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"IL VATICANO ERA SOTTO RICATTO" - TORNA A PARLARE PIETRO ORLANDI, FRATELLO DI EMANUELA, ED EVOCA IL COMPLOTTONE. IN COMMISSIONE PARLAMENTARE DICE LA SUA SUI "CINQUE FOGLI", TIRATI FUORI NEL 2017, SECONDO CUI LA RAGAZZA RAPITA NEL 1983 SAREBBE STATA PORTATA IN INGHILTERRA, DOVE SAREBBE POI DECEDUTA: "SONO UN FALSO COSTRUITO PER MANDARE UN MESSAGGIO" - MA CHI SAREBBE L'AUTORE DEL PIZZINO? "QUALCUNO CHE VOLEVA GESTIRE LO STATO" - IL RUOLO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA: "DE PEDIS PUÒ AVERE AVUTO SOLO UN RUOLO DI MANOVALANZA..."

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PIETRO ORLANDI, PISTA 'LONDRA' UN FALSO? COMUNQUE UN MESSAGGIO

pietro orlandi a la confessione

(ANSA) - ROMA, 07 OTT - Anche se le lettere afferenti alla cosiddetta pista di Londra, tra cui alcune presunte firmate dall'allora vicario di Roma, il cardinale Ugo Poletti, fossero false "sarebbero comunque un falso costruito per dare un messaggio rispetto a un ricatto di cui era oggetto il Vaticano".

 

E' quanto ha sostenuto Pietro Orlandi, fratello della ragazzina scomparsa a Roma nel 1983, audito oggi per la seconda volta dalla Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi.

 

EMANUELA ORLANDI

In particolare Pietro Orlandi, relativamente alla perizia grafologica di cui ha parlato in una precedente audizione l'esperta Sara Cordella, ha voluto specificare che eventualmente "false", sulle lettere "potrebbero essere le firme ma non il contenuto" delle stesse; inoltre ha fatto sapere che i famosi cinque fogli e cioè quelli che farebbero riferimento a spese sostenute dal Vaticano per Emanuela a Londra, gli furono segnalati da Francesca Immacolata Chaouqui che poi gli diede una copia degli originali.

 

Per quanto riguarda invece il ruolo di presunto mediatore di tale "Baioni", Pietro Orlandi ha specificato di non sapere se il nome corrisponda alla reale identità della persona con cui ha intrattenuto un dialogo virtuale per più di un anno.

 

PIETRO ORLANDI IN SENATO

"Fui contattato dal commento ad un post in un blog e da lì ho iniziato un rapporto di comunicazione con lui in forma anonima attraverso la messaggistica di Telegram". A riprova di ciò, Orlandi ha fatto ascoltare alla Commissione un messaggio vocale ricevuto su Telegram con voce alterata artificialmente.

 

ORLANDI-GREGORI: PIETRO, 'CONVINTO DI UN RICATTO LEGATO A GESTIONE POTERE'

(Adnkronos) - Dietro alla pista di Londra c'è "qualcuno che ha in mano quello che è stato l'oggetto del ricatto di 42 anni fa e fa capire che ha in mano le prove di quello che è successo". Lo afferma Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ascoltato davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.

 

"Quando si parla di pista sessuale - sottolinea - io non credo che Emanuela ha subito un abuso da parte di una persona della chiesa e che da 42 anni il Vaticano cerca di coprire quella persona: il Vaticano avrebbe chiuso già da tempo questa storia, non può continuare a subire i dubbi dell'opinione pubblica per difendere una persona".

PRESUNTO RENDICONTO SPESE DEL VATICANO RELATIVE A EMANUELA ORLANDI

 

"Io sono convinto che 42 anni fa ci sia stato un ricatto - prosegue - che non può essere stato neppure organizzato da un gruppo di malavitosi come la banda della Magliana perché stiamo parlando di ricattare lo Stato più potente e influente al mondo", osserva il fratello di Emanuela secondo il quale "eventualmente De Pedis può avere avuto solo un ruolo di manovalanza".

 

"Chi all'epoca voleva ricattare il Vaticano è qualcuno che voleva gestire quello Stato e per farlo non basta una ragazzina di 15 anni, anche se cittadina vaticana. L'oggetto del ricatto evidentemente è qualcosa di più pesante", ha continuato ricordando che "Emanuela era il ricatto mediatico che aveva smosso il mondo e poi c'era un ricatto sotterraneo". Secondo Pietro Orlandi le lettere, i documenti, sono una specie di messaggio in codice:

 

EMANUELA ORLANDI 3

"Può darsi che io sia stato 'usato', ma le lettere, dai '5 fogli' in poi, non possono essere opera di un mitomane". A margine dell'audizione, Pietro Orlandi è tornato sul tema aggiungendo: "Il ricatto di base secondo me è legato alla gestione del potere. Adesso c'è ancora qualcuno che ha in mano le prove di quello che è successo - magari non gli stessi - e che continuano a tenere per le redini quello Stato".

 

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