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Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Non più soltanto Italia-Egitto. La morte di Giulio Regeni apre un nuovo caso diplomatico con la Gran Bretagna. E lo fa direttamente con le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi che con Repubblica definisce «inspiegabile » la poca collaborazione dei docenti di Cambridge con le autorità giudiziarie italiane.
«Ho chiesto al Primo Ministro inglese Theresa May, mercoledì scorso — dice Renzi — di spendere la sua autorevolezza nel chiedere ai docenti di Cambridge di collaborare con le autorità giudiziarie italiane. Non capisco per quale motivo i professori di una così prestigiosa università globale pensino che l’Italia possa accettare il loro silenzio, che mi sembra inspiegabile. È morto un ragazzo italiano, torturato. Dobbiamo alla sua famiglia la verità. E chiunque ne possieda anche solo un pezzetto ci deve aiutare, subito».
Il caso è quello scoppiato a metà giugno quando Sergio Colaiocco, il sostituto procuratore che conduce le indagini sulla morte del ricercatore italiano al Cairo, volò proprio a Cambridge insieme con i genitori di Giulio. Avevano chiesto ai professori che seguivano Regeni collaborazione, non ottenendola.
In particolare la tutor, Maha Abdrerrahman, si rifiutò di rispondere alle domande inviando poi alcuni giorni dopo una mail ai magistrati italiani con risposte però «assolutamente insoddisfacenti» a detta degli investigatori.Non è un particolare di poco conto. Perché la Abdrerrahman può conoscere particolari fondamentali per ricostruire in quale buco nero sia caduto Giulio. È lei infatti che gli aveva commissionato la ricerca.
È lei che gli aveva fornito i contatti in loco (la docente è di origine egiziana); lei che l’aveva indirizzato sul lavoro nel campo con i sindacati; lei che lo guidava seppur a distanza. Lei, infine, che lo aveva messo in contatto con Rabab El Mahadi, docente dell’università americana del Cairo. Che aveva raccontato, nei giorni immediatamente successivi alla morte di Giulio, una bugia. «Non aveva ancora materiale, non aveva fatto nulla di concreto». Dall’analisi dei computer e degli appunti di Giulio emerge però qualcosa di diverso: i dubbi del ricercatore sul metodo delle due docenti e soprattutto ci sono incontri continui con la El Mahadi. Giulio, cioè, la informava in tempo reale del suo lavoro.
Detto questo, Cambridge è soltanto un tassello del problema. Perché il centro, secondo gli investigatori, è l’Egitto. Giulio è morto lì, torturato, vittima probabilmente di una guerra tra apparati. Ed è dall’Egitto che continuano ad arrivare tutti i depistaggi: la morte dei cinque banditi durante un conflitto a fuoco, con il ritrovamento dei documenti di Regeni a casa di uno loro, è stata, dicono Carabinieri e Polizia, una messa in scena per sviare le indagini. «Ma il Presidente Al Sisi si è impegnato a dare riscontri precisi su alcuni temi, da padre prima ancora che da politico.
manifestazione per giulio regeni
Confidiamo ancora di riuscire a ottenere ciò che abbiamo chiesto» dice sempre a Repubblica, il presidente Renzi. Che dovrà decidere nelle prossime settimane se inviare il nuovo ambasciatore in Egitto, ipotesi che certamente non farebbe piacere alla famiglia di Giulio che nei giorni scorsi, al contrario, aveva chiesto alle istituzioni che «alle parole seguissero i fatti», con l’inserimento dell’Egitto nella black list e lo stop agli accordi commerciali.
I TUTOR INGLESI DI REGENI PROTESTANO CONTRO AL SISI
Le ultime parole di Renzi apriranno però un problema con Cambridge, che già aveva duramente protestato contro il vice ministro degli Esteri Mario Giro che li aveva accusati di non collaborare. « L’università ha esercitato pressione sulle autorità egiziane e abbiamo invitato il governo britannico a sostenere gli sforzi del governo italiano per accertare la verità. Per essere chiari — avevano detto — le autorità centrali dell’Università non hanno ricevuto alcuna richiesta di aiuto da parte dei pm italiani e rimangono disponibili a rispondere rapidamente a qualsiasi richiesta di collaborazione. Soltanto un professore di Cambridge ha ricevuto una richiesta di informazioni e ha già risposto a tutte le domande. Giulio era un ricercatore esperto che utilizzava metodi accademici standard per studiare le organizzazioni sindacali in Egitto. Una speculazione selvaggia e infondata mina gli sforzi di portare dinanzi alla giustizia coloro che lo hanno ucciso».
il manifesto prima pagina con gli articoli di giulio regeni dopo la morte
FUNERALE REGENI
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