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ISRAELE S'ALLARGA IN CISGIORDANIA NEL SILENZIO GENERALE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE - IL GOVERNO DI NETANYAHU, IN MANO AI FALCHI DELL’ULTRADESTRA, DÀ IL VIA LIBERA A 19 NUOVI INSEDIAMENTI: TRA QUESTI, CE NE SONO QUATTRO CHE FURONO EVACUATI NEL 2005 NELL’AMBITO DEL DISIMPEGNO DECISO DALL’ALLORA PREMIER, ARIEL SHARON - ORA LA CLAMOROSA MARCIA INDIETRO CHE FA GONGOLARE QUEL COLONO IRRITABILE DI BEZALEL SMOTRICH - MA LA MOSSA POTREBBE NON ESSERE BEN VISTA DA TRUMP, CHE NON VUOLE METTERE A REPENTAGLIO LA TREGUA A GAZA - "MEDICI SENZA FRONTIERE" LANCIA L’ALLARME: “LE NUOVE REGOLE SULLE ONG METTONO A RISCHIO LA NOSTRA PRESENZA NELLA STRISCIA…”
1. ISRAELE SI ESPANDE ANCORA IN CISGIORDANIA: APPROVATE 19 COLONIE
Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
Il governo israeliano ha approvato ieri 19 nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata. Un passo che farà molto rumore. Perché fra quegli insediamenti ce ne sono quattro nella parte nord della Cisgiordania che furono evacuati nel 2005 nell’ambito del disimpegno deciso dall’allora premier Ariel Sharon. Sharon aveva costretto all’evacuazione i coloni israeliani a Gaza, circa 8.000 persone. E altre 2.000 avevano dovuto lasciare le loro abitazioni, appunto, nella West Bank.
Adesso la clamorosa marcia indietro: una iniziativa fortemente voluta dal ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich che parla di «correzione di un’ingiustizia storica» avvenuta con «l’espulsione di 20 anni fa».
«Stiamo fermando — ha aggiunto — la costituzione di uno Stato terrorista palestinese». E ancora: «Continueremo a sviluppare, costruire e insediarci nella terra dei nostri antenati, confidando nella rettitudine del cammino».
Tutto questo sarà certamente parte degli argomenti che il premier Benjamin Netanyahu discuterà la settimana prossima con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nell’incontro previsto a Mar-a-Lago. Un tema, quello dei coloni, che potrebbe in qualche modo compromettere il già delicato equilibrio della tregua su Gaza e che potrebbe quindi non essere ben visto da Trump.
Nell’incontro americano, uno degli argomenti chiave sarà la formazione di un governo di tecnocrati palestinesi per guidare la Striscia fino alla fase della ricostruzione, e il ruolo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) nel futuro di Gaza. Netanyahu ha più volte detto che l’Anp non avrà alcun ruolo e la creazione di questi 19 insediamenti potrebbe diventare moneta di scambio: il sì degli Usa a tutto questo, contro la partecipazione dell’Anp al processo di pace per Gaza.
L’approvazione di questo provvedimento sulle nuove colonie è stato possibile grazie a un emendamento che il governo Netanyahu approvò nel marzo 2023 […]
A maggio, l’esecutivo ha approvato 22 nuove colonie e ad agosto ha dato luce verde al piano «E1», che prevede la costruzione di oltre 3.000 case fra Gerusalemme Est e Ma’ale Adumim. […]
2. MSF, A RISCHIO LA NOSTRA PRESENZA A GAZA PER LE REGOLE ISRAELIANE SULLE ONG
(ANSA) - Le nuove misure introdotte da Israele per la registrazione delle organizzazioni non governative internazionali rischiano di privare centinaia di migliaia di persone a Gaza di cure mediche salvavita. Lo denuncia Medici Senza Frontiere - tra le più grandi organizzazioni mediche attualmente operative nella Striscia - secondo cui le nuove disposizioni potrebbero comportare la revoca della registrazione delle ong internazionali a partire dal 1 gennaio.
Infatti, la mancata registrazione impedirebbe alle organizzazioni, tra cui Msf, di fornire servizi essenziali alla popolazione di Gaza e della Cisgiordania, sostiene l'organizzazione.
turmusaya, colono israeliano aggredisce donna palestinese
Il sistema sanitario di Gaza è ormai distrutto, e se le organizzazioni umanitarie indipendenti ed esperte perdessero la possibilità di operare, ne conseguirebbe un disastro per i palestinesi, sottolinea Msf in una nota. L'organizzazione chiede alle autorità israeliane di garantire che le ong internazionali possano continuare a operare in modo imparziale e indipendente a Gaza, sottolineando che la risposta umanitaria, già limitata, non può essere ulteriormente ridotta.
"Nell'ultimo anno, i team di Msf hanno curato centinaia di migliaia di pazienti e fornito centinaia di milioni di litri d'acqua", ha affermato Pascale Coissard, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza. "Le équipe di Msf stanno cercando di ampliare le attività e supportare il sistema sanitario di Gaza, ormai distrutto. Solo nel 2025 abbiamo effettuato quasi 800.000 visite ambulatoriali e gestito più di 100.000 pazienti con trauma, e se otterremo la registrazione, intendiamo continuare a rafforzare le nostre attività nel 2026".
Msf - ricorda la nota - garantisce cure mediche salvavita su vasta scala, ma nemmeno questo è sufficiente a soddisfare le enormi esigenze della popolazione di Gaza. Solo nel 2025, con un budget di oltre 100 milioni di euro, le sue équipe hanno curato oltre 100.000 pazienti con trauma; gestito l'assistenza per oltre 400 posti letto ospedalieri; eseguito 22.700 interventi chirurgici su quasi 10.000 pazienti; effettuato quasi 800.000 visite ambulatoriali; somministrato 45.000 vaccinazioni; assistito più di 10.000 parti; fornito più di 40.000 sessioni individuali di salute mentale - e sessioni di gruppo per oltre 60.000 persone; hanno distribuito più di 700 milioni di litri d'acqua e prodotto quasi 100 milioni di litri di acqua potabile.
Per il 2026, Msf ha stanziato tra i 100 e i 120 milioni di euro per la sua risposta umanitaria a Gaza. Molti dei servizi forniti da Msf non sono disponibili altrove a Gaza a causa della distruzione del sistema sanitario. Se Msf perdesse l'accesso alla Striscia nel 2026, a causa della decisione delle autorità israeliane, gran parte della popolazione di Gaza perderebbe l'accesso alle cure mediche essenziali, all'acqua e all'assistenza di base.
Le attività di Msf aiutano quasi mezzo milione di persone a Gaza. Msf continua a cercare un dialogo costruttivo con le autorità israeliane per poter continuare ad operare. A Gaza, Msf supporta attualmente 6 ospedali pubblici e gestisce 2 ospedali da campo. Msf sostiene anche 4 centri sanitari e gestisce 1 centro di alimentazione per persone affette da malnutrizione. Msf ha recentemente aperto 6 nuovi centri di salute che forniscono cure per le ferite e altri servizi sanitari. MSF opera nei territori palestinesi occupati dal 1989.
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benjamin netanyahu Bezalel Smotrich
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donald trump tira le orