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SALVINI E LE PEN ROMPONO LE UOVA NEL PANIERE DI GIORGIA – DA ROMA LA LEADER DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL E IL SEGRETARIO DELLA LEGA HANNO SFERRATO UN ATTACCO CONGIUNTO A MACRON (“LA PACE NON È IL SUO OBIETTIVO”) E ALL’UE DI VON DER LEYEN (“SFRUTTA CON CINISMO ABIETTO OGNI CRISI PER PRIVARE LE NAZIONI SOVRANE DI POTERI”) – SPARATE CHE RAPPRESENTANO ANCHE UN’AZIONE DI DISTURBO NEI CONFRONTI DI UNA MELONI SEMPRE PIÙ IN IMBARAZZO SUL PIANO INTERNAZIONALE: NON È ANDATA A KIEV MA HA PARTECIPATO IN VIDEO AL VERTICE DEI “VOLENTEROSI”: UN “VORREI- MA-NON-POSSO” PER NON SCOPRIRSI A DESTRA…

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PATTO SALVINI-LE PEN PER SCARDINARE L’UE “IL POTERE TORNI AGLI STATI”

Estratto dell’articolo di Francesco Bei per “la Repubblica”

 

marine le pen matteo salvini

Imbaldanziti per il ciclone Trump, i “patrioti per l’Europa” sentono che il vento della storia soffia dalla loro parte. Marine Le Pen, ospite della scuola di formazione politica della Lega, lo dice chiaro e tondo concludendo il suo intervento a palazzo Rospigliosi: «La missione della nostra generazione è a portata di mano: riportare la sovranità nazionale in Europa. È la fine della mondializzazione e il ritorno alle politiche nazionali, alla sovranità, il ritorno alla potenza».

 

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La leader del Rassemblement national, condannata in Francia per una frode da quasi tre milioni di euro ai danni del contribuente europeo, attacca a testa bassa l’Unione e la maggioranza Ursula da cui i “patrioti” sono esclusi. «La commissione europea – argomenta Le Pen - sfrutta con un cinismo abietto ogni crisi per privare le nazioni sovrane di ulteriori poteri.

 

marine le pen matteo salvini a san pietro

Ma accaparrarsi le competenze non basta. La tappa successiva è l’ingerenza diretta della commissione nei processi elettorali degli Stati membri». Da qui il sostegno al nazionalista rumeno George Simion e all’Afd, benché la leader francese - a differenza di Salvini puntualizzi di non condividere «l’ideologia» dei nostalgici della Germania ariana.

 

Ma se l’armamentario di Le Pen e Salvini contro le istituzioni comunitarie non è nuovo, a colpire sono gli attacchi congiunti ai leader europei e alla coalizione di volenterosi andati a Kiev per esprimere sostegno a Zelensky.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

Dopo aver partecipato insieme in piazza San Pietro al Regina Coeli di Leone XIV, i due alleati prendono al balzo l’esortazione del pontefice sulla pace. «Gli applausi della piazza di oggi, sul tema della pace, sono qualcosa che per l’azione politica mia e del mio partito sono fondamentali, oggi il Santo Padre si è rivolto ai potenti del mondo».

 

Un appello che per Salvini rischia di cadere nel vuoto, «perché a occhio, a Parigi o a Bruxelles, o a Berlino, c’è qualcuno che non sta lavorando per la pace. C’è l’impressione che a qualcuno convenga che le guerre proseguano».

 

Marine Le Pen mette quindi nel mirino l’arcinemico Macron, «davvero ambiguo, che più che cercare di far tacere le armi sembra preparare la guerra. Sono d’accordo che non dobbiamo lasciare solo a Trump e Putin la ricerca di una soluzione, ma mi chiedo cosa stia facendo Macron per la pace, se sia questo il suo obiettivo».

 

emmanuel macron giorgia meloni foto lapresse

Questi attacchi diretti e frontali al presidente francese e al cancelliere tedesco da parte di Salvini vanno letti naturalmente anche come un’azione di disturbo nei confronti della premier Meloni. Che non è andata a Kiev insieme agli alleati, come fece Draghi nel 2022, ma ha comunque partecipato in video al vertice dei “volenterosi” pro-Ucraina. Un vorrei- ma-non-posso per non scoprirsi a destra.

