
DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA…
1. Moralisti della DOmeniCa
Massimo Gramellini per la stampa.it
MORANDI CON LA BUSTA DELLA SPESA AL SUPERMERCATO
Gianni Morandi pubblica sulla sua pagina Facebook una foto che lo immortala con la busta della spesa e scrive tutto contento: «Buona domenica! Ho accompagnato mia moglie al supermercato». Ignoro le ragioni per cui un uomo di mondo senta il bisogno insopprimibile di diffondere certe notizie cruciali all’umanità: forse il desiderio di mostrarsi un comune mortale.
In ogni caso la reazione dei fan è feroce. Un’orchestra di critiche, tra cui «vergognati» risulta la più graziosa. La colpa del Morandi? Essersi recato a fare la spesa di domenica, costringendo i commessi a sacrificare il giorno di riposo e l’armonia familiare per badare ai suoi comodi. La domenica, scrivono i fustigatori, non si va nei supermercati, templi del consumismo schiavista, ma a messa o a vedere un film (sorvolando sul prete e sui chierichetti, chi sta alla cassa di un cinema non ha dunque lo stesso status di chi presidia quella di un supermercato?).
Il lato tenero della vicenda sono le risposte di Morandi. Avrebbe potuto andare a lezione di sadismo web da Mentana e zittire i moralisti della domenica, ricordando loro quante volte saranno entrati in un bar o in una pizzeria nei giorni festivi. Invece, in preda alla sindrome di Stoccolma o forse solo alla sua innata gentilezza, il distruttore inconsapevole di famiglie si è scusato persino di avere augurato «buona domenica» e ha promesso che non si avvicinerà mai più a un supermercato durante le feste comandate. Conoscendolo, d’ora in poi nei concerti suggerirà alle fidanzate di farsi mandare dalla mamma a prendere il latte soltanto dal lunedì al sabato.
Avrebbe potuto ignorarli o sfancularli. invece, in un’escalation di scuse, si è cagato addosso: “non pensavo fosse così grave”, e un po’ Fantozzi: “la colpa è di mia moglie”. Alla fine ha promesso: “farò la spesa solo nei giorni feriali”
2. LA SUBURRA MODERNA CHE PROCESSA MORANDI
Francesco Merlo per la Repubblica
Con i metodi spicci dei social — «vergognati », «meriti un castigo… » — persino il più simpatico degli italiani, Gianni Morandi, è stato aggredito come fosse lo sfruttatore di Gomorra o il capo dei kulaki, i contadini ricchi che Stalin fece sterminare, perché di domenica — «giorno del Signore» e non «del consumismo» — è andato a fare la spesa al supermercato «dove i lavoratori sono sfruttati»: «vai in Chiesa invece».
Dapprima Morandi, fermo e gentile, ha invocato «il servizio utile», «un’abitudine che c’è in moltissimi paesi».
Ma poi, in un’escalation di scuse, ha fatto l’autocritica, un po’ Bucharin, «non pensavo fosse così grave», e un po’ Fantozzi: «la colpa è di mia moglie». Alla fine ha promesso: «farò la spesa solo nei giorni feriali».
Su Facebook, dove è seguito da 2.392.244 fan, Morandi aveva postato una foto molto “alla Morandi”, da ragazzo che come noi….: il sorrisone, la polo blu, la sporta della spesa che lo sbilancia nella famosa camminata da pentagramma, le scarpe da ginnastica che sono la divisa dell’adolescenza. È lo stesso Morandi che applaudiamo da 50 anni, ciascuno con un motivetto in testa, “occhi di ragazza”, “canzoni stonate”: Morandi è uno strumento che sempre dà la stessa nota ta.ra.ta.ta.
La canzonetta, quando ha il successo di Morandi, un po’ come l’acqua fresca sembra niente ma è tutto. Placa l’arsura della malinconia, commuove i più duri, è il fischiettare del solitario ma è anche la civiltà del coro: popolo senza populismo, è la colonna sonora della democrazia.
Dunque è bella questa foto con la sporta della spesa anche se si intravede la malinconia di un obbligo, quello di restare fedeli all’idea del giovane artista. Come ci succede con Mick Jagger e con Paul McCartney, tutti fingiamo di non vedere l’artifizio giovanilistico perché l’eternità del mito custodisce la nostra memoria: proteggiamo la nostra illusione. La foto ieri sera era arrivata a 41.000 like.
gianni morandi massimo ranieri
Cosa è dunque accaduto? Morandi, che riempie gli stadi ed è amato da tutti gli italiani, sui social si è beccato, persino lui, l’insulto “seriale”. Perché?
