DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Christopher Woody per it.businessinsider.com
Un controllo presso un posto di blocco nel Messico centrale ha portato al ritrovamento di un drone attrezzato per il trasporto di esplosivi artigianali, dando così la conferma che i cartelli e i criminali coinvolti nelle guerre di droga messicane si stanno affidando ai velivoli autonomi per competere tra loro.
Lungo un’autostrada dello Stato di Guanajuato, a Nord di Città del Messico, alle prime ore della mattina del 20 ottobre la polizia federale messicana ha fermato una Mazda di recente fabbricazione. L’automobile è risultata rubata.
Nella vettura la polizia ha trovato un fucile automatico AK-47, munizioni e telefoni cellulari. Nel bagagliaio è stato inoltre ritrovato un piccolo drone – una versione simile a quella acquistabile per poche centinaia di dollari su Amazon – con un ordigno esplosivo assicurato con lo scotch alla struttura e un detonatore a radiofrequenza, secondo quanto riferito dal pubblico ministero, Carlos Zamarripa Aguirre.
Il fucile e gli esplosivi erano del tipo usato esclusivamente dai militari e Zamarripa ha dichiarato che il loro possesso costituisce un crimine federale. Zamarripa ha riferito che simili ordigni sono stati rinvenuti prima, ma mai a bordo di un drone, anche se il ritrovamento di simili esplosivi è stato riferito più volte quest’anno in altre parti del Messico, secondo lo Small Wars Journal.
Di recente, lo Stato di Guanajuato è diventato uno dei più violenti del Messico, con un tasso di omicidi in crescita del 30%, dagli 817 dei primi nove mesi dello scorso anno ai 1.058 nello steso periodo di quest’anno.
Da quanto è stato riferito, alcuni tra i maggiori gruppi criminali messicani si stanno disputando il controllo dello Stato, come i cartelli Gulf, Zeta, Sinaloa e Jalisco Nuova Generazione. La pubblica accusa ha dichiarato che i sospettati sono in corso d’indagine per legami con i gruppi criminali e potrebbero essere potenzialmente accusati di terrorismo.
I funzionari messicani riferiscono che i trafficanti stanno usando droni per scopi di contrabbando almeno dal 2010. Nel gennaio del 2015, un drone carico di metanfetamina è precipitato a Tijuana. Nell’agosto di quest’anno, agenti di pattuglia sulla frontiera a San Diego sono riusciti a bloccare il primo caso confermato di contrabbando via drone, anche se si pensa che altri tentativi siano andati a buon fine.
Come è emerso recentemente, i contrabbandieri sono sospettati di impiegare i droni in missioni di vigilanza e ricognizione, in particolare lungo la frontiera con gli Stati Uniti. I droni equipaggiati con esplosivi potrebbero essere plausibilmente impiegati contro le persone o su obiettivi come blocchi stradali o edifici. Il Centro per l’Investigazione e la Sicurezza Nazionale (CISEN) ha inoltre avvertito che, in particolare il Cartello Jalisco New Generation sta impiegando ordigni esplosivi improvvisati, sul modello di quelli impiegati dai ribelli delle FARC in Colombia, i cui materiali e istruzioni possono essere reperiti su internet.
Il CJNG è rapidamente diventato uno dei cartelli più grandi del Messico ed è considerato tra i più violenti. Il tipo di esplosivo associato a quest’organizzazione è considerato molto instabile e pericoloso sia per i suoi possessori che per le persone contro cui è usato. In un rapporto il CISEN afferma che, all’espandersi del CJNG, la distruzione causata da questo tipo di armi potrebbe aumentare.
La tecnologia dei droni è significativamente migliorata negli ultimi anni e i criminali non sono i soli ad adottarla.
Nel municipio di Santa Caterina, nei pressi di Monterrey, nello Stato del Nuevo León, la polizia impiega un drone di tipo militare per reprimere le rapine e raccogliere informazioni sulle attività criminali.
Ad Acapulco la polizia locale e quella federale hanno usato i droni per pattugliamenti aerei, in appoggio ad agenti sul terreno, per prevenire il crimine e consolidare la sicurezza. Per un certo tempo Acapulco, località di vacanze, è stata devastata dal crimine del narcotraffico con episodi di violenza arrivati anche nelle aree residenziali e turistiche.
Dappertutto in America Latina – una delle aree più violente del mondo – le amministrazioni stanno usando i droni in appoggio alle forze dell’ordine per reprimere il crimine, in particolare il narcotraffico.
Le unità speciali di polizia a Rio de Janeiro hanno iniziato a usare droni per monitorare le gang e il commercio di droga nelle favelas che circondano la città, che negli ultimi mesi registra una crescita esponenziale della violenza. In alcune aree della capitale del Cile i droni affiancano le pattuglie di pubblica sicurezza e le forze di polizia hanno aperto bandi di gara per l’acquisto di mezzi senza pilota per contrastare il narcotraffico e il crimine organizzato.
In Colombia – dove i trafficanti sono stati trovati in possesso di droni – le autorità hanno a loro volta adottato questi mezzi per usi civili e militari. La Bolivia ha arruolato droni nelle sue forze armate e la polizia nazionale del Perù impiega droni per la sicurezza, l’antiterrorismo e il contrasto al traffico di droga. Il Brasile ne fa uso per impedire il contrabbando in Amazzonia e lungo le frontiere con la Colombia e il Perù. La Colombia, la Bolivia e il Perù sono i più grandi produttori al mondo di coca, l’ingrediente di base della cocaina.
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