“IL DNA DI SHARON VERZENI SULLA MIA BICI? NON ME LO SPIEGO” -  MOUSSA SANGARE, IL 31ANNI ACCUSATO DI AVER UCCISO LA BARISTA 33ENNE A TERNO D’ISOLA, IN PROVINCIA DI BERGAMO, TORNA A PROFESSARSI INNOCENTE IN CORTE D’ASSISE: “HO VISTO DUE PERSONE LITIGARE. "LE TRE CONFESSIONI PRIMA DI RITRATTARE? HO DETTO LE STORIELLE PERCHÉ SPERAVO MI LASCIASSERO ANDARE” - LO STRAZIO DEI FAMILIARI DELLA VITTIMA IN AULA: “LEI NON VEDEVA MAI IL MALE…”

Estratto dell'articolo di Maddalena Berbenni e Giuliana Ubbiali per www.corriere.it

SHARON VERZENI

Lo strazio della famiglia di Sharon Verzeni a tratti in lacrime davanti alla Corte d’Assise, la «paranoia» e le «situazioni» raccontate da Moussa Sangare, che ha di nuovo negato di aver ucciso «la ragazza», come la chiama, dopo le tre confessioni ai carabinieri, al pm e al gip. In un’udienza carica di dolore, oggi 10 novembre, il papà Bruno Verzeni, la mamma Maria Teresa Previtali, la sorella Melody, il fratello Cristopher e il fidanzato Sergio Ruocco hanno ripercorso il dolore e raccontato la loro Sharon, uccisa a coltellate in via Castegnate, a Terno d’Isola, la notte del 30 luglio 2024. Aveva 33 anni. 

moussa sangare in bicicletta dopo aver ucciso sharon verzeni

«Sharon non vedeva mai il male, per lei era tutto bello, tutto solare. Era anche molto romantica». Nel descriverla, la mamma accenna un sorriso. L’unico, perché poi a lei come al resto della famiglia «manca moltissimo, c'è un vuoto, come se mancasse un pezzo».

[…] «Mia moglie ha ricevuto la chiamata, ha iniziato a piangere, ha messo in viva voce e Melody ci ha detto che Sharon era stata uccisa». 

SERGIO RUOCCO SHARON VERZENI

[…]

Ruocco è rimasto da loro a vivere per un anno prima di tornare nella villetta che aveva comprato con Sharon, in via Merelli a Terno d'Isola: «Ha dormito nella cameretta di nostra figlia», ricorda papà Verzeni. 

Su di lui «non abbiamo mai avuto dubbi», nonostante i fari piazzati addosso in un primo momento. Quella sera, Sharon era uscita a camminare da sola e Ruocco fu svegliato in piena notte dai carabinieri. In via Merelli è tornato a metà luglio di quest'anno.

Moussa Sangare

«Prima non avevo trovato il coraggio di - dice lui in aula -, forse non sono ancora pronto, mi sveglio con gli incubi. Volevamo sposarci e avere dei figli. Se lo avessimo fatto prima, quella sera Sharon non sarebbe uscita».

Dopo lo strazio di una famiglia, Moussa, 31anni, rapper mancato di Suisio, racconta la sua «storiella». In realtà chiama così le confessioni rese, a suo dire, perché pressato dai carabinieri in caserma, a un mese dall'omicidio: «così pensavo mi lasciassero andare». 

Dice di essere stato un testimone, di aver visto due persone discutere e di essere scappato. Spiega così «per non farmi riconoscere da chi ha commesso questa cosa» il fatto di essersi tagliato i capelli, aver modificato la bici, buttato vestiti e coltelli nel fiume.

moussa sangare in bicicletta dopo aver ucciso sharon verzeni

Ma il pm Emanuele Marchisio l’ha messo di fronte ai dettagli che fornì già nelle spontanee dichiarazioni e che «nessuno poteva sapere se non chi aveva ucciso». Particolari - il numero e la posizione delle coltellate, i tagli al collo della statua di legno al parco lì vicino,  la maglia del Psg indossata da un ragazzino incontrato durante il girovagare in bicicletta -, che Sangare attribuisce alle informazioni dette dai carabinieri, viste in tivù o su Internet. 

moussa sangare

Ma il pm gli ha fatto presente che le sue dichiarazioni spontanee precedettero le notizie così dettagliate. Cosa che anche la presidente della Corte, Patrizia Ingrascì, gli ha rimarcato: «Quei particolari hanno trovato riscontro». Inoltre, c'è anche la prova genetica: sulla bici di Sangare è stato trovato il suo Dna misto a quello di Sharon. Questo «non me lo spiego», dice lui. […] La discussione sarà il 16 dicembre.

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