOMPARSO CON VIVIANA PARISI SI FA LARGO L’IDEA CHE LEI LO ABBIA LASCIATO PRIMA DA QUALCHE PARTE, NEL TRAGITTO FRA LA SUA CASA DI VENETICO E LA GALLERIA DOVE HA AVUTO L’INCIDENTE – L’ACCUSA DELLA SORELLA DEL MARITO: “LE RICERCHE SONO PARTITE IN RITARDO. COME MAI NON L'HANNO TROVATO PRIMA?” – IL PEDAGGIO NON PAGATO E GLI ALTRI MISTERI
1 – VIVIANA PARISI, MISTERO SU GIOELE: ERA IN MACCHINA O NO? IL PEDAGGIO NON PAGATO
daniele mondello viviana parisi
Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
C’è una Viviana allegra, intraprendente, creativa. È la Viviana dj, la vocalist, l’Express Viviana della musica elettronica, una donna dalle mille idee partita da Torino per stare accanto a suo marito nella lontana Sicilia di Venetico.
E c’è la Viviana degli ultimi mesi, smarrita, angosciata, confusa. Soprattutto nell’ultimo, tragico giorno. Quel lunedì tre agosto, quando è scesa dalla sua Opel Corsa dopo aver urtato in una galleria autostradale un furgone e, senza dire nulla, si è allontanata entrando in una boscaglia dalle parti di Caronia, a oltre cento chilometri da casa, dove l’hanno trovata dopo cinque giorni, irriconoscibile e senza vita come una bambola rotta gettata in un rovo.
Suicidio? Omicidio? Altro?
«Sembrava da sola», hanno detto i due operai del furgone che non hanno avuto tempo di parlare con lei, preoccupati com’erano di fermare il traffico per evitare il peggio. «Abbiamo visto una donna scavalcare il guard rail con un bambino in braccio», avrebbero invece rettificato un padre e un figlio che si erano fermati qualche minuto nella vicina piazzola di sosta.
Di loro si sono perse le tracce ma quella testimonianza, per quanto indiretta e fugace, rende oggi il giallo di Viviana un terribile rompicapo. Perché, se è vera, quel bambino era certamente Gioele, l’adorato figlio di quattro anni, e non si capisce dove sia finito.
Settanta uomini fra forestali, vigili del fuoco e poliziotti lo stanno cercando nei boschi di Torre di Lauro dove è stata rinvenuta la madre. Ben sapendo che le speranze di rivederlo in vita sarebbero nulle. Ma sarebbero poche anche se fosse andata diversamente, cosa che gli inquirenti non escludono. «Tutte le piste sono aperte», si limita a dire con molta prudenza il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che sta coordinando le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina.
Non ci sono certezze su nulla. Se non che quella mattina Viviana e Gioele sono partiti da Venetico in macchina. «Vado a Milazzo a prendere un paio di scarpe per il bambino», avrebbe detto la donna al marito. Da lì nessuno ha però più visto Gioele. Si sa che sono partiti da casa in mattinata, che a Milazzo non sono mai entrati in un negozio di scarpe, che Viviana ha invece imboccato proprio a Milazzo l’autostrada A20 verso Palermo e che è uscita al casello di Sant’Agata di Militello, settanta chilometri più avanti, senza pagare il pedaggio.
Ore 10.32. «Ha citofonato all’operatore per procedere», precisa un investigatore. La telecamera ha inquadrato solo la targa dell’automobile. E questa sembra essere una delle poche immagini disponibili.
Un’altra è di Milazzo, all’ingresso, dove però non si distinguono le persone. Il bambino era probabilmente sul sedile posteriore, legato al seggiolino. «In ogni caso le immagini non chiarirebbero tutto, perché non si potrà mai sapere se il bambino era sveglio, stava dormendo o altro», spiega un investigatore buttando lì l’ipotesi più estrema che al momento non viene presa molto in considerazione ma che dà l’idea della mancanza di elementi certi. Il che lascia spazio ad altri scenari, come quello dell’omicidio-suicidio, al quale parenti e amici non possono credere.
«Che abbia ucciso il bambino è impossibile, stravedeva per Gioele — dice Lisa, la vicina di casa fiorista —. E neppure al suicidio di lei riesco a pensare perché l’ho sempre vista serena».
