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1. E VALERIA SCRIVEVA «RAGAZZE, AL LAVORO»
Stralci dell’articolo di Valeria Solesin per la rivista “Neodemos” pubblicati da il “Corriere della Sera”
VALERIA SOLESIN CON IL FRATELLO
Due anni fa una studentessa italiana inviò un suo articolo alla rivista «Neodemos»: il lavoro piacque e venne pubblicato il 30 ottobre 2013. Il titolo era «Allez le filles, au travail!» - forza ragazze, al lavoro! - e raccontava della difficile conciliazione tra lavoro e maternità delle donne italiane a confronto con quelle francesi. L' autrice di quel pezzo era Valeria Solesin, la 28enne veneziana rimasta uccisa nell' attentato al Bataclan.
«Neodemos» ha deciso di ripubblicare l' articolo sul suo sito per onorare la memoria di Valeria. Eccone alcuni stralci.
“In Europa, l' attività femminile è stata promossa fin dagli anni Novanta attraverso la Strategia europea per l' occupazione (Seo).
Obiettivo delle Istituzioni comunitarie è favorire l' occupazione femminile in tutte le fasi del ciclo di vita, ed in particolare nei momenti considerati «rischiosi», che coincidono con l' arrivo dei figli. Benché la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sia fortemente aumentata nell' Unione europea, importanti differenze tra Paesi continuano a persistere.
Gli Stati dell' Europa del Nord sono caratterizzati infatti da alti tassi di occupazione femminile e da una fecondità che si mantiene elevata. Al contrario, negli Stati dell'Europa del Sud, bassi tassi di attività professionale femminile si coniugano a bassi livelli di fecondità.
Una tale opposizione si riscontra ugualmente tra Francia e Italia. Eppure questi due Paesi sono relativamente simili in termini demografici: entrambi con una popolazione di circa 60 milioni di abitanti (considerando la sola Francia metropolitana), e con una speranza di vita alla nascita comparabile. Condividono inoltre aspetti culturali, quali la religione cattolica, e geografici, essendo uniti da 515 chilometri di frontiera. Anche l' organizzazione del mercato del lavoro sembra rispondere a una logica simile: relativamente rigido in entrambi i Paesi, tuttavia in Italia protegge maggiormente i lavoratori che appartengono alle categorie «tipiche» (come l' industria).
Alla luce di tali informazioni sembra logico domandarsi come mai due Paesi vicini possano distinguersi così profondamente in termini di fecondità e di partecipazione femminile al mercato del lavoro. Una possibile spiegazione è che in Italia, più che in Francia, persista una visione tradizionale dei ruoli assegnati all' uomo e alla donna.
I dati dell' indagine European Value Study del 2008 descrivono dei forti contrasti nelle opinioni di francesi ed italiani riguardo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Alla domanda «È probabile che un bambino in età prescolare soffra se sua madre lavora fuori casa», il 76 per cento degli italiani e delle italiane dichiara di essere «molto» o «abbastanza d' accordo».
Si tratta di solo il 41 per cento nel caso delle francesi e dei francesi.
In Italia esiste dunque un' opinione negativa rispetto al lavoro femminile in presenza di figli in età prescolare. In Francia, invece, il lavoro femminile è incoraggiato in tutte le fasi del ciclo di vita, anche in presenza di figli piccoli. Per tale ragione sembra ragionevole pensare che in Italia, più che in Francia, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro possa essere influenzata dall' età e dal numero di figli.
Benché in Italia esista un' opinione negativa rispetto al lavoro femminile in presenza di figli piccoli, il tasso di occupazione delle donne con figli in età prescolare è inferiore di soli 6 punti percentuali rispetto a quello delle donne senza figli di età inferiore ai sei anni (61 per cento contro 55 per cento).
In Francia, invece, a fronte di un' opinione positiva sul lavoro femminile durante tutte le fasi del ciclo di vita, il tasso di occupazione diminuisce profondamente in presenza di figli piccoli (80 per cento delle donne senza figli di meno di sei anni sono attive occupate, contro 66 per cento delle madri con figli di meno di sei anni). In questo Paese, infatti, esistono delle misure per la conciliazione famiglia-lavoro che permettono a donne (e uomini) di cessare - momentaneamente - la loro attività professionale.
In un contesto europeo in cui si promuove l' occupazione femminile non si possono ignorare le conseguenze dell' arrivo dei figli sull' attività professionale delle donne. Se da un lato, infatti, l' Italia fatica a raggiungere l' obiettivo, sancito dal trattato di Lisbona, di un' occupazione femminile al 60 per cento, si nota che anche in Francia, Paese assai più performante, l' occupazione delle donne sia ancora sensibile all' età e al numero di figli presenti nel nucleo famigliare. È per questo motivo che appare auspicabile una maggiore condivisione delle responsabilità familiari e professionali tra le donne e gli uomini in entrambi i Paesi.
2. «L' ULTIMO INCONTRO A PARIGI ERA FELICE PER LA CASA NUOVA»
Claudio Del Frate per il “Corriere della Sera”
«Lei era meravigliosa, era il mio punto di riferimento e non ce la faccio a pensare a quello che è accaduto». Dario Solesin, fratello di Valeria, sintetizza con queste parole al Corriere Veneto l' immagine della ragazza uccisa a Parigi. Ma questa volta il suo sentimento privato è il sentimento di un' intera comunità.
laura boldrini selfie con gli studenti italiani in argentina
«L' ho incontrata l' ultima volta una settimana fa - prosegue Dario parlando della sorella -, sono salito a Parigi per vedere la nuova casa in cui si era trasferita col fidanzato».
Parigi, il futuro, i progetti, la giovane età: scampoli di una vita spezzata che hanno suscitato la commozione di Venezia e dell' Italia intera. La presidente della Camera Laura Boldrini ieri ha telefonato alla famiglia Solesin annunciando che inviterà i genitori il 25 novembre a Montecitorio: «Ricorderemo in quella occasione l' impegno di Valeria nel sociale e i suoi studi sulla condizione femminile».
Valeria ha incarnato l' idea di Italia e di Europa che in tanti vorrebbero diffondere, a cominciare dai suoi ex docenti dell' Università di Trento. Uno di loro, Giovanni Pascuzzi, ieri ha postato su Facebook l' intervento compiuto pochi mesi fa a un convegno che parlava della condizione della donna nel mondo del lavoro.
«Lei ha dedicato la vita alla conoscenza, all' impegno civile e alla vittime di questa tragedia»: così il rettore dell' ateneo trentino Paolo Collini si è fatto interprete del lutto dei Solesin, divenuto lutto pubblico.
A Venezia il sindaco Luigi Brugnaro ha annunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali («Chiederò ai locali pubblici di non vendere bevande») mentre sta suscitando interesse l' iniziativa del Corriere Veneto di dedicare a Valeria un ponte della città, come simbolo di pace, e lanciando l' hashtag #unponteperValeria.
«La tragedia appartiene a tutti noi, Valeria era persona attenta ai bisogni del prossimo» l' ha salutata il patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia, mentre Amin El Hadab, capo degli islamici veneziani, ha accostato la ragazza alle vittime del terrorismo in Iraq e Siria. E il campione di basket Nba Marco Belinelli è invece sceso in campo con i suoi Sacramento Kings con una sciarpa che portava la scritta «Ciao Valeria».
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