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LA GUERRA IBRIDA È GIÀ IN CORSO, MA LA NATO TENTENNA – GRAN PARTE DELLE CANCELLERIE OCCIDENTALI HA PRESO LE DISTANZE DALLE PAROLE DELL’AMMIRAGLIO GIUSEPPE CAVO DRAGONE, SECONDO CUI L’ALLEANZA DEVE IPOTIZZARE “ATTACCHI PREVENTIVI” CONTRO LA RUSSIA – EPPURE IL PROBLEMA ESISTE, ED È GROSSO: LA NATO NON È ATTREZZATA CONTRO LE INCURSIONI DEI DRONI SUGLI AEROPORTI, SABOTAGGI INFORMATICI, MINACCE ALLE INFRASTRUTTURE – BISOGNEREBBE “ALLENTARE” IL VINCOLO FONDATIVO DELL’ALLEANZA: UN’ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA CHE NON PUÒ CONDURRE “RAID PREVENTIVI”. E PESA L’ATTEGGIAMENTO “ACCOMODANTE” DI TRUMP VERSO PUTIN – IL RITRATTO DI CAVO DRAGONE, TUTT’ALTRO CHE UN GUERRAFONDAIO...

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CONTRASTO AGLI ATTACCHI IBRIDI: LA NATO È DIVISA (E GLI USA ASSENTI)

Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe cavo dragone foto di bacco (2)

La Nato si muove su un doppio livello rispetto alla Russia. Da una parte il segretario generale, Mark Rutte, in conferenza stampa, sollecita Vladimir Putin a raggiungere l’accordo con Donald Trump e Volodymyr Zelensky, affermando in modo perentorio, a uso e consumo del Cremlino, che l’ipotesi di ammettere l’Ucraina nell’Alleanza «non ha il consenso necessario».

 

Dall’altro lato, però, sta salendo di tono il confronto tra i 32 partner su una questione che si sta rivelando tanto cruciale quanto divisiva: come reagire all’escalation degli «attacchi ibridi» provenienti, o almeno questa è la convinzione generale, da Mosca?

 

hacker russi

Il tema è riemerso con clamore, lunedì, quando il Financial Times ha pubblicato alcune dichiarazioni rilasciate dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell’Alleanza. Secondo Cavo Dragone, la Nato dovrebbe essere più aggressiva per prevenire le incursioni dei droni sugli aeroporti; il sabotaggio informatico di uffici pubblici, banche, ospedali; le minacce agli impianti energetici, ai cavi sottomarini, alle reti di telecomunicazioni.

 

L’uscita dell’ammiraglio non è piaciuta praticamente a nessuno. C’è chi, informalmente, aveva subito fatto notare che l’espressione «attacco preventivo», scelta da Cavo Dragone, avrebbe scatenato la reazione di Putin e dei partiti europei più disponibili verso Mosca.

 

DONALD TRUMP E MARK RUTTE - VERTICE NATO AJA

Altri, invece, ora sostengono che Cavo Dragone abbia agito goffamente: avrebbe dovuto riportare le sue osservazioni al Consiglio del Nord Atlantico, l’organismo che riunisce i rappresentanti politici dei 32 partner, oppure direttamente al segretario generale.

 

Nella sostanza, però, il problema esiste. E non da ora. Già nel 2015 la Nato aveva istituito la Joint Intelligence and Security Division per analizzare le «minacce della guerra ibrida». Più di recente, in un documento del 3 febbraio 2025, la Nato ha elencato quali sono i cinque pericoli della «hybrid warfare»: disinformazione pilotata dall’esterno; cyber attacchi; pressioni economiche; dispiegamento di forze militari irregolari o regolari.

 

putin hacker russi meme

[...]  Polonia, Olanda, Finlandia e Paesi Baltici chiedono ai militari un cambio di passo. Se occorre, bisogna essere in grado di colpire la fonte degli attacchi, senza aspettare di subirli.

 

Come ha sottolineato lo stesso Cavo Dragone, però, bisognerebbe allentare il vincolo fondativo della Nato: un’organizzazione difensiva che non può condurre «raid preventivi». Ministri e generali stanno allora cercando di capire quali siano i margini di manovra.