Che Gioele fosse diventato il centro della sua vita, Viviana lo diceva a tutti. «Alla nascita del mio cucciolo il suo mondo mi rapì sia con il cuore che con la mente — scrisse su Facebook accompagnando il post con foto di grandi sorrisi —. Il mio tempo non lasciò spazio ad altri pensieri. Mi travolse». Sì, dice l’amica, era innamorata del suo cucciolo. Cos’è successo, dunque, a Gioele? «Difficile dirlo finché non lo troveremo — allarga le braccia l’inquirente —. E non sono d’aiuto le telecamere disseminate lungo il percorso, trovate in buona parte non funzionanti».
Ma torniamo alla tragica mattina. Viviana dunque è uscita dall’autostrada a Sant’Agata e l’ha ripresa dopo venti minuti ancora verso Palermo, allontanandosi sempre di più da casa. Perché è uscita a Sant’Agata? Cosa ha fatto in quei venti minuti? Gli agenti, che stanno analizzando anche il suo tablet e il cellulare, hanno acquisito alcune telecamere private e battuto a tappeto la zona: acque reflue, pozzi, scarpate. Cercano Gioele perché l’ipotesi che il bambino fosse con la mamma dopo l’incidente non è la sola anche se al momento è quella prevalente.
ricerche dopo la scomparsa di viviana parisi e gioele
Fatti altri venti chilometri di autostrada, lo strano incidente sotto la galleria e lei che se ne va in silenzio scavalcando il guard rail. Il fatto che il suo corpo fosse sotto un traliccio dell’alta tensione ha portato a pensare che possa esserci salita per lanciarsi nel vuoto. Certo, non è semplice, con quel caldo infernale.
Sperano tutti nell’autopsia che sarà eseguita forse domani. Dovrebbe chiarire cos’è successo a questa mamma venuta dal Piemonte per amore e morta in un bosco dietro l’autostrada per Palermo.
2 – "FORSE LO STIAMO CERCANDO NEL POSTO SBAGLIATO"
Laura Anello per “la Stampa”
Niente. Non una scarpa, non un brandello di maglietta, non una traccia. Gioele sembra scomparso, volatilizzato, inghiottito in una voragine profonda quanto i misteri che avvolgono la morte della madre, Viviana Parisi, la dj sparita lunedì al bordo dell'autostrada a Caronia e ritrovata l'altro ieri, il corpo ormai irriconoscibile affondato tra il fango e gli sterpi, a poche decine di metri da un ricovero di animali e a non troppa distanza da una casa.
E Gioele? Che ne è di lui? Che ne è di questo bambino di 4 anni che con ogni probabilità era con lei? Morto e non ancora trovato? Scappato lontano, vedendo la madre che moriva e spirato anche lui da qualche parte? Ucciso con la madre da un aggressore? Ucciso e sepolto da quella madre che lo amava immensamente e per qualche ragione era fuori di sé (ma seppellire un corpicino a mani nude non è facile in questa terra aspra).
Improbabile che lo abbiano sbranato quelli che in tanti chiamano cinghiali, ma che in realtà sono suini neri: non sembra abbiano sfigurato loro il volto di Viviana, devastato solo dalle intemperie. «Sono chiusi nei recinti - spiegano i vigili del fuoco - e se qualcuno fosse uscito avrebbe lasciato tracce».
Viviana potrebbe essere stata folgorata dai fili elettrici che passano in più punti, o uccisa dal morso di una vipera, o scivolata da un traliccio. Certo, non si esclude l'incontro con un orco, conosciuto o no. È mattina quando arriva qui il padre di Gioele, Daniele, parla con gli uomini delle squadre di soccorso, vuole cercare il figlio con le sue mani. Ma a sera, anche tra i soccorritori più tenaci, prende corpo il dubbio che il bambino non fosse con la madre: «Forse lo stiamo cercando nel posto sbagliato».
Daniele Mondello Viviana Parisi e il figlio Gioele
Si fa largo l'idea che lei lo abbia lasciato prima da qualche parte, nel tragitto fra la sua casa di Venetico - a cento chilometri da qui- e la galleria dove ha avuto l'incidente, a un chilometro e mezzo dal punto del ritrovamento. E dire che l'avevano cercata per cinquecento ettari, fino alle montagne del parco dei Nebrodi. Una circostanza che non passa inosservata a Mariella Mondello, sorella di Daniele: «Le ricerche sono partite in ritardo. Come mai non l'hanno trovato prima? Mio fratello è distrutto. Noi speriamo che Gioele sia vivo, anche se sappiamo che è molto difficile».
