cecilia sala mohammad abedini najafabadi

GLI USA BATTONO UN COLPO SULL’ARRESTO DI CECILIA SALA: “L’IRAN DEVE SMETTERLA DI FERMARE CITTADINI STRANIERI PER USARLI COME LEVA POLITICA DI RICATTO. CHIEDIAMO IL RILASCIO IMMEDIATO”. AL DIPARTIMENTO DI STATO POTREBBERO COMINCIARE APRENDO ALLA CONSEGNA DI MOHAMMAD ABEDINI, IL CITTADINO SVIZZERO-IRANIANO AMMANETTATO A MILANO IN UN’OPERAZIONE CONGIUNTA DELL’FBI E DELLA DIGOS (SU MANDATO AMERICANO). È QUELLA LA CONTROPARTITA CHIESTA DAL REGIME DI TEHERAN: LA GIORNALISTA ITALIANA NON È STATA ARRESTATA PER IL SUO LAVORO, MA PERCHÉ È UNA FORMIDABILE ARMA DI RICATTO...

 

 

1. CECILIA SALA, GLI STATI UNITI A REPUBBLICA: “ARRESTO INGIUSTIFICATO, L’IRAN LA LIBERI SUBITO”

Paolo Mastrolilli per www.repubblica.it

https://www.repubblica.it/esteri/2024/12/29/news/cecilia_sala_dipartimento_stato_usa_iran-423911588/?ref=RHLF-BG-P1-S1-T1

 

Mohammad Abedini najafabadi

L’Iran deve smetterla di arrestare arbitrariamente cittadini stranieri per usarli come “leva politica” di ricatto e quindi gli Stati Uniti chiedono “il rilascio immediato e incondizionato” di tutti i detenuti, inclusa Cecilia Sala.

 

Però i droni trafficati da Mohammed Abedini servono a “sostenere gruppi terroristi e milizie filo iraniane che puntano a destabilizzare l’intera regione”, quindi Washington continuerà ad usare tutti i mezzi disponibili per contrastarli, a cominciare dall’estradizione dell’arrestato in Italia. Lo dice un portavoce del dipartimento di Stato a Repubblica, nella prima dichiarazione politica rilasciata dagli americani sul caso Sala.

 

cecilia sala

La richiesta di consegnare Abedini procede: “Vi rimandiamo al Dipartimento di Giustizia - dice il portavoce - per quanto riguarda accuse specifiche e ulteriori dettagli in questo caso”. La motivazione della domanda di estradizione è però troppo grave e seria, per essere accantonata: “La proliferazione da parte dell’Iran di veicoli aerei senza pilota, o droni, sempre più avanzati e letali e il suo continuo sostegno a gruppi terroristici e per procura violenti rappresentano le principali minacce alla pace e alla stabilità nella regione”.

 

Perciò “rimaniamo impegnati a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per contrastare l’intera gamma delle azioni destabilizzanti dell’Iran – compreso il suo sostegno a gruppi terroristici e per procura violenti – per indebolire e interrompere la capacità dei gruppi sostenuti dall’Iran di condurre attacchi terroristici”.

 

Mohammad Abedini najafabadi

Il dipartimento di Stato, rispondendo ad una domanda specifica sul collegamento tra l’arresto di Sala e quello di Abedini, lo conferma: “Siamo a conoscenza della denuncia di arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Questo arresto - sottolinea il portavoce - arriva dopo che un cittadino iraniano è stato arrestato in Italia il 16 dicembre per contrabbando di componenti di droni. Chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti in Iran senza giusta causa”.

 

biden meloni vertice nato

Le motivazioni di Teheran per arrestare una giornalista impegnata nel proprio lavoro, con un visto e quindi rispettando le leggi del Paese ospite, sono altrettanto chiare, secondo Washington: “Sfortunatamente, il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti altri Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c’è alcuna giustificazione per questo e dovrebbero essere rilasciati immediatamente. I giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose, e devono essere protetti”.

 

[…]

CECILIA SALA

 

L’OPERAZIONE ITALIA-USA SUL FERMO DELL’IRANIANO E LA TRATTATIVA PER IL RILASCIO

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Con il passare delle ore e dei giorni, il sospetto che l’arresto di Cecilia Sala sia legato a quello dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedininajafabani (noto anche come Abedini) avvenuto tre giorni prima a Milano, sta diventando sempre più concreto. Quasi una certezza: la liberazione dell’una possibile solo se arriva quella dell’altro.

