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TRA I FURBETTI DEL VACCINO CI SONO ANCHE I MAGISTRATI? - NEL LAZIO 20 TOGHE DELLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA SAREBBERO RIUSCITI AD AVERE IL VACCINO EQUIPARANDO LA LORO STRUTTURA ALLE FORZE DELL’ORDINE - IL PROCURATORE NAZIONALE, CAFIERO DE RAHO, HA PRESO POSIZIONE CONTRO QUESTO ESCAMOTAGE - UNA VICENDA CHE HA FATTO MOLTO INCAZZARE LE ALTRE TOGHE. CHISSA’ CHE QUALCUNO DI QUESTI NON DECIDA DI FARE CHIAREZZA…

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

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Un tentativo di equiparare i magistrati della Direzione nazionale Antimafia alle forze dell' ordine. Un escamotage per permettergli di ottenere la somministrazione del vaccino anti-Covid 19 nel Lazio. Anche se la Regione Lazio non ha inserito le toghe tra le categorie a rischio e quindi prioritarie, al contrario di quanto avvenuto altrove, come in Sicilia. E così alcuni dei 20 magistrati della Dna avrebbero ottenuto ugualmente la somministrazione del prezioso farmaco.

 

LA VICENDA Una vicenda estremamente delicata, almeno secondo una nota scritta dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho ai primi di marzo che, di suo pugno spiegava che la «Croce Rossa aveva dichiarato la disponibilità a vaccinare i soli magistrati che riteneva assimilabili alle forze dell' ordine».

cafiero de raho foto di bacco

 

Tuttavia la Cri fa sapere che le liste dei soggetti da vaccinare le stilano le Asl e non di certo la Croce Rossa. Insomma una secca smentita che pone un primo interrogativo: chi ha cercato di equiparare le toghe della Dna alle forze dell' ordine per permettergli la somministrazione del farmaco?

 

LA POLEMICA È opportuno precisare che nel prosieguo della nota Cafiero De Raho sottolinea che non è certo l' equiparazione alle forze dell' ordine la strada da percorrere per essere vaccinati e che chiunque, all' interno della Dna, decida di farlo, lo farà fuori dalle scelte dell' ufficio.

 

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Una presa di posizione autorevole che tuttavia nulla dice su chi, e secondo quale criterio, abbia scelto di assimilare le sole toghe della Dna alle forze dell' ordine mentre il resto della categoria - almeno nel Lazio - ne resterebbe per adesso esclusa. Tra l' altro, ed è questo un altro aspetto rilevante, alcuni magistrati della direzione nazionale antimafia sarebbero stati appunto vaccinati nel Lazio.

 

Una questione che avrebbe suscitato alcune reazioni proprio tra le toghe. Anche perché la vicenda investirebbe quello che è considerato il gotha della magistratura italiana, ovvero la direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, la Dna. E in questo scenario da furbetti del vaccino che riguarda alcuni magistrati eccellenti, potrebbero essere chiamati altri magistrati per fare chiarezza.