A sera arrivano da Torino pure i genitori di Viviana, Luigino e Carmela, anche loro in cerca della verità: «L'hanno ammazzata, non si sarebbe mai suicidata». Se il bambino fosse qui o no è il primo mistero di questa storia piena di punti oscuri, su cui l'autopsia sul corpo di Viviana, domani, potrà dare qualche preziosa risposta. Con i medici legali ci sarà l'entomologo forense che a partire dalla presenza degli insetti sul cadavere potrà stabilire con certezza il momento della morte.
ricerche dopo la scomparsa di viviana parisi e gioele 1
Con ogni probabilità tra lunedì, giorno della scomparsa, e martedì. Dalla Procura filtra la ragionevole certezza che il bambino fosse con lei. A vederli insieme sono stati due uomini - probabilmente padre e figlio - che si sono brevemente fermati nella piazzola dell'autostrada dalla quale altri automobilisti stavano segnalando l'incidente. A loro hanno riferito di avere visto una donna con un bambino superare il guardrail, poi sono andati via.
La Procura fa appello da giorni a questi automobilisti ignoti, perché si facciano vivi. Anche un dettaglio può essere importante: era ferita? Appariva sotto choc? Il bambino stava bene? I testimoni ascoltati dagli inquirenti hanno invece intravisto solo una sagoma femminile. I primi sono i passeggeri del furgoncino urtato da Viviana, che ha sbagliato la manovra di sorpasso.
DANIELE MONDELLO E VIVIANA PARISI
Usciva dal tunnel a piedi, mentre loro si davano da fare per segnalare la presenza dei due mezzi fermi. I secondi sono gli automobilisti che hanno dato l'allarme. Ma - ragionano gli investigatori - come avrebbero fatto gli sconosciuti a parlare proprio di una donna con un bambino, loro che niente sapevano dei passeggeri di quella macchina ferma? Ma c'è anche da capire perché Viviana fosse lì, a più di cento chilometri da casa, dopo aver detto al marito che stava andando nella vicina Milazzo.
Circostanza, questa, che ha subito fatto ipotizzare una fuga pianificata. Ma è vero pure che la donna non aveva con sé il telefonino - lo lasciava spesso a casa negli ultimi tempi - e che potrebbe avere cambiato idea sulla strada. Viviana aveva 43 anni, guidava bene, era indipendente.
Comportamento inconsueto, ma non impossibile. Così come quei 22 minuti di pausa a Sant' Agata di Militello (esce dal casello autostradale del paese e poi rientra) sono cruciali. In questo tempo, in linea teorica, potrebbe essersi disfatta del bambino o averlo consegnato ad altri, ma potrebbe anche avere semplicemente fatto una pausa per andare in bagno o comprare dell'acqua. Infine, il mistero del percorso dal punto dell'incidente a quello del ritrovamento.
La zona al di là del guardrail è stata considerata impraticabile per giorni dai soccorritori («C'è un canalone profondo due metri e poi una solida rete alta un metro e mezzo»), in realtà non si è rivelata impenetrabile. La rete in quel punto è alta non più di sessanta centimetri. Perché è andata proprio lì?
Di sicuro c'è che Viviana non è voluta rientrare nella galleria da cui era uscita a piedi dopo l'incidente e dove aveva accostato la macchina, lasciando la borsa con soldi e documenti. Irrazionale, ma comprensibile se si è molto spaventati. Altrettanto comprensibile non volersi avventurare a piedi sul ciglio dell'autostrada, con le macchine che sfrecciano accanto e un bambino in braccio.
Ragionevolezza avrebbe voluto dirle di restare lì, ad aspettare i soccorsi. Ma forse ha avuto paura, forse Gioele era ferito, e quel terreno le è parso il miglior modo per mettere al riparo se stessa e il figlio. Quel figlio che in uno degli ultimi post su Facebook salutava così: «Ti amo tanto, andiamo a fare un po' di nanna».
LE RICERCHE DI VIVIANA PARISI
VIVIANA PARISI E IL MARITO DANIELE MONDELLO
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