DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Da “yahoo”
E’ stata inaugurata ieri la più grande statua al mondo. Con i suoi 240 metri, la statua raffigurante Vallabhbhai Patelsupera quella del Buddha Zhongyuàn di ben 30 metri e diventa di fatto la statua più alta del mondo. Il colosso si trova a Sadhu-Bet Island, tre chilometri a sud di Sardar Sarovar Dam, in India.
Un colosso dedicato a uno dei padri fondatori dell’India, ma un colosso che ha suscitato forti polemiche. La statua, infatti, è costata una cifra mostruosa (420 milioni di dollari) che ha creato grossi malumori, in particolare tra gli agricoltori della regione, che devono arrangiarsi privi di impianti di irrigazione e dei servizi più basilari. Ma le proteste non sono bastate a fermare quest’opera che entra di diritto nel Guinness dei Primati.
Sardar Vallabhbhai Jhaverbhai Patel, nato a Nadiad il 31 ottobre 1875 e morto a Mumbai il 15 dicembre 1950, è stato un politico indiano, che giocò un ruolo di primo piano nel movimento indipendentista e nell’unificazione politica del Paese. In India e nel resto del mondo, viene spesso indicato come Sardar, che significa capo in molte lingue indiane.
Crebbe nella campagna del Gujarat e studiò da solo, svolgendo poi un tirocinio che gli permise di diventareavvocato difensore. In seguito divenne un avvocato di successo, esercitando prima nel distretto di Kheda, poi a Londra presso il Middle Temple e infine, tornato in India, ad Ahmedabad.
Presi a modello la filosofia e il lavoro del Mahatma Gandhi, Patel organizzò i contadini di Kheda, Borsad e Bardoli in una serie di proteste non violente e basate sulla disobbedienza civile contro le politiche oppressive imposte dal governo britannico dell’India.
Divenne quindi uno dei leader più influenti del Gujarat. Divenne uno dei massimi dirigenti del Partito del Congresso Indiano, organizzandolo per le elezioni del 1934 e del 1937 e promosse il Quit India movement.
Nel periodo del passaggio dei poteri dalla Corona britannica al governo indiano si ebbero numerosi disordini e ammutinamenti, e tra questi quello della marina indiana nel porto di Bombay nel 1946.
Patel convinse gli ammutinati a terminare la ribellione con la promessa che le loro rivendicazioni sarebbero state prese in considerazione da parte del Partito del Congresso. Insieme a Vapal Pangunni Menon, elaborò un piano per far trasferire i poteri dai britannici al dominion dell’India in modo abbastanza veloce; inoltre fu prevista la possibilità di secessione per quelle regioni nelle quali la popolazione avesse deciso in tal senso con un referendum.
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