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Da www.ansa.it
"Gloria era ancora viva e si lamentava quando io e Obert l'abbiamo gettata nell'acqua". Lo ha detto Gabriele Defilippi confessando di avere partecipato al delitto dell'insegnante di Castellamonte. "Dopo averla uccisa - ha detto - abbiamo raccolto in un sacco tutte le sue cose e siamo andati a gettarle in giro per Torino". E' quanto si legge nell'ordinanza del gip I risultati dell'autopsia, però, hanno escluso che l'insegnante sia morta per annegamento ed hanno confermato che la causa dello strangolamento.
DEFILIPPI: "IL MIO AMANTE MI HA ROVINATO. HA PRESO LUI TUTTI I SOLDI, SONO STATO FREGATO"
La madre a un'amica, 'Gabriele? E' via' . Ma agli investigatori disse che era a casa
"Lui è via". Così il 13 gennaio, giorno della scomparsa di Gloria Rosboch, Caterina Abbattista rispose su Whatsapp a un'amica che le chiedeva notizie del figlio Gabriele Defilippi. Ai carabinieri, invece, la madre aveva raccontato che il giovane era in casa, a Gassino Torinese, col fratellino di 13 anni.
Il particolare emerge dall'ordinanza di custodia cautelare spiccata dal gip Marianna Tiseo nei confronti dei due e dell'amante del giovane, Roberto Obert. I tre sono accusati di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione e del concorso. Venerdì scorso la Rosboch, che di Defilippi era stata l'insegnante, è stata trovata morta nella vasca di una ex discarica non lontano dalla sua casa di Castellamonte.
Il 13 gennaio, giorno della scomparsa di Gloria Rosboch, Caterina Abbattista ha fatto e ricevuto chiamate da un telefono intestato a Roberto Obert. Della circostanza la donna non ha mai riferito nulla ai carabinieri. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare spiccata dal gip Marianna Tiseo nei confronti della Abbatista, di Obert e di Gabriele Defilippi. I tre sono accusati dell'omicidio, volontario e premeditato, dell'insegnante.
GABRIELE DEFILIPPI CON LA MADRE
Secondo il gip Tiseo, la ricostruzione fatta da Abbattista "risulta del tutto inveritiera". Davanti ai magistrati la donna ha sempre sostenuto di non essersi mai allontanata dall'ospedale di Ivrea, dove lavorava come infermiera e aveva timbrato il badge alle 14.47 (orario di ingresso) e alle 22.55 (orario di uscita). Tuttavia, in quelle ore la donna - secondo l'accusa - si è recata a Montalenghe: le celle telefoniche hanno infatti agganciato il sul cellulare, dal quale avrebbe fatto una telefonata alle 19.19.
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