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Giovanna Vitale per “la Repubblica- Roma”
La partita non è ancora chiusa. Anzi. A dispetto delle previsioni di Grillo, che venerdì scorso aveva annunciato «una bella conferenza stampa » della sindaca «a breve» per dire «no alle Olimpiadi», potrebbe riaprirsi.
Se continuando a prendere tempo, per dare modo al Coni di avviare un’azione giudiziaria, oppure convocando un referendum cittadino per far esprimere i romani (ipotesi però smentita seccamente dal Campidoglio) resta tuttavia ancora da decidere. L’unica cosa certa è l’indiscrezione fatta trapelare a sera dal suo staff: Virginia Raggi e Giovanni Malagò si incontreranno nelle prossime ore, prima del weekend la sindaca darà una comunicazione ufficiale.
Quel che è certo, al momento, è che non sarà un sì. Ma forse neppure un no secco. L’avvocata cinquestelle si sente con le spalle al muro. Stretta tra un pressing fortissimo sulla conferma della candidatura di Roma ai Giochi (finora tenuta in vita dalla trattativa segreta tra il vice Daniele Frongia e Malagò) e il niet del fondatore e di buona parte del direttorio a 5Stelle, che invece premono perché lei resti fedele al programma elettorale del Movimento.
Un cul de sac che ha mandato in crisi la sindaca. Facendola ogni giorno oscillare ora da una parte, ora dall’altra, alla ricerca di una exit strategy in grado di salvare il suo rapporto con il partito che l’ha spedita sul colle romano e al tempo stesso le eviti di inimicarsi mezza città: sindacati, industriali, associazioni, ma anche lobby e corporazioni, tutti interessati alla valanga di euro pronti a piovere sull’Urbe.
Senza dimenticare il governo e il Coni, che sull’appuntamento del 2024 molto hanno puntato (e già speso) e che certo le renderebbero la vita impossibile nel caso in cui dovesse ostacolare la corsa olimpica della capitale. La coppia Raggi-Frongia ha ben chiaro che si tratta comunque di un azzardo: sia temporeggiare, sia giocare la carta del referendum. Una indecisione che ieri sera si è cercato in ogni modo di dissimulare facendo filtrare, da fonti però informali, che l’incontro con il Coni ci sarà a breve e la conferenza stampa pure: anche se per entrambi non c’è ancora una data. Perché la verità è che la sindaca non ha ancora stabilito il da farsi. Vuole capire di più.
Verificare se la sua strategia alternativa al rifiuto secco, specie dopo l’ultimatum di Grillo, possa suonare come una provocazione o, viceversa, offrire margini di manovra. Il pretesto per consumare quello strappo dal Movimento, già più volte minacciato. La vera ragione per cui fino a oggi nessuna decisione è stata formalizzata. E che alla fine potrebbe far pendere la bilancia per il no.
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