AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Che i russi avessero problemi di comunicazioni si era capito già nei primi giorni della guerra, quando la Difesa di Kiev aveva intercettato la notizia della morte del generale russo Vitaly Gerasimov, riferita a Mosca attraverso linee non criptate, e l'aveva resa pubblica.
Era così emerso che il sistema telefonico criptato Era, realizzato lo scorso anno e che doveva resistere «in ogni condizione», non stava funzionando. Per gli esperti, i problemi erano dovuti ai bombardamenti russi a Kharkiv, che avevano danneggiato le infrastrutture di 3G e 4G, e al fatto che alcuni ripetitori erano stati sostituiti con dispositivi per le intercettazioni: non c'erano abbastanza antenne per far funzionare il sistema russo.
Ora il Washington Post conferma che l'esercito di Putin si è affidato con frequenza «sorprendente» a sistemi di comunicazione non protetti - smartphone e walkie-talkie - che stanno rendendo più vulnerabili le unità sul campo, più facilmente localizzabili, ma che evidenzia anche i problemi di comando e controllo.
I soldati farebbero spesso ricorso a normali cellulari, al punto che - ha rivelato un anonimo funzionario di intelligence europeo - i comandanti sono stati in parecchie occasioni costretti a sequestrare il telefono personale dei loro subordinati per paura che potessero rivelare la posizione della propria unità.
Fonti militari hanno riferito inoltre al New York Times che uno dei 7 generali russi morti in battaglia sarebbe stato localizzato e ucciso proprio a causa di una telefonata non protetta. Severo, in questo senso, anche uno studio dell'istituto britannico Rusi.
Sono segnalati anche casi di civili ucraini che hanno denunciato il furto dei propri telefoni, sostenendo che i soldati russi li abbiano poi usati per parlare fra loro o con la famiglia a casa.
Altri report hanno raccontato di radio ricetrasmittenti d'origine cinese, poco affidabili e non protette: una presenza attribuita a corruzione e carenze. Questa narrazione da un lato tiene conto di quanto visto sul campo, ma dall'altro è usata (e forse gonfiata) dalla propaganda per sottolineare come Mosca avrebbe mandato i suoi «figli» allo sbaraglio.
Insieme al cibo scarso e ai mezzi in avaria, ecco gli apparati per comunicare inadatti. Al tempo stesso è noto che Stati Uniti e alleati stanno fornendo a Kiev strumenti in grado di interrompere le trasmissioni russe, inducendo gli uomini di Putin a ricorrere a comunicazioni meno sicure che possono essere intercettate più facilmente.
Qualcosa di vero, quindi, ci può essere: sono numerose le telefonate intercettate che sono state pubblicate online. Pur confermando alcuni dettagli, lo stesso Pentagono definisce gli episodi «aneddotici», ovvero frutto di informazioni dal campo non confermate.
Molti analisti militari, inoltre, invitano a non generalizzare sui problemi di comunicazione: alcune unità possono averne avuti, altre no. Anche perché fra le prede belliche finite nelle mani ucraine ci sono pezzi sofisticati.
Una conferma empirica del fatto che siamo su un terreno molle, fangoso, simile a quello che ha dato tanti guai ai generali dello Zar. Eppure i russi sono sempre lì, a martellare l'avversario.
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