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Beatrice Raspa per “la Stampa”
«È come se mi fosse caduta addosso una montagna». Adelio Bozzoli, 59 anni, è il fratello maggiore di Mario, l' industriale di Marcheno che dalla sera di giovedì 8 ottobre sembra essere stato inghiottito dalla sua fonderia. Non ce la fa più il co-titolare della fabbrica a fare finta di niente. Non solo è prostrato per la sparizione di Mario («Ci penso notte e giorno») ma si dice anche «amareggiato» per il clima di sospetto che ha investito lui e i figli Alex e Giacomo, dipendenti della Bozzoli srl.
Procura e carabinieri stanno lavorando a un' ipotesi di omicidio con distruzione di cadavere, il procuratore Tommaso Buonanno l' ha confermato più volte, sebbene il fascicolo aperto al momento sia formalmente per sequestro di persona a carico di ignoti.
Adelio è rimasto sorpreso quando ha sentito che la prima a puntare il dito contro di lui e i nipoti è stata la moglie di Mario, Irene Zubani: nella querela di scomparsa la signora Bozzoli ha fatto mettere a verbale che il marito temeva per sé e i figli, si sentiva vittima di mobbing e intendeva sporgere denuncia. «Io e la mia famiglia siamo innocenti - ha ribadito Adelio - Perché tutto questo? Siamo una delle poche società che in 35 anni non si è mai divisa. Tra noi c' erano solo discussioni normali. Non avevamo rapporti tesi».
Mario l' 8 ottobre alle 19,11 ha chiamato al cellulare la consorte dalla fabbrica per avvertirla che l' avrebbe raggiunta per cena a Padenghe del Garda, ma è sparito prima di avere lasciato la fonderia. Adelio quella sera racconta di essersene andato alle 18. A farlo ritornare in fretta e furia a mezzanotte tra i forni e i capannoni era stata la chiamata della sorella Vittoria, che lo avvertiva della sparizione di Mario. In azienda si erano già precipitati la cognata e i nipoti, Claudio e Giuseppe.
«Dopo avere cercato Mario dappertutto sono stato io il primo a chiamare i carabinieri» assicura Adelio. Alex, il figlio maggiore che vive con la moglie e i due bambini in una palazzina adiacente allo stabilimento, era stato in ufficio a compilare bolle fino alle 20.
Giacomo, il secondogenito, aveva ripreso la strada di casa alle 19 ma anziché dirigersi a Soiano del Garda era tornato in azienda per comunicare il cambio di un ordinativo.
Aveva varcato di nuovo i cancelli con il Porsche Cayenne, aveva parlato con l' operaio Oscar Maggi e se n' era infine andato. A sentire Adelio nella fonderia di via Gitti giovedì sera erano rimasti solo quattro dipendenti:
il senegalese Abu, un altro operaio extracomunitario, Corens, entrato alle 19,45, e gli addetti ai forni Giuseppe Ghirardini e Oscar Maggi. Solo Ghirardini, l' uomo trovato morto domenica sui monti di Ponte Di Legno - un presunto malore su cui si allungano molte ombre - aveva timbrato alle 23. Gli altri avevano staccato alle sei del mattino.
Quanto al progetto di una nuova fonderia a Bedizzole, per Irene Zubani un forte motivo di attrito tra il fratello e il marito, il quale pare non appoggiasse l' idea della divisione societaria, Adelio smentisce: «Sarebbe stata un' attività che non faceva concorrenza all' altra». Definisce «inspiegabile» quel che è accaduto, il pensiero del fratello finito in un forno lo fa rabbrividire.
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