starbucks crisi licenziamenti dipendenti

SE NON MOLLI, TI RENDO LA VITA IMPOSSIBILE – UN GRUPPO DI LAVORATORI HA DENUNCIATO AL “SEATTLE TIMES” LA PRATICA MESSA IN CAMPO DA STARBUCKS PER LIBERARSI DEI DIPENDENTI DOPO AVER ANNUNCIATO UN PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DA 1 MILIARDO DI DOLLARI CHE PREVEDE IL LICENZIAMENTO DI 900 PERSONE – OLTRE A UNA POLITICA RESTRITTIVA PER FAR RIENTRARE I DIPENDENTI IN UFFICIO, SCATTA L’OBBLIGO DI TRASFERIMENTO A TORONTO O A SEATTLE PER I DIRIGENTI - A COLORO CHE NON SONO FAVOREVOLI AI CAMBIAMENTI È STATO PROPOSTO UN PROGRAMMA DI USCITA VOLONTARIA

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Estratto dell’articolo di Irene Maria Scalise per www.repubblica.it

 

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Se non mi lasci ti rendo la vita impossibile. Sembra questo l’ultimo modus operandi delle aziende che – pur di spingere ad uno scivolo i dipendenti più reticenti all’addio – scelgono di creare condizioni lavorative quasi impossibili.

 

Come dire: meglio la via di fuga piuttosto che restare al lavoro in pessime condizioni. Ultimo caso è quello di Starbucks che ha annunciato un piano di ristrutturazione da 1 miliardo di dollari che prevede il licenziamento di 900 dipendenti non addetti al commercio al dettaglio e la chiusura di un numero imprecisato di negozi.

 

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Le due alternative

Racconta il Seattle Times che questa estate l'azienda ha annunciato una politica molto più restrittiva, sul rientro in ufficio, e contemporaneamente ha introdotto anche due punti degni di nota: un possibile trasferimento e un programma di uscita. L'obbligo di trasferimento, che si applica ai dirigenti, li obbliga a fare le valigie a Seattle o Toronto entro luglio. Per coloro che non sono favorevoli ai cambiamenti è stato proposto un programma di uscita volontaria una tantum con pagamento consolatorio.

 

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Un atteggiamento così poco conciliante, e dal sapore ricattatorio, per cui i lavoratori già stanchi dei precedenti licenziamenti aziendali, e della stretta sul rientro in ufficio, hanno denunciato le loro preoccupazioni al Seattle Times chiedendo di restare anonimi per proteggere il proprio posto di lavoro.

 

Da Amazon a Microsoft

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L'obbligo di rientro in ufficio in realtà è piuttosto diffuso tra le grandi aziende. Se Amazon ha imposto una politica di lavoro in presenza di cinque giorni, Microsoft ne ha chiesti tre. Prima della pandemia Starbucks adottava la tradizionale settimana lavorativa di cinque giorni in ufficio. L'azienda dopo il blocco del Covid è passata a una politica di lavoro ibrido del 2023 ma, ad ottobre dello scorso anno, ha imposto di lavorare tre giorni e poi nel luglio di quest’anno ha aggiunto un giorno a partire da settembre 2025.

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