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HABEMUS CAOS – DOMANI INIZIA IL CONCLAVE E PER ORA A REGNARE È LA CONFUSIONE: IL FRONTE PROGRESSISTA HA TROPPI CANDIDATI E QUELLO CONSERVATORE NESSUNO, E I PORPORATI SI SENTONO SMARRITI – IL QUOTIDIANO SPAGNOLO “EL PAIS” INFILA IL DITO NELLA PIAGA DEGLI ITALIANI: “LA CANDIDATURA DI PAROLIN HA COMINCIATO A LOGORARSI. NON CONVINCE NÉ I CONSERVATORI NÉ I RIFORMISTI. I SUOI SOSTENITORI E QUELLI DI ZUPPI SI DETESTANO FRATERNAMENTE. LE POSSIBILITÀ DEI CARDINALI ITALIANI SONO ESAGERATE DA UNA DISTORSIONE OTTICA DELLA STAMPA ITALIANA…”

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1. UN CONCLAVE IMMERSO NELLA CONFUSIONE E APERTO ALLA SORPRESA: NESSUNA DELLE DUE PARTI HA UN CANDIDATO CHIARO

Traduzione di un estratto dell’articolo di Inigo Dominguez per “El Pais”

 

concistoro 9

C’è qualcosa di anomalo in questo conclave che inizierà mercoledì, rispetto agli ultimi […]. Le categorie tradizionali che delineano due schieramenti, conservatori e progressisti, non sembrano funzionare per raccogliere consensi intorno a un candidato.

 

“Non si capisce dove stia andando il conclave”, hanno confessato diversi cardinali. Nel 2005 si trattava di essere con o contro Ratzinger, e nel 2013, con o contro Bergoglio. In entrambi i casi, il dilemma si chiarì rapidamente: in appena 24 ore (quattro e cinque scrutini rispettivamente). Questa volta potrebbe non essere così facile.

 

conclave cardinali vaticano

[…] La confusione è dovuta anche alle tensioni di questo pontificato, che hanno aperto una frattura tra i due fronti e qualsiasi candidato evidente dell’altro schieramento perde automaticamente ogni possibilità.

 

[…]  D’altra parte, sono entrati in gioco altri fattori che frammentano il quadro generale. Nel conclave più numeroso e internazionale della storia, il più evidente è quello geografico: molti cardinali sono sconosciuti e ci sono molte visioni nuove. Il turbine di riforme di Francesco ha inoltre sconvolto la scacchiera dell’elezione del Pontefice, così come era stata conosciuta fino ad ora.

 

pietro parolin bergoglio

«Tutti i cardinali con cui parlo mi dicono la stessa cosa: siamo smarriti», racconta un prelato vaticano. «È una situazione molto complicata, è come entrare in una stanza piena di specchi», riassume Giovanni Maria Vian, storico ed ex direttore dell’Osservatore Romano. «È insolito che, due settimane dopo la morte del Papa, la sensazione che trasmettono i cardinali sia quella di non conoscersi e di non avere ancora le idee chiare», conferma Alberto Melloni, storico esperto di storia dei conclavi.

 

[…] «È un conclave più imprevedibile e complicato perché è più difficile immaginare quali alleanze si possano creare. Gli stessi cardinali creati da Francesco sono molto diversi da un Paese all’altro: è la Chiesa del terzo millennio, che è molto diversa da quella di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVI», spiega Massimo Faggioli, professore del Dipartimento di Teologia e Scienze Religiose della Villanova University, a Filadelfia (Stati Uniti).

 

conclave meme

I cardinali europei sono il 39%, mentre nel 2013, quando fu eletto Francesco, erano il 52%. Tuttavia la grande paradosso è che, con più candidati non occidentali sul tavolo, l’incertezza generale ha causato un ripiegamento: la maggior parte dei papabili che si prendono in considerazione sono occidentali.

 

Francesco ha rotto altre consuetudini. Ha messo in secondo piano grandi diocesi alle quali fino ad ora spettava quasi automaticamente la porpora, per favorirne altre dove c’era semplicemente un vescovo che gli piaceva, vicino alla gente, impegnato nella comunità.

 

IN SENSO ORARIO - PIETRO PAROLIN, LUIS ANTONIO GOKIN TAGLE, PIERBATTISTA PIZZABALLA E PETER KODWO APPIAH TURKSON

Questo fa sì che non ci sia nel conclave un cardinale di Parigi, Milano, Venezia, Praga o Los Angeles. E sì, invece, di Tonga, Haiti, Paraguay o Svezia, alcuni dei 15 nuovi Paesi entrati nella mappa del conclave.

 

La novità di un numero così alto di votanti non solo complica gli accordi, ma innalza anche l’asticella della maggioranza qualificata richiesta dei due terzi: 89 voti. Questa è una delle ragioni per cui si pensa che il conclave potrebbe essere più lungo, perché la dinamica degli scrutini fa sì che i voti si spostino verso i nomi che emergono, ma in questo caso quel travaso potrebbe essere più lento e laborioso.

 

Non si percepiscono due o tre grandi schieramenti come era tradizione, ma poiché non si conoscono tra loro, si tratta piuttosto di aggregazioni di piccoli gruppi. Si andrà verso una sorta di grande centro. […]

 

[…] In questo clima si ritiene che i cardinali più giovani, i meno esperti, seguiranno il consiglio dei più anziani, ed è il motivo per cui, in un primo momento, sono apparsi come papabili i cardinali più conosciuti da tutti.

 

L’usura di Parolin

habemus papam artificialem - vignetta di giannelli

In questo panorama tanto confuso, è emerso un solo favorito solido: l’attuale segretario di Stato e numero due del Vaticano, Pietro Parolin. In linea di principio, rappresentava una via di mezzo in grado di compiacere tutti.

 

[…] nell’ultima settimana la candidatura di Parolin ha cominciato a logorarsi. Parolin incontra ostacoli. Non convince il settore conservatore, che continua a vederlo come un uomo di Bergoglio; né quello riformista, che non lo ritiene davvero tale, perché negli ultimi anni i rapporti con lui si erano raffreddati.

 

In questi giorni affiorano i rimproveri: si dice che non stia bene in salute — giovedì il Vaticano ha smentito che abbia avuto un mancamento —; è stato coinvolto nel caso Becciu (il cardinale a cui Francesco ha vietato l’ingresso in conclave); l’accordo segreto con la Cina, di cui è autore, è molto criticato. Anche la sua messa del giorno successivo al funerale non ha emozionato nessuno.

 

Beniamino Stella

Ma soprattutto ha suscitato allarme tra i più vicini a Francesco un sorprendente intervento durante la congregazione generale di Beniamino Stella, considerato uno dei padrini di Parolin. Stella, 81 anni, non entrerà in conclave, ma ha attaccato Bergoglio […]

 

Ai conservatori manca il candidato…

Il paradosso del settore più conservatore è che hanno molti leader e voci rispettate, come Müller, Dolan (il favorito di Trump), Burke, Sarah, ma non un candidato. Cioè, sanno che nessuno di loro può esserlo, perché risultano divisivi, ma non riescono a trovare un nome carismatico che possa attrarre consensi. Il nome emerso in questi giorni è quello dell’ungherese Peter Erdo, già papabile nel 2013, e si stima che raccolga una ventina di appoggi. Ma quando si descrivono le sue numerose qualità […], si aggiunge sempre che trasmette poche emozioni. […]

 

… e i progressisti ne hanno troppi

Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo

Il problema del settore più riformista e vicino a Francesco è l’opposto di quello conservatore. Sono emersi molti candidati, personalità interessanti, e questo disperde i consensi: non sanno su quale carta puntare. Sono stati fatti molti nomi, ma sembrano rimanere in piedi solo alcuni, e non è chiaro quanti appoggi possano raccogliere in una prima votazione: il filippino Luis Antonio Tagle, già papabile nel 2013; l’italiano Matteo Zuppi, presidente dei vescovi del suo Paese; il maltese Mario Grech, braccio destro di Francesco nel Sinodo, iniziativa cruciale del pontificato; e il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia. Al momento Aveline è il più quotato. […]

 

Le piccole fazioni: gli italiani e il partito della Curia

mario grech papa francesco

Tra i gruppi che tradizionalmente hanno avuto peso nei conclavi, e che il Papa probabilmente voleva ridimensionare, ci sono due classici: gli italiani e il cosiddetto partito della Curia, cioè gli alti funzionari del Vaticano.

 

I primi restano il gruppo nazionale più numeroso, anche se in calo negli anni. Erano 28 nel 2013, ora sono 17, più due che si trovano all’estero, tra cui uno dei favoriti, Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Tuttavia, si ripete un classico problema: sono divisi tra Parolin e Zuppi, i cui sostenitori si detestano fraternamente, con un terzo nome di riserva, appunto Pizzaballa. D’altra parte, la vaticanista Giovanna Chirri mette in guardia dalla distorsione ottica che la stampa italiana ha spesso offerto nei conclavi recenti, esagerando le possibilità dei cardinali italiani.

 

PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA

Per quanto riguarda il partito della Curia, può contare su 27 voti, rispetto ai 38 del 2013. Questo gruppo è il custode dell’ordine e vuole invertire le riforme di Francesco […]

 

[…]   se giovedì 8 maggio, dopo pranzo e le due votazioni del pomeriggio, la fumata è nera, significa che il conclave si è bloccato. Bisognerà ricominciare da capo. Il giorno successivo, concordano gli esperti, è quando davvero può succedere di tutto. Si apre la possibilità della sorpresa.

 

Il possibile momento della sorpresa

Se i principali candidati, probabilmente quelli attualmente in campo, si annullano a vicenda, tutto diventerà imprevedibile, alla ricerca del consenso. Si potrebbe perfino ricorrere a qualcuno considerato giovane, come Pizzaballa, o a un candidato ora sconosciuto proveniente da un Paese dell’Asia o dell’Africa.

 

SEAN PATRICK O MALLEY

La grande domanda è se qualche nome sia riuscito a restare sommerso e mantenuto fuori dal radar, con il risultato — piuttosto frequente — che tutte le previsioni si rivelino ridicole una volta che tutto è finito. Non sembra che ci siano nomi nascosti, ma in questi giorni è frenetica l’attività di riunioni, cene e pranzi in residenze private, nei collegi nazionali dei cardinali, organizzati da porporati prestigiosi che muovono voti da ciascun settore.

 

Un sintomo sorprendente della sensazione di impasse è che a Roma si è arrivati perfino a parlare della possibilità di eleggere un cardinale che non si trova nella Cappella Sistina, con più di 81 anni, dato che in teoria qualsiasi credente adulto di sesso maschile può essere eletto Papa. Questi giorni favoriscono ogni tipo di elucubrazione, ma si fa riferimento, in particolare, all’americano Sean O’Malley, il frate che ha condotto la crociata contro la pedofilia, e a Christoph Schönborn, discepolo austriaco di Ratzinger, entrambi molto stimati. […]

 

2. CONCLAVE, I DUBBI DELLA VIGILIA “C’È ANCORA GRANDE CONFUSIONE”

Estratto dell’articolo di Andrea Gualtieri per “la Repubblica”

 

concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali 5

«Che grande confusione». Il cardinale Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo è appena arrivato da Giacarta.

 

È stato uno degli ultimi tre elettori che ieri si sono aggregati alle Congregazioni generali, ha prestato giuramento di riservatezza in mattinata e poi si è tuffato nelle riunioni, ansioso di farsi un’idea prima di entrare, domani pomeriggio, nella Cappella Sistina.

 

A fine giornata, dopo aver ascoltato quasi cinquanta interventi, confessa di essere più disorientato di prima: «Abbiamo sentito tante voci, non è facile tirare le somme». L’unica cosa che gli appare chiara è che si andrà avanti in continuità con Francesco. Sì, ma come e soprattutto con chi? «Vedremo, dobbiamo riflettere».

 

Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo

Il tempo, però, è quasi scaduto. Stamattina i cardinali affrontano l’ultima maratona di interventi […]- Resteranno quindi solo i conciliaboli e i colloqui individuali per scegliere il nuovo Papa. Ammesso di avere un recapito diretto del confratello.

 

«Il problema è che non ci conosciamo, non è possibile che un’occasione di confronto del genere avvenga solo quando poi dobbiamo affrettarci a scegliere il Papa, ora si rischia che il Conclave duri tre o quattro giorni», si lascia andare l’iracheno Louis Sako:

 

«Io sono cardinale da sette anni, finora ci siamo ritrovati quando venivano concesse le nuove porpore, ma al di là di qualche scambio di parole, in quei casi non sono previste discussioni così aperte sulla situazione della Chiesa a Roma e nel mondo. Sarebbe opportuno rendere il concistoro un’istituzione concreta, non solo formale».

 

jean marc aveline

Sembra essere il grande tema che aleggia sul preconclave. E che, nello stesso tempo, rischia di condizionarlo. C’è da capire chi ha un’idea più convincente di «collegialità ». «Il Papa non può decidere da solo sulle grandi questioni», dice ad esempio Sako. E nello stesso tempo c’è da declinare l’altro tema su cui Bergoglio ha insistito in modo martellante, la sinodalità.

 

[…]  In quegli interventi da dieci minuti, che in qualche caso sforano fino a venti, ci sono nomi papabili che dilapidano il credito di fiducia e altri la cui personalità emerge all’improvviso. Tra questi ultimi, sembra farsi strada il filippino Pablo Virgilio Siongco David, 66 anni vescovo di Kalookan. E se la confusione si trasformasse in sorpresa?

Pablo Virgilio Siongco David