DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
La nota che ieri pomeriggio viene diramata dal Comando Generale dell' Arma fa ben comprendere l' imbarazzo dei carabinieri. Ma anche la rabbia per una vicenda dai contorni ancora oscuri. Perché l'attività di dossieraggio contro il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, candidamente svelata in un'intercettazione dal consulente di Federica Guidi allo Sviluppo economico, racconta come si muovevano i componenti del «comitato d' affari» accusato di aver cercato di pilotare nomine e appalti. Ma soprattutto costringe i vertici dell' Arma a doversi difendere dalle accuse pubbliche dello stesso Delrio che ha preannunciato una denuncia «perché a questo punto voglio sapere se davvero pezzi dello Stato tramano contro altri pezzi dello Stato».
Le parole di Pastena sono pesantissime. Prima di approdare nell' ufficio della Guidi, è stato direttore dell'Ufficio centrale del Bilancio presso il ministero della Difesa. Dunque è presumibile che abbia avuto contatti anche stretti con alti ufficiali. Il 29 gennaio del 2015 parla con Gianluca Gemelli, il compagno del ministro, e dice: «Io ti devo parlare da vicino, molto da vicino... addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio... ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh? tieni conto che i Carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia?
Finito sto casino usciranno le foto di Delrio Cutro con i mafiosi... Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c'era un' indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della 'ndrangheta no, te l' ho detto, perché chi ha fatto le indagini è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi».
Sono due gli elementi inquietanti: la circolazione di foto «così ti puoi togliere qualche sfizio», lasciando intendere che possa far scattare un ricatto; il fatto che Pastena sostenga di aver ricevuto il materiale direttamente da chi indagava. Non a caso nel comunicato del Comando generale si «auspica che possano essere immediatamente chiarite le affermazioni».
Vuol dire che l' Arma, proprio per evitare inopportune interferenze, non svolgerà alcun accertamento interno lasciando che siano i magistrati - probabilmente la procura di Roma, titolare per competenza - a svolgere gli accertamenti. Bisognerà individuare il titolare delle indagini, scoprire se davvero sia amico di Pastena, accertare eventuali altri legami del funzionario con investigatori che si sono occupati dell' indagine sui Cutresi. E così stabilire fino a che punto si sia spinto il «clan» per fare pressione sul ministro.
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