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Daniele Mastrogiacomo per “la Repubblica”
polizia brasiliana lancia una granata lacrimogena dentro auto 1
I video pubblicati sui social sono scioccanti. Si vede un uomo ammanettato dalla polizia e poi infilato a forza nel vano portabagagli. Lui si lamenta, lancia grida che sembrano ululati. I tre agenti insistono e alla fine chiudono il portellone sulle gambe che restano fuori, a penzoloni. Due tengono fermo lo sportello, il terzo afferra una granata lacrimogena e la scaglia all'interno. Dall'abitacolo della vettura si alza un fumo denso, bianco.
E' il gas che si sprigiona, misto a peperoncino. Intorno la gente osserva incredula e sgomenta. Qualcuno osa lanciare un allarme: «Lo state uccidendo, così muore ». Non si avvicinano. La polizia fa sempre timore. Prima spara e poi parla. E' successo tre giorni fa nella favela Vila Cruzeiro, nord di Rio. Venticinque morti durante un'incursione per arrestare alcuni latitanti del cartello "Comando Vermelho". Accade ancora mercoledì scorso a Umbaúba, Stato di Sergipe, nord est del Brasile. Una sola vittima.
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La preda di una battuta di caccia. Gasata come facevano i nazisti nei campi di concentramento. L'orrore per l'ennesimo abuso da parte della Polizia Federale suscita forti proteste in tutto il paese. Hanno cercato di farlo passare per un incidente. Ma questa volta è diverso: c'è scappato il morto sotto gli occhi di tutti. Non era in corso alcuna incursione in una favela, nessuno scontro a fuoco. La vittima, un uomo di 38 anni, Genivaldo Jesus Santos, percorre in sella alla moto le vie di Umbaúba. Non ha il casco.
Una pattuglia lo ferma, gli intima di alzarsi la maglietta per vedere se nasconde armi o droga. Lui borbotta, si lamenta, chiede spiegazioni. Ma ubbidisce. Gli trovano in tasca un pacchetto: è la medicina contro l'epilessia di cui soffre. Si fa prendere dal panico: ha paura che scambino quei farmaci per droga.
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Si divincola. Lo ammanettano. E' pieno giorno, la gente si ferma ad osservare la scena. Diversi filmano. I tre agenti tengono tutti alla larga. Genivaldo viene afferrato, infilato a forza nel portabagagli. Si divincolerà ancora per cinque minuti. I due poliziotti afferrano un candelotto lacrimogeno misto a peperoncino e lo lanciano all'interno.
Le gambe restano a penzoloni, non si muovono più. I tre poliziotti afferrano il corpo ormai immobile e lo trascinano nei sedili posteriori. Vanno in commissariato, ma si rendono conto che Genivaldo Jesus Santos non dà segni di vita. Si preoccupano e deviano verso l'ospedale. I medici cercano di rianimare l'uomo. È già morto.
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Si apre un'indagine e la polizia offre subito la sua versione dei fatti: «Il signor Santos era stato arrestato perché aveva resistito attivamente all'intervento degli agenti. A causa della sua aggressività sono state utilizzate tecniche di immobilizzazione e strumenti non offensivi ». Gli agenti sono giustificati ma cinque finiscono alla fine sotto inchiesta.
Il Forum brasiliano della Pubblica sicurezza svela che 6.416 persone sono state uccise per mano della polizia nel 2020. L'80 per cento era di colore. Nei primi se mesi di quest' anno la cifra è raddoppiata. L'eco del delitto è stata ancora più profonda perché l'assassinio è avvenuto lo stesso giorno in cui si commemorava il secondo anniversario dell'omicidio di George Floyd negli Usa.
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