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BONUS MA NON BENISSIMO – CENTINAIA DI DICIOTTENNI ITALIANI SONO STATI TRUFFATI DAI CYBERCRIMINALI, CHE SI SONO IMPADRONITI DEL LORO "BONUS CULTURA" - 15 PERSONE SONO INDAGATE PER AVER RUBATO I DATI PER OTTENERE I 500 EURO DA SPENDERE IN PRODOTTI CULTURALI – I MALVIVENTI UTILIZZAVANO GLI SPID DELLE VITTIME PER OTTENERE IL CONTRIBUTO AL POSTO LORO – PER GLI INVESTIGATORI, DIETRO LA MAXI-TRUFFA CI SAREBBE LA MANO DI BANDE SPECIALIZZATE CHE…
Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera"
La brutta sorpresa arrivava quando un ragazzo neo maggiorenne cercava di ottenere il «bonus cultura» accedendo all’«app18»: 500 euro per fare acquisti in librerie fisiche e virtuali. […] A migliaia, probabilmente decine di migliaia, a partire dal 2023 fino a qualche giorno fa […] si sono visti rifiutare la domanda perché il contributo era già stato autorizzato ad altri.
Truffatori online che avevano clonato le loro identità digitali, entrando in possesso anche a pagamento sul dark web di documenti e codici fiscali, per richiedere nuovi Spid a nome di ignari 18enni e fare la domanda per il bonus al posto loro.
[…] Solo a Torino la polizia postale ha scoperto oltre 2mila concessioni abusive del contributo in tutta Italia (una settantina di vittime solo nel capoluogo piemontese), con circa 2.500 Spid regolari ma con false identità, e un danno all’Erario di 400 mila euro. Gli indagati dalla Procura torinese sono tre, ma in tutta Italia sarebbero più di quindici, in varie regioni, per decine di migliaia di bonus elargiti a persone con titoli fasulli e milioni di euro da recuperare per il fisco. Proprio la polizia postale è sulle tracce di altri responsabili di queste truffe.
Un variegato mondo criminale composto da organizzazioni che hanno approfittato dell’«app18» per gettare la rete e raccogliere quanti più contributi possibili, ma anche da singoli che hanno agito per conto loro, imitati da amici e conoscenti, e ancora dagli stessi beneficiari di bonus regolari che hanno spartito con altri una parte dei 500 euro che dovevano invece servire a comprare libri o accedere a prodotti musicali e culturali.
In pochi mesi la Postale ha raccolto centinaia di denunce da parte di ragazzi che non avevano potuto usufruire del bonus, ma tanti altri non hanno mai saputo di essere stati «sfruttati» dai truffatori. Che dietro la maxi truffa ci sia la mano di bande specializzate è confermato dalla rete di conti correnti aperti, in Italia e all’estero, anche con la complicità di teste di legno, per nascondere i proventi ottenuti con gli Spid clonati.
Operazioni avviate anche in contemporanea in diverse città e regioni: dal primo iban fornito, si passava ad altri, anche fuori Italia, in Paesi poco collaborativi con le nostre forze di polizia, seguendo una linea di riciclaggio continua, fino all’ultimo conto corrente di nuovo italiano dal quale prelevare i contanti. […]
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