Pur essendo straordinari e velocissimi strumenti di informazione che non ci stancheremo mai di usare e di lodare, i social sono anche il luogo dove si libera e si sfoga la suburra moderna. E dunque non bisogna credere che si sia davvero aperto su Facebook un dibattito magari datato tra, da un lato, la resistenza al consumismo alleata con i soldati di Dio che difendono la santificazione del giorno della Messa, e, dall’altro lato, l’amore per i supermercati e l’ora et labora, insomma tra l’otium e il negotium, tra chi rimpiange l’azzurro di ”quelle domeniche da soli, neanche un prete per chiacchierar” e chi invece pensa che lavorare la domenica, e perciò anche fare shopping se si svuole, sia la più compiuta modernità. E visto che c’è una canzone per tutto, vale la pena intonare stonati il Supermarket di Lucio Battisti (1971): “Scatolette colorate / carni rosa congelate / c’è di tutto intorno a me / ma lei non c’è”.
gianni morandi con la moglie anna
In realtà la disputa ideologica c’è, ma solo come cornice, come eco, come rimbombo remoto. L’aggressione a Morandi, e come vedremo tra poco anche la sua difesa, non rivelano una smania collettiva da filosofi, tutti Voltaire e Montesquieu, pronti alla conversazione webperipatetica attraverso gli strumenti del più moderno pensiero spettinato.
gianni morandi caterina caselli
Hanno prevalso invece la solita voglia d’insultare, la bile nera del fanatismo, gli sbuffi del livore. La foto di Morandi ha liberato l’istinto ferino dei repressi e dei vigliacchi che in Rete vanno a caccia di prede e, quando ne individuano una, si scatenano come la muta che insegue il leprotto. Leggete questo tweet (meglio evitare i nomi per non prestarsi al gioco): «Caro Morandi pentiti! Allontanati da Satana! La Domenica è Santa. È giubilo. È Pace. È gioia. Non si passa nel Centro Commerciale ma in Chiesa». E c’è persino chi gli contesta la pubblicità occulta alla Conad.
Di tutto si può discutere ma l’idea che Morandi, andando a far la spesa di domenica, abbia davvero commesso una cattiva azione contro Dio e contro i diritti dei lavoratori è roba da Sharia alle vongole, a metà tra la barzelletta e l’indignazione simulata. Di domenica si lavora nei cinema, nei bar e nei ristoranti, nei parchi e negli ospedali, nei giornali e negli stadi, nelle metropolitane, nei traghetti, negli aeroporti e nei teatri… E pure i cristiani più credenti sanno che si lavora anche per rendere gradevole il dono della vita, e dunque per conquistare agi, per guadagnare un po’ di più — anche poco di più — e per consumare, che significa accedere alla comodità, alla cura di sé, a fare la spesa la domenica con la propria moglie.
E le città non erano migliori quando erano collassate nei primi cinque giorni della settimana e, negli ultimi due, abitate solo dai fantasmi e dai matti (che adesso stanno invece alla tastiera). In Italia da circa due anni molti supermercati rimangono aperti 24 ore su 24. E non solo a Roma, Milano, Torino e a Bologna i Carrefour funzionano anche la notte.
Sperimentare un supermercato di notte è un’esperienza spaesante che la pubblicità ha lanciato con i video di Roby e Francesco Facchinetti e l’hastag #h24tiadoro. Lo scrittore Christian Raimo ha pubblicato su Internazionale un bel reportage nel supermercato di Piazzale Morelli a Roma. Anche io ci sono stato e ci ho visto la città placata, depurata dagli odori e inondata di luce, senza file, senza pericoli, uno spazio senza pensieri, pieno di persone sole.
SELVAGGIA LUCARELLI GIANNI MORANDI
È un mondo diverso dalla folla baudeleriana dei grandi centri commerciali attorno al Vesuvio, nella campagna siciliana, in Toscana e in Emilia, nella pianura Padana tra rotonde e nani da giardino. Poco frequentati nei giorni feriali, tutti si riempiono la domenica con un rito che ha la socialità della piazza e la coralità della messa.
È vero che c’è un problema di contratto di lavoro molto intricato e, di questo, nei rimproveri a Morandi c’è un’eco. Nel maggio scorso c’è stato uno sciopero. È una vertenza sindacale, non uno scontro tra un’antica sinistra che pensa che lavorare sia una dannazione, la reificazione di Marx, e un’altra sinistra più moderna che crede invece che la sola disgrazia sia la disoccupazione e che il lavoro sia una fortuna da difendere e da incrementare, anche con i magri straordinari domenicali.
gianni morandi al mare occhio alle minchie acquatiche
Ma ecco la sorpresa finale: nello scontro attorno a Morandi le ragioni e i torti hanno la stessa puzza. Tra quelli che l’hanno difeso solo all’inizio infatti ha prevalso l’ironia che, a poco a poco, è degenerata. E dunque alla signora che aveva criticato Morandi, uno ha replicato: «Ammazzati». Un altro: «Sei una pazza, una psyco”. E ovviamente «non rompere il cz…». Ecco i social: un capro espiatorio e tante pietre per lapidare.
Sotto a chi tocca. Persino Morandi non si è salvato, sul web neppure uno su mille ce la fa.
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