“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
1 - LETTERA DI GIANLUCA NERI A DAGOSPIA
Per farvi capire in che razza di incubo uno può finire (e la ricostruzione che riporto di seguito non è mia, ma di vari giornalisti presenti, nonché di Giutiziami, il sito fondato da uno dei primi giornalisti che si sono occupati di Mani Pulite):
"Il pm ammette che “non c’è la prova della ‘pistola fumante’ che Neri si sia introdotto nella posta di Federica Fontana e poi abbia mandato le foto della festa della Canalis alla Lucarelli anche perché parliamo di una persona che sapeva come muoversi e qualche precauzione l’ha presa”. In sostanza: la prova è che non abbiamo le prove: "Non abbiamo la macchina con cui ha messo sotto la vecchia e nemmeno l'abbiamo visto mentre lo faceva, ma sappiamo che, avendo una macchina, saprebbe come si fa a mettere sotto una vecchia".
Poco più tardi l'avvocato dell'accusa ha sostenuto che in un processo che tratta di informatica la prova non è poi fondamentale, ed è perfino scomoda. E ancora, che non hanno trovato le prove nel computer che hanno sequestrato, "ma del resto era anche il computer sbagliato". Quindi: hanno sequestrato un computer che nemmeno esisteva come modello ai tempi del reato, e tu ti devi giustificare perché dentro non ci hanno trovato niente. E peraltro se lo sono pure tenuto, il computer.
Poi come ci si difende dai titoli sui giornali, se la base delle accuse è questa - viene tranquillamente ammesso in aula, in pubblico - e nessuno dice niente? E perdonate lo sfogo, ma questa roba, compreso il non avere una voce abbastanza forte per fare il controcanto ai titoloni, dura da 7 (sette) anni. Non avevo figli, sette anni fa. Ora il primo dei due inizia le elementari. E tutto questo tempo è passato per sentirmi dire che non ci sono le prove (parole loro) ma sono colpevole lo stesso.
Nel frattempo la dolce Elisabetta (che ho per davvero per molto tempo creduto ingenua o imbeccata, ma vedo che continua a citare come amici da ringraziare i suoi amici del mondo della stampa che - dagli atti, se li avesse letti - sono gli unici ad aver parlato di soldi e di sfruttare quelle sue foto, e lei per una copertina in più ci ha pure creduto) continua a dire fesserie sul suo account, malgrado - sempre dagli atti - il suo account non sia mai stato violato.
Quindi mi perdonerà se anche io, che non ho 1,5 milioni di follower su Instagram (ma se per questo nemmeno amici come quelli che ringrazia da cui guardarsi le spalle) provo a dare la mia versione. Non si preoccupi: la leggeranno in quattro, ecchissenefrega. E lei potrà tornare alla sua vita da ammiratrice di Donald Trump e di sostenitrice dell'unica associazione animalista che i cani li ammazza anziché curarli.
Preferisco i miei 4 followers.
elisabetta canalis incinta sul surf
Gianluca Neri
2 - IN DIFESA DELLA LUCARELLI: SI VA IN GALERA PER TUTTO PURE PER LE FOTO
Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
Sento l' esigenza di scrivere su una vicenda di cui non si capisce un tubo, ma che turba la coscienza di chiunque ne abbia una o anche solo mezza. Alcuni anni orsono tre giornalisti furono accusati di aver fregato delle fotografie su internet di Elisabetta Canalis, personaggio dello spettacolo assai nota. Non ho ben capito cosa intendessero fare i tre colleghi delle istantanee: venderle, usarle a scopo professionale? Troppo complicato e noioso scoprirlo. Sta di fatto che i citati cronisti furono querelati e perseguiti come se avessero commesso un grave reato.
Passa molto tempo dall'inizio delle indagini e finalmente ieri si arriva a processo. La pm di Milano, Grazia Colacicco, al termine di una dotta disquisizione che ci ha fatto venire l'orchite, ha chiesto per Selvaggia Lucarelli un anno di galera, un anno e due mesi per Gianluca Neri (non so chi sia) e dieci mesi per Guia Soncini, che è una brava compilatrice di articoli.
Madonna santa, ma che ha combinato questo terzetto per meritare addirittura di finire dietro le sbarre? Ha trafficato con delle immagini per altro in circolazione su internet. Ma non è mia intenzione erigermi ad avvocato difensore degli imputati, non è il mio mestiere per fortuna. Soltanto mi chiedo se sia il caso di spalancare i cancelli di San Vittore a tre signori rispettabili che hanno pazziato con le istantanee di una diva la cui vocazione suppongo sia quella di essere sempre sulla cresta dell'onda.
hacker laptop article 201411062240
Non dovevano farlo per ragioni legali? Hanno commesso un illecito? Giusto castigare il loro comportamento se è considerato irregolare alla luce del codice civile e penale. Ma cosa c'entra la galera? Non sarebbe bastata una sanzione pecuniaria, la sola che eventualmente avrebbe potuto risarcire colei che ha subito un danno, ammesso e non concesso che effettivamente lo abbia subìto?
Che soddisfazione può trarre una donna (o uomo) offesa dallo smercio di alcune sue fotografie se chi ne è responsabile, una volta scoperto, viene rinchiuso in prigione? Molto meglio ricevere un pacchetto di euro sganciato da chi ha sbagliato che non assistere al suo arresto (che non rende un accidente) e alla sua detenzione, che oltretutto è un insulto alla logica.
Ci vuole tanto a comprendere un concetto così elementare? Eppure non c'è verso di ficcare in testa al legislatore, ossia al Parlamento, che non qualsiasi violazione delle norme merita di essere punita con la galera. Noi non ce la prendiamo con la pm che ha applicato la legge, bensì con coloro che dovrebbero modificarla e che invece litigano sul sistema elettorale, che non interessa a nessuno se non ai poltronisti. È vero che la storia di Selvaggia Lucarelli e dei suoi sodali è destinata ad esaurirsi con la prescrizione, che non si nega a nessuno, neppure a Berlusconi, ma rimane la necessità di rendere il nostro codice meno antiquato e possibilmente meno idiota.
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