 

Dopo le solite critiche al Green Deal, a colpire è l’affondo di Salvini contro le politiche europee sull’immigrazione e sulla difesa. Proprio quelle politiche che Giorgia Meloni ha condiviso con Ursula von der Leyen. «La Lega - argomenta il vicepremier - è a favore di un aumento di spesa per la sicurezza nazionale, ma non vogliamo fare debito per andare a comprare tre carri armati in più dalla Germania. L’Italia si deve difendere, ma non da un’improbabile invasione di carri armati da Est ma dall’invasione in corso di clandestini che stiamo affrontando da soli perché l’Europa se ne è fregata».

 

Quindi rivendica l’amicizia con Marine Le Pen, «una delle donne più importanti di questo continente», (lei sì, altro che Meloni) «un’amica che abbiamo conosciuto anni fa, quando nessuno poteva parlarci, le avevano disegnato una croce sulla schiena, come accade oggi con l’Afd».

 

LE PEN VA DA SALVINI MA NON VEDE MELONI

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”

 

marine le pen matteo salvini a san pietro

È sempre più salda l'alleanza tra Matteo Salvini e Marine Le Pen.  Dopo essere intervenuta un mese fa in videocollegamento al congresso della Lega, ieri la leader del Rassemblement national era a Roma dove, accompagnata dal segretario leghista, è andata in piazza San Pietro per ascoltare la preghiera del Regina Coeli di papa Leone XIV.  Poi ha partecipato a un evento della scuola politica del Carroccio.

 

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«Il Papa Leone ha messo subito al centro la pace: parole che non possiamo che sottoscrivere», dice Le Pen. Sulla stessa linea il segretario della Lega: «È stato prezioso essere in piazza.

 

starmer macron merz

C'è chi sta tirando per la giacchetta il santo padre per dire se è progressista o conservatore, io da cattolico e da peccatore mi sono emozionato per il suo messaggio di speranza e unità».

 

[…]  Le Pen lo dice esplicitamente: «Mi chiedo se Macron voglia veramente la pace, pare che voglia preparare la guerra, c'è ambiguità nel suo comportamento».

 

La fondatrice del Rassemblement viene accolta sul palco della scuola politica della Lega a Palazzo Rospigliosi, a due passi dal Quirinale, con una standing ovation: «È un'amica, una delle donne più importanti del continente, una patriota, un esempio di come non ci si arrende mai di fronte agli attacchi. Marine ha tutto il nostro affetto e sostegno in vista delle elezioni presidenziali del 2027», evidenzia Salvini.

 

[…]

 

salvini le pen orban

Il discorso di Le Pen davanti alla platea di giovani e dirigenti della Lega dura mezz'ora ed è carico di invettive contro la matrigna Europa antidemocratica che con «cinismo abietto usa ogni crisi per privare le nazioni sovrane di ulteriori poteri».

 

Però sostiene di non volere la disintegrazione del progetto europeo: «Deve continuare a vivere garantendo la sovranità e le identità degli Stati». Se con il vicepremier condivide le stesse idee politiche, con la presidente del Consiglio il rapporto non è un granché perciò si limita a dire: «Spero di poter collaborare con Giorgia Meloni su tante cose». Intanto, ieri, non si sono viste.

 

Il pacifista Salvini mette le mani avanti sull'aumento del contributo Nato dell'Italia che quest'anno raggiunge il 2% del Pil ed è destinato a salire nei prossimi anni, di quanto lo deciderà il vertice dell'Alleanza atlantica di fine giugno. «La pace non si ottiene andando in giro sventolando le bandiere arcobaleno ma costruendo, dialogando.

 

orban salvini le pen

La Lega è a favore di un aumento di spesa per la sicurezza nazionale», spiega il segretario del Carroccio, che al contempo ribadisce il veto sul programma di Riarmo europeo: «Se qualcuno mi dice "sei disposto a investire soldi degli italiani per assumere poliziotti, carabinieri, accendere telecamere, dotare di taser le forze dell'ordine, usare l'intelligenza artificiale per la sicurezza nazionale", dico sì.

 

Ma un'altra cosa è fare debito per andare a comprare tre carri armati in Germania e due sommergibili in un altro Paese. Assolutamente no».

 

ursula von der leyen giorgia meloni

Con l'amica Marine accanto è facile sminuire il pericolo rappresentato da Putin e rilanciare lo spauracchio dei migranti: «La nostra emergenza non è un'improbabile invasione dei carri armati sovietici a Est, ma l'invasione clandestina che non siamo più in grado di sostenere e che stiamo affrontando da soli». […]

Keir Starmer Emmanuel Macron e Friedrich Merz sul treno verso Kiev emmanuel macron giorgia meloni foto lapresse