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NELLA GUERRA DI TRUMP, LE PRIME VITTIME SONO I PAESI OCCIDENTALI – “THE DONALD” HA DECISO DI GESTIRE DA SOLO LA CRISI ISRAELE-IRAN, E COSÌ HA “AZZOPPATO” GLI STORICI ALLEATI DELL’AMERICA – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “TORNARE A WASHINGTON PER DECIDERE GUERRA O PACE GIUSTIFICA L'ABBANDONO DEL G7. GIUSTIFICA MENO CHE SU QUESTA FATALE SCELTA IL PRESIDENTE AMERICANO NON ABBIA AVVERTITO L'UTILITÀ E NECESSITÀ DI CONSULTARSI CON I SUOI PIÙ STRETTI ALLEATI ED AMICI, COME REAGAN FACEVA CON THATCHER O GEORGE W. BUSH CON BLAIR E BERLUSCONI. NO, TRUMP PREFERISCE PARLARNE AL TELEFONO CON PUTIN, PER POI PROPORLO COME IMPROBABILE MEDIATORE...”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
DONALD TRUMP - G7 A KANANASKIS IN CANADA
Donald Trump ha seppellito il G7 fra le vette imbiancate delle Montagne Rocciose. Con un nobile scopo, inseguito da decenni: una pace in Medio Oriente. Ieri l'altro, in tarda serata, ha improvvisamente lasciato Kananaskis, a metà dei lavori del G7, per dedicarvisi. […]
Per ora sappiamo solo che il danno collaterale, l'azzoppamento del G7, è un prezzo molto alto. Da mezzo secolo il G7 è uno strumento che ha fatto un ottimo servizio alla comunità internazionale e all'Occidente, attraverso guerre, rivolgimenti epocali – qualcuno ricorda l'Unione Sovietica in dissolvenza? – crisi politiche, energetiche, economiche, finanziarie. Ancora di salvezza provvidenziale in circostanze difficili.
FOTO DI GRUPPO AL G7 DI KAnanaskis IN CANADA
[…] Ma col partecipante più importante a mezzo servizio, il vertice perde quota, dentro e fuori. Dentro, dove creava un senso di comunità, appartenenza e direzione a beneficio dei beati possidenti del gruppo; fuori, nell'attrarre chi, ogni anno, fa la coda per uno strapuntino.
Ieri, a Kananaskis, sono arrivati i leader di Australia, Brasile, India, Messico, Sud Africa, Corea del Sud e Ucraina. L'assenza di Trump col quale alcuni avevano già messo in cantiere un incontro bilaterale li avrà lasciati a bocca asciutta – o forse dato sollievo a chi fu strapazzato nell'Ufficio Ovale, vedi il sudafricano Cyril Ramaphosa.
telefonata tra donald trump vladimir putin - vignetta by osho
Volodymir Zelensky contava sul colloquio per compensare le effusioni telefoniche del Presidente americano con Vladimir Putin. Si è dovuto accontentare degli altri sei, male non fa ma li aveva già dalla sua. Il punto non è tanto quello dei loro mancati incontri col Presidente degli Usa quanto di un foro diventato il G7 meno Uno.
Disertando il secondo giorno del vertice Trump ha fatto un doppio disservizio: al gruppo, ridimensionato, e agli interlocutori, spiazzati. Cosa rappresenta il G7 senza Usa si saranno domandati?
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
Interlocutori decisamente rappresentativi, con tre leader, Luiz Inácio Lula, Narendra Modi, Cyril Ramaphosa, dei cinque Paesi Brics originari. Che evidentemente non disprezzano tenere un piede anche nella tenda G7. Non siamo più i padroni industrializzati del mondo come negli anni '70 e '80 del secolo scorso.
Verissimo. Ma, cifre alla mano (45% del Pil mondiale), teniamo ancora testa alla crescita dei Brics (24%). A condizione, certo, di avere gli Usa a bordo. Ed è quanto che Trump ha messo in forse con la partenza improvvisa.
Giustificata? La "situation room" della Casa Bianca dove decidere cosa fare nella guerra Israele-Iran è certamente un valido motivo. L'urgenza c'è. Al sesto giorno. Israele ha vinto la guerra dei cieli. Può fare il bello e il cattivo tempo sull'intero territorio iraniano mentre le capacità missilistiche offensive di Teheran sembrano scemare di giorno in giorno.
Ma Gerusalemme ha solo ferito, e non mortalmente, il programma nucleare. Gli americani con la bomba anti-bunker Gbu-57 Mop, che solo loro hanno e che solo loro possono trasportare, gli può far fare, forse, la botta finale.
Donald Trump aveva due vie aperte, diplomatica dell'ultimatum, militare del bombardamento a diretto sostegno dell'offensiva israeliana. A parole, che non gli fanno mai difetto, le ha già percorse entrambe.
Ha detto che l'Iran deve accettare una resa sul nucleare in cambio della fine della guerra (diplomazia); ha invitato la popolazione di Teheran – più di dieci milioni di abitanti - ad abbandonare la città (guerra). Stamattina sappiamo – forse – quale ha scelto nei fatti.
benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale
[…] In teoria un Donald Trump, che vuole essere un Presidente che non fa nuove guerre e vuol mettere fine a quelle in corso, che non ci riesca è un altro discorso, preferisce arrivare a un accordo – non è del resto la su arte? – anche con la Guida Suprema.
Molta base Maga e isolazionista concorda. Benjamin Netanyahu preferirebbe invece la seconda. Finora, in questa vicenda, il primo ministro israeliano ha avuto la meglio sul Presidente degli Stati Uniti.
Tornare a Washington per decidere guerra o pace giustifica l'abbandono del G7. Giustifica meno, e preoccupa più, che su questa fatale scelta il Presidente americano non abbia avvertito l'utilità e necessità di consultarsi con i suoi più stretti alleati ed amici – chi se non gli altri leader G7? – come Ronald Reagan faceva con Margareth Thatcher o George W. Bush con Tony Blair e Silvio Berlusconi.
No, Trump preferisce parlarne al telefono con Vladimir Putin – per poi proporlo come improbabile mediatore in Medio Oriente nonché candidarlo a un reinvito nel gruppo, aggiungendovi Xi Jinping.
donald trump e giorgia meloni vertice bilaterale improvvisato al g7 di kananaskis 1
Per poi prendersela con Emmanuel Macron che gli ha avuto la sfacciataggine di dirgli di no. Chissà cosa invece gli ha detto Giorgia Meloni che ha avuto il privilegio di una delle ultime conversazioni a tu per tu? Per la presidente del Consiglio c'è sempre "allineamento" fra europei e amministrazione Trump. Divergenze parallele le avrebbe chiamate Aldo Moro. Il lessico italiano non delude mai.
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse5
DONALD TRUMP - G7 A KANANASKIS IN CANADA
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