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VALLANZASCA RESTA IN CELLA! I GIUDICI DICONO NO ALLA LIBERTÀ CONDIZIONALE - IL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI MILANO HA RESPINTO LE RICHIESTE DI LIBERAZIONE CONDIZIONALE E DI SEMILIBERTÀ PRESENTATE DALLA DIFESA DEL CRIMINALE CONDANNATO A 4 ERGASTOLI E 296 ANNI DI CARCERE
Da http://www.tgcom24.mediaset.it
Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto le richieste di liberazione condizionale e di semilibertà presentate dalla difesa di Renato Vallanzasca, il protagonista della mala milanese negli anni 70 e 80 condannato a 4 ergastoli e a 296 anni di carcere. La direzione del carcere di Bollate aveva detto che Vallanzasca aveva raggiunto un "adeguato livello di ravvedimento" e che dopo 40 anni di cella aveva i requisiti per ottenere la semilibertà.
Nel 2014 Vallanzasca si era visto revocare la semilibertà, ottenuta qualche anno prima, perché venne arrestato e poi condannato a 10 mesi per una rapina impropria in un supermarket di oggetti di poco valore, tra cui un paio di mutande.
Il suo legale nell'istanza per la liberazione condizionale e in subordine per la semilibertà (il detenuto torna in carcere la sera) aveva ricordato che Vallanzasca sta per "compiere 70 anni" e che ha "trascorso, seppur con qualche breve intervallo, l'intera propria esistenza in carcere".
Una detenzione iniziata nel 1972, "con un intervallo complessivo di meno di un anno" fuori "per le due evasioni", e un totale di "mezzo secolo" dietro le sbarre, 45 anni per l'esattezza. "Ci troviamo di fronte - aveva scritto la difesa - a un detenuto entrato in prigione appena dopo il compimento della maggiore età e che oggi uscirebbe da 'vecchio'".
L'intero "percorso" di Vallanzasca "è stato connotato da involuzioni trasgressive imputabili anche" alla sua "personalità" e non è "possibile ravvisare" in lui "il requisito del 'sicuro ravvedimento'", come prevede la legge per la liberazione condizionale. Lo scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano nel provvedimento che ricorda come il "bel Renè" non ha "mai risarcito le vittime dei suoi gravissimi reati", anche quando "lavorando ne aveva avuta la possibilità".
Per i giudici, in particolare, la rapina impropria al supermarket del 2014, "depone in senso sfavorevole alla certezza del ravvedimento", anche perché per difendersi Vallanzasca "ha costruito un ragionamento di complotto". Il sostituto pg Antonio Lamanna chiedendo che il criminale restasse in carcere aveva evidenziato, così come i giudici, che neanche il carcere di Bollate parlava di "sicuro ravvedimento".
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