protesta dipendenti la perla

I DIPENDENTI DI LA PERLA LASCIATI IN MUTANDE – I 350 LAVORATORI DEL MARCHIO BOLOGNESE DI LINGERIE DI LUSSO HANNO RICEVUTO VIA WHATASPP LA COMUNICAZIONE CHE I LORO STIPENDI SARANNO PAGATI IN RITARDO (NON SI SA QUANDO) – LA PROPRIETA' NON RISPONDE NEANCHE AI SINDACATI – LA STORICA AZIENDA, FINITA SOTTO L’ALA DEL FONDO OLANDESE TENNOR, STA SUBENDO UNA LENTA AGONIA, CON I DIPENDENTI IN SOLIDARIETÀ DALLO SCORSO ANNO...

Estratto dell'articolo di Luciana Cavina per https://corrieredibologna.corriere.it/

 

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Il messaggio su Whastapp e via mail ai 350 dipendenti (in maggioranza donne) de La Perla arriva alle 18.30, a fine giornata lavorativa: gli stipendi saranno pagati in ritardo. In ritardo di quanto non è dato sapere, mentre sui tavoli delle famiglie piovono mutui, scadenze e progetti in fumo. Una chiarimento dalla proprietà non arriva nemmeno su sollecitazione dei sindacati che oggi — per l’ennesima volta, dall’inizio della crisi dell’azienda — scendono sul piede di guerra.

 

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Un gruppo che, da quando è finito sotto l’ala del Fondo olandese Tennor, con sede a Londra,e controllato dal finanziere tedesco Lars Windhorst sta subendo una lenta agonia. Tanto che le lavoratrici lasciate senza paga erano in solidarietà con salari e orari di lavoro ridotti dall’anno scorso.

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Ora le sigle sindacali si appellano al governo e chiedono con urgenza l’apertura di un tavolo ministeriale, già sollecitato in passato (da sindacati, Regione e Città Metropolitana) e mai convocato. A sostenerli c’è anche la Regione che, all’inizio dello scorso maggio, era riuscita a strappare a Windhorst la promessa di finanziare con 60-70 milioni l’avvio di un piano industriale di rilancio. Promessa ovviamente mai mantenuta.

 

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Il valore aggiunto de La Perla tra le altre cose è costituito proprio dalle maestranze, «che sono altamente qualificate», insiste la sindacalista, «e che rischiamo di perdere. La proprietà sembra disprezzarle. Le più alte istituzioni a loro volta si riempiono la bocca del valore del Made in Italy poi non fanno nulla per salvaguardarlo». In dieci anni il numero dei dipendenti si è pure già dimezzato.

 

La sospensione degli stipendi, intanto, è giudicata «inaccettabile» anche dal governatore Stefano Bonaccini, e dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla. «Questa decisione — ribadiscono — è una palese violazione degli impegni assunti». [...]

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