DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
giuseppe conte lello ciampolillo
In omaggio al principio per cui gli impresentabili sono tali solo quando si presentano con gli avversari, il custode della purezza grillina Di Battista ha benedetto l' ingresso in maggioranza di Ciampolillo e della ex assistente di Berlusconi perché «un governo senza Renzi val bene una messa».
È la logica con cui da trent' anni il centrosinistra più litigioso del mondo rimane insieme non per realizzare un obiettivo (tutelare il lavoro, magari), ma per fermare il Mostro del momento, la cui pericolosità viene spesso enfatizzata per mascherare l' assenza di altre ragioni.
I Cinquestelle versione Di Battista erano entrati in politica per redimerla da ogni sporcizia. Ci ricordiamo un Dibba tuonante contro il mercimonio nelle aule parlamentari, da lui definite «un postribolo». Adesso accetta di accogliere i voltagabbana, basta che non siano indagati.
Ma quello degli indagati ha tutta l' aria di essere un paletto mobile: tra un po' verranno ammessi anche loro, purché non condannati, e poi anche i condannati, purché non in via definitiva, e poi quelli in via definitiva, purché non all' ergastolo, e poi quelli all' ergastolo, purché non all' inferno, e poi quelli all' inferno, purché non nel girone degli alfabetizzati.
Anche in America hanno appena cacciato il Mostro (e lui, almeno negli ultimi tempi, lo era davvero), ma il giorno dopo il nuovo Presidente aveva già firmato diciassette decreti per rovesciarne le politiche. Da noi, abbattuto un Mostro, non cambia niente. Se ne cerca un altro.
I “VOLTAGABBANA” SECONDO TRAVAGLIO
Domenico Di Sanzo per “Il Giornale”
Sappiamo benissimo che per Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, i «responsabili» che dieci anni fa consentirono al governo Berlusconi di andare avanti erano dei «venduti» e dei «voltagabbana». A differenza dei parlamentari che ora brigano per salvare Giuseppe Conte. Infatti questi ultimi sono stati definiti gente «con la testa sul collo» da Travaglio nell' editoriale pubblicato sul Fatto il 3 gennaio scorso.
Quel che spesso si perde di vista è l' importanza di chi le trattative le conduce, degli incantatori di serpenti chiamati a convincere le anime perse del Parlamento a passare da una sponda all' altra. Parliamo, in questi giorni, del premier Conte e dei suoi emissari, soprattutto parlamentari del M5s e fedelissimi dello staff di Palazzo Chigi.
Ma si racconta anche di telefonate di alti prelati e di mosse di uomini del cosiddetto deep state italiano, presunti movimenti smentiti con tanto di sdegno dalla presidenza del Consiglio. Tutto legittimo. Si tratta dei «pontieri» che stanno cercando di mettere su l' operazione «costruttori», o «volenterosi», evocata con chiarezza in Aula da Conte prima di ottenere la fiducia a Montecitorio e a Palazzo Madama. E quindi ecco gli incontri segreti, i messaggini, le promesse, gli accordi.
Con il supporto del Fatto, che il giorno dopo la fiducia risicata al Senato si beava con questo titolo di prima pagina, dedicato all' inossidabile premier: «Più lo butti giù e più si tira su». Con tanto di foto di Conte mascherinato in bella mostra.
giuseppe conte in auto dopo l incontro con mattarella
Nelle stessa prima pagina l' annotazione: «Servono 10 ex Iv e Udc per blindare l' aula e le commissioni». Via al Suq per un' altra decina di giorni o più.
Ora torniamo indietro di dieci anni. Prendiamo un commento di Travaglio datato 1 dicembre 2010. E sembra quasi che se la prenda con Conte e i suoi, animatori dell' odierno calciomercato dei senatori. «A furia di parlare di deputati venduti, si rischia di trascurare l' altrettanto nobile categoria dei compratori», l' incipit del pezzo.
Non si stigmatizzavano solo i reietti alla Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, ma pure quelli che Travaglio bollava come «acquirenti». Quindi spunta «tal Ciccio Nucara, segretario del Partito Repubblicano all' insaputa dei più». Allora incaricato di «pescare nella palude di diniani, centristi, Mpa, Union Valdotaine, Sudtiroler».
marco travaglio al suo arrivo al teatro brancaccio
Uno stagno non troppo diverso da quello in cui stanno nuotando da giorni, senza sosta, gli emissari contiani. Tra ex craxiani, ex grillini, italiani all' estero, democristiani sanniti e centristi di ogni risma. Anche alla fine del 2010 si parlava dell' Udc, ora al centro delle lusinghe di chi segue il dossier dei «volenterosi» per conto di Palazzo Chigi.
Sentite il Travaglio d' epoca: «Partì la fase 2 di Mediashopping, affidata ad acquirenti ignoti (forse latitanti): comprare l' Udc siciliana, piena di condannati, inquisiti ed ex imputati». Il dialogo in questi giorni è stato bloccato da un' inchiesta di Gratteri in cui è coinvolto il segretario dell' Udc Lorenzo Cesa. Ma si tratta ancora singolarmente con due o tre parlamentari scudocrociati.
giuseppe conte esce dal quirinale
Eh sì, perché ormai siamo in uno scenario simile alla «fase 3» evocata dal Fatto nel 2010.
Quella che il giornale definiva «una baraonda in cui non si capisce più chi compra e chi viene comprato». Con una differenza: adesso i presunti «acquirenti» non scandalizzano più.
LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTEmarco travaglioL OROLOGIO DI CONTEgiuseppe conte parla al senato giuseppe conte parla al senato 3giuseppe conte 1giuseppe contetravaglio conte
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