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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
Il nuovo leader della Conferenza episcopale americana è Joseph Kurtz, arcivescovo di Louisville, in Kentucky. La sua scelta non rappresenta uno strappo nella gerarchia locale, ma nello stesso tempo risponde all'appello che Papa Francesco aveva lanciato attraverso il nunzio negli Usa Viganò per puntare sui pastori piuttosto che sugli ideologi.
Kurtz, 67 anni, è stato eletto ieri durante l'assemblea della Usccb a Baltimora, con larga maggioranza e al primo turno.
Era il vice presidente della Conferenza, e quindi con la sua nomina si torna alla prassi tradizionale di promuovere il numero due. Questa abitudine era stata infranta tre anni fa, quando il cardinale di New York Timothy Dolan aveva battuto il collega di Tucson Gerald Kicanas, percepito come un liberal per il lavoro svolto da ausiliario dell'arcivescovo Bernardin a Chicago. Kurtz in quella occasione era stato eletto vice, e quindi non dispiaceva alla maggioranza conservatrice ispirata allora da Benedetto XVI.
Nello stesso tempo, però, il nuovo presidente della Conferenza episcopale ha un profilo più vicino alle aspettative di Francesco, perché ha fatto per 27 anni il prete ad Allentown, nel cuore manifatturiero della Pennsylvania. Durante questo periodo è stato il direttore locale di Catholic Charities, e il tema del lavoro è stato sempre al centro della sua attività . Come vescovo, però, è stato a capo del Committee for the Defense of Marriage and Family Life, e membro del National Catholic Bioethics Center, dando quindi garanzie anche sulle questioni sociali e della vita. à un moderato in ascesa, tra i favoriti per l'arcidiocesi di Chicago e quindi la porpora cardinalizia.
Sul piano politico, però, il voto più significativo di ieri è stato forse quello per il vice, dove il cardinale di Galveston-Houston Daniel DiNardo ha prevalso su quello di Philadelphia Charles Chaput. DiNardo non è un liberal, ma Chaput è uno dei capi dei «conservatori creativi», emerso a Denver durante il pontificato di Giovanni Paolo II e molto vicino a Benedetto. à stato tra i leader delle battaglie sui «principi non negoziabili», come l'aborto, e aveva detto che i conservatori americani faticano a capire Francesco. La sua sconfitta forse segnala il riallineamento, più della vittoria di Kurtz.
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