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Francesco Olivo per "la Stampa"
In un' aula del tribunale di Madrid si presenterà oggi un imputato anziano e, a suo tempo, spietato. Si chiama Eduardo Vela, 85 anni e si trova davanti a un' accusa terribile: rapimento di una bambina nel 1969. Questo ginecologo, fervente cattolico, è stato riconosciuto come l' organizzatore insieme a una monaca, nel frattempo scomparsa, di una rete di rapimenti di neonati, all' ombra della dittatura franchista.
La procura chiede per lui 11 anni di carcere. Anche la Spagna ha avuto i suoi figli rapiti e le sue madri derubate, migliaia di rapimenti, perpetrati per anni, senza nemmeno la notorietà, tardiva ma potente delle Madri argentine di Plaza de Mayo.
A portare Vela sul banco degli imputati, dopo anni di ricerche e indagini, è stata proprio una delle sue vittime, Inés Madrigal, 49 anni, una di quelle bambine sottratte alla mamma biologica, che solo recentemente ha scoperto la verità sulle sue origini, «grazie alla mia madre adottiva», spiega alla vigilia dell' udienza.
interviu bambino morto nel congelatore 1
Il macabro inganno
Il rito era seriale, quanto spietato: nella clinica San Ramón di Madrid alle donne che avevano appena partorito si mostrava una foto del corpicino senza vita del neonato: «Come vede non ce l' ha fatta». Ma i bimbi erano vivi e il macabro inganno serviva a facilitarne il commercio.
Dall' altra parte, famiglie facoltose ottenevano l' adozione dei piccoli, convinte di essere all' interno di una procedura ordinaria. La vicenda venne fuori ormai più di trent' anni fa, quando la rivista Interviú pubblicò una foto che sconvolse l' opinione pubblica: un cadavere di neonato nel congelatore da mostrare alle madri per convincerle che oramai non c' era più nulla da fare. Dopo lo scandalo, però, successe poco di concreto.
interviu bambino morto nel congelatore
Solo molti anni dopo i magistrati, (tra i quali il giudice d' assalto Baltazar Garzón) andarono a fondo, stimando in decine di migliaia i bambini rubati, considerando soltanto i primi anni della dittatura franchista. Se a sedere sul banco degli imputati è un medico e non un esponente del regime «nazional cattolico», il coinvolgimento del regime in queste pratiche è stato dimostrato dagli storici.
Un decreto del 1940 toglieva la patria potestà ai figli delle prigioniere, molte delle quali in carcere per motivi politici. Intervistata ieri mattina dalla Cadena Ser, Inés Madrigal ha raccontato: «So che Vela non dirà chi è mia madre, ma è un momento importante, ci sono almeno duemila denunce come la mia quindi questo è il processo di tutti».
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