 

joe biden e giorgia meloni al concerto di andrea bocelli g7

Un intreccio tanto realistico quanto complicato da sciogliere, perché la giornalista italiana è stata presa dalle forze di sicurezza della Repubblica islamica che ora ne dispongono direttamente, mentre l’iraniano (che ha pure un passaporto svizzero) è stato catturato dalla polizia italiana per conto degli Stati Uniti d’America, che ne reclamano l’estradizione.

 

Cioè un Paese alleato di cui è difficile disattendere le richieste nell’attuale scenario di crisi internazionale, che vede gli Usa frontalmente contrapposti all’Iran.

 

Mohammad Abedini najafabadi

È in questo strettissimo e scivoloso sentiero che da dieci giorni si sta tentando di intavolare una trattativa dove le strategie dell’ intelligence si sovrappongono a quelle delle diplomazie. Entrambe piene di ostacoli, sebbene in casi come questi si faccia solitamente maggiore affidamento sui contatti tra servizi segreti rispetto a quelli fra consolati e ambasciate. Ma dal giorno in cui Cecilia Sala è stata prelevata nell’albergo dove alloggiava a Teheran l’Italia sta valutando ogni possibilità e ogni ipotesi. […]

 

CECILIA SALA

A confermare la complessità della situazione è la circostanza che il fermo di Abedini, scattato lunedì 16 dicembre, non è stato casuale né determinato dalla segnalazione del sistema di allerta alle frontiere al momento del suo ingresso in Italia. Si è trattato invece di un’operazione congiunta, condotta dall’Fbi insieme alla Polizia di prevenzione e alla Digos di Milano, che stavano aspettando l’iraniano al varco.

 

pasdaran

 Tre giorni prima, venerdì 13, il tribunale federale del Massachusetts aveva emesso un ordine d’arresto internazionale nei confronti dell’ingegnere accusato di associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e supporto a un’organizzazione terroristica (i pasdaran dei Guardiani della rivoluzione); reati che gli Usa collegano all’attentato realizzato con droni commercializzati dai due inquisiti che nel gennaio scorso ha ucciso tre soldati americani in Giordania.

 

CECILIA SALA

Subito dopo l’Fbi ha avvisato la polizia italiana che il ricercato aveva prenotato, per il lunedì successivo, un volo diretto da Istanbul a Milano Malpensa. Gli investigatori dell’Antiterrorismo hanno verificato l’informazione e l’hanno atteso al varco […]

 

[…] L ’indomani i giudici della Corte d’appello milanese hanno convalidato il fermo, ma per diffondere la notizia si sono attese altre 24 ore, perché nel frattempo negli Usa veniva arrestato un presunto complice di Abedini, Mahdi Mohammad Sadeghi, cittadino iraniano-statunitense residente nel Massachusetts. Un’azione coordinata da cui è arduo, adesso, tornare indietro con un rigetto dell’estradizione di Abedini che potrebbe facilitare il rilascio di Sala.

 

CECILIA SALA

Quando dagli Usa arriverà tutta la documentazione a supporto delle accuse a suo carico, la Corte d’appello milanese tornerà a riunirsi per decidere se consegnare o meno il detenuto. In caso di rifiuto Abedini tornerebbe libero, mentre se la domanda venisse accolta l’ultima parola toccherebbe comunque al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Che potrebbe dire no come fece un anno fa per un religioso ultraottantenne reclamato dell’Argentina per crimini contro l’umanità commessi nel periodo della dittatura militare; ma in questa vicenda un diniego «politico» all’estradizione sembra poco probabile. Soprattutto nei confronti dell’alleato più importante.

 

khamenei con i pasdaran

Il prossimo 9 gennaio è fissata una visita in Italia del presidente uscente Joe Biden, accompagnato dal segretario di Stato Antony Blinken, e se Cecilia Sala non verrà rilasciata prima è possibile che la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani affrontino con loro la connessione tra le due situazioni. Sebbene dopo dieci giorni a guidare gli Usa e la diplomazia a stelle e strisce saranno nuovi interlocutori: Donald Trump e il suo staff.

 

[…] Nel frattempo, dopo dieci giorni di reclusione, le autorità iraniane non hanno ancora formalizzato le accuse a Cecilia Sala. Ad arresto avvenuto sarebbero state interrogate alcune persone che la giornalista ha incontrato nella settimana di lavoro a Teheran per i suoi reportage, forse nel tentativo di dare qualche contenuto ai «comportamenti illegali» inizialmente contestati.

cecilia sala

 

Tuttavia sono in pochi a credere che la sorte di Sala sia legata alle eventuali accuse che dovessero arrivare. Se davvero la reporter è finita al centro di una ritorsione per la cattura dei due iraniani in Italia e negli Usa, è lì che va cercata una via d’uscita.

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