 

Per adesso siamo in un cantiere aperto, popolato più da idee che da soluzioni concrete. I finlandesi propongono «l’autonomia strategica sull’informazione», vale a dire controlli più stretti sui social. Gli olandesi suggeriscono di infiltrare agenti segreti nel mondo degli hacker: è una misura che hanno introdotto nel loro Paese, con la «Defense Cyber Strategie 2025».

 

[…]

 

DONALD TRUMP E MARK RUTTE - VERTICE NATO AJA

Ma tutta questa discussione tecnico-militare è sovrastata da un ineludibile fattore politico: l’atteggiamento accomodante degli Stati Uniti verso Putin. Nella riunione del primo dicembre, l’ambasciatore Usa Matthew Whitaker è stato piuttosto sbrigativo con gli altri 31 colleghi. Nessun cenno a Cavo Dragone, ma l’invito a «lasciar lavorare i negoziatori americani».

 

Ci penseranno loro a tenere conto delle «linee rosse» fissate dagli ucraini. La Nato, ha assicurato Whitaker, sarà consultata se nel negoziato con Putin emergeranno materie di sua competenza. Interessante notare come questi concetti siano poi stati ripetuti, quasi alla lettera, da Rutte davanti ai giornalisti. Senza citare la fonte, naturalmente.

 

CAVO DRAGONE, CONSIGLIERE NATO TRA DETERRENZA E DIPLOMAZIA

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

giuseppe cavo dragone foto di bacco (1)

L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone è molto lontano dagli stereotipi guerrafondai che gli sono stati attribuiti dopo la sua intervista al Financial Times. Da due anni ripete che il conflitto in Ucraina non può avere una soluzione militare ed è necessaria un'iniziativa diplomatica per fermare le armi: «La vera sfida comunicativa - ha dichiarato a Repubblica nel 2023 - non è tanto quella di contrastare le narrative della Russia, quanto quella di convincere la gran parte del mondo che ha deciso di non schierarsi a far sentire in maniera molto più determinata la propria voce per chiudere questa guerra anacronistica».

 

GIUSEPPE CAVO DRAGONE

L'ammiraglio ha 68 anni ed è un ufficiale con un approccio operativo ma un profondo rispetto per le istituzioni democratiche: ha sempre parlato con schiettezza, anche nelle audizioni alle Camere, come fanno i vertici militari negli altri Paesi.

 

La missione più difficile l'ha condotta alla fine del 2001, quando decollando dalla portaerei Garibaldi ha pilotato il caccia Harrier che ha condotto il primo raid contro i talebani. [...]

 

Dal 2016 ha diretto il Comando operativo interforze durante l'impegno contro lo Stato islamico. Risalgono a quel periodo gli attriti con il generale Roberto Vannacci, che guidava il contingente sul campo, che si sono ripetuti nel 2023 quando ha promosso l'azione disciplinare per la pubblicazione non autorizzata de "Il mondo al contrario".

 

Giuseppe Cavo Dragone capo di Stato Maggiore della Difesa

Nel 2019 è diventato capo di Stato Maggiore della Marina e due anni dopo dell'intera Difesa, trovandosi a gestire il ritorno della guerra in Europa. «Nel Mediterraneo c'è una competizione costante - ha detto a Repubblica nell'agosto 2022 - . Non esiste più la vecchia idea di pace: si passa direttamente dalla competizione alla crisi, che rischia di trasformarsi in conflitto».

 

Lo scorso gennaio ha assunto la presidenza del Comitato militare della Nato. Il suo compito non è dare ordini alle truppe dell'Alleanza - spetta al generale statunitense Alexus Grynkewich - ma essere l'interfaccia del segretario generale Mark Rutte, a cui deve consigliare le strategie.

 

hacker russi

Proposte come l'introduzione di un deterrente per contrastare la guerra ibrida in corso in Europa, creando una capacità di risposta credibile che dissuada la Russia dal lanciare altri attacchi cyber o informativi. E questo - come ha sottolineato - richiede che i Parlamenti dei membri della Nato discutano e adottino nuove leggi, ad esempio per rendere possibili attività cibernetiche offensive. [...]

cavo dragoneGiuseppe Cavo Dragone capo di Stato Maggiore della Difesa