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La polizia australiana è stata a Roma nei giorni passati per interrogare il cardinale George Pell, prefetto vaticano per l'Economia. L'alto prelato rischia l'incriminazione formale nel suo Paese, l'Australia, per abusi sessuali su minori in seguito a due denunce presentate da ex studenti che riguardano fatti accaduti, secondo il loro resoconto, dagli anni '70 agli anni '80, quando l'attuale porporato occupava posti di rilievo nelle diocesi di Melbourne e Ballarat, sua città natale.
Gli investigatori hanno confermato di essere volati a Roma la scorsa settimana per ascoltare Pell, il quale avrebbe respinto di nuovo le accuse mosse nei suoi confronti. Due uomini, oggi quarantenni, hanno presentato accuse di abusi subiti nell'epoca in cui frequentavano la scuola primaria. I fatti sarebbero avvenuti nel 1978-79 e i due uomini hanno presentato denunce separate alla polizia di Victoria. Uno degli accusatori del porporato, Lyndon Monument, ha detto di avere taciuto fino a questo momento a causa del "potere" dello stesso cardinale.
Ci sono otto testimonianze fornite alla polizia da testimoni e familiari. Tra questi un episodio alla fine degli anni settanta in cui Pell avrebbe toccato in maniera inappropriata due ragazzi in una piscina alla fine del 1970. Ma il 75enne Pell ha negato ogni accusa, spiegando che le affermazioni secondo le quali avrebbe "abusato sessualmente di qualcuno, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento della sua vita, sono totalmente false e completamente errate" .
Il cardinale è stato ascoltato quattro volte, tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo di quest'anno, in video-collegamento da Roma, davanti alla Commissione reale sulle Risposte istituzionali agli abusi sessuali sui minori. Una 'maratona' con interrogatori che, a causa del fuso-orario, hanno impegnato l'anziano cardinale per diverse notti.
Lui deponeva da un albergo romano e la Commissione faceva le sue domande dall'Australia. Ma in questo dossier era stato chiamato in causa non per fatti direttamente a lui attribuiti ma per aver 'coperto' reati commessi da sacerdoti delle sue diocesi tra gli anni settanta e ottanta, in particolare sui reati compiuti dall'ex sacerdote australiano Gerald Ridsdale, accusato di avere abusato di più di 54 bambini.
Pell ha sempre dichiarato di non aver saputo nulla sulle accuse contro Ridsdale, prima che divenissero pubbliche dopo il suo arresto nel 1993, pur ammettendo in almeno un'occasione che all'epoca giravano voci e sospetti sul conto del sacerdote. Nelle settimane in cui l'alto prelato veniva sentito erano uscite analoghe notizie, poi non confermate, di accuse dirette nei suoi confronti.
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