cizco iene prostitute

LA IENA CIZCO SI INFILA NEL LETTO DELLE ITALIANE CHE SI PROSTITUISCONO IN SVIZZERA - STEFANIA, 20MILA EURO AL MESE: ‘LE STRANIERE PROMETTONO, POI I CLIENTI SI LAMENTANO. NOI ITALIANE SIAMO RICHIESTISSIME. E COSI' NON FACCIO MANCARE NIENTE AI MIEI FIGLI’ - LA NAPOLETANA GIULIA: “ANDAVO IN DISCOTECA A DARLA VIA GRATIS, ORA MI PAGANO E MI DIVERTO! FACEVO IL GRAFICO, POI MI HANNO PORTATO IN QUESTO BORDELLO SVIZZERO E…” - INFINE ELENA, STUDENTESSA DI ECONOMIA A MILANO: “SE INCONTRO PROF E COLLEGHI QUI…”

Da www.ilgazzettino.it

 

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In Svizzera ci sono tanti pendolari italiani: operai, manager, ingegneri, ma anche prostitute. Le Iene, in un servizio andato in onda nella puntata di mercoledì sera 18 aprile, hanno 'indagato' proprio su questo fenomeno delle italiane che vanno a prostituirsi nel Paese elvetico. Donne che facevano già le escort anche in Italia, ma anche ragazze giovanissime che facevano altri lavori, e che si fanno attirare da questa professione certamente diversa ma molto più remunerativa.

 

 

La prima ragazza che l'inviato intervista è Stefania, che parte da un sano patriottismo («Le straniere sembra che facciano chissà che, poi i clienti si lamentano tutti. Noi italiane siamo molto meglio, io sono richiestissima») fino a raccontare per filo e per segno quanto guadagna, a partire dalla singola prestazione da 100 euro per mezz'ora. «Qui riesco ad alzare anche 15-20mila euro al mese, in Italia me li sognavo - ammette - Affitto questa stanza per 100 euro al giorno, me la ripago velocemente e guadagno altri 400-500 euro al giorno, tutti i giorni. E poi siamo tutelate. In Italia ho lavorato anche per strada, poi spesso non venivo pagata, ma l'ho fatto lo stesso per non far mancare niente ai miei bambini».

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Secondo la squillo, molte italiane che vengono a prostituirsi in Svizzera sono giovanissime, e non lo hanno mai fatto prima. «Chiedono consiglio a noi, magari in Italia fanno le commesse a 400 euro al mese. Sono ragazzine, di 18-20 anni, sono inesperte e impacciate. Tante ragazze sono del Sud». Lei lo fa per i suoi figli: «A loro non manca nulla, non vado fiera di ciò che faccio, ma quando penso che loro frequentano le scuole migliori e non hanno alcun problema, sono soddisfatta».

 

 

Poi è il turno di Marina, siciliana: lei non si era mai prostituita in Italia, ma in Svizzera lo fa. «Ho fatto la cameriera, la commessa, la barista - dice - Vado con chi voglio, se un uomo non mi piace non ci vado. Un lavoro normale in Italia? Posso farlo quando voglio, ma per ora resto qui. E poi si pagano troppe tasse...», conclude, facendo capire il motivo della sua scelta. E ancora, Giulia, napoletana, che in Italia faceva il grafico: «Lavoravo 7 giorni su 7, un mio amico mi ha parlato di questo locale: gli ho detto portami, voglio vedere com'è. Sono due anni che in discoteca la do via gratis, almeno qui mi pagano - scherza - Secondo me se porti qualsiasi ragazza a fare questo lavoro, farebbero tutte i salti di gioia».

 

 

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Infine una ragazza di Milano, Elena, molto giovane, una studentessa di economia. La sua però è una storia diversa: «Per me è un lavoro come un altro - dice - io lavoro principalmente nel weekend perché non ho l'università. Voglio pagarmi gli studi, fare shopping, viaggiare, essere indipendente, e lavorando qui posso farlo. In Italia però non lo farei, mi sembra tutto troppo sporco». Lei dunque non vuole fare questo per sempre: vuole concludere gli studi, fare un master all'estero.

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«Per me questo è un mezzo, non un fine», dice, ma non senza contraddirsi subito dopo: «In un'azienda mi darebbero 400 euro al mese con uno stage, io qui 400 euro li faccio in due ore». Per poi concludere con una massima degna di una poetessa: «Noi siamo tutte pazze della Ferragni, ma non abbiamo dietro la famiglia della Ferragni che ci compra tutte quelle cose. Quindi dobbiamo andare a fare i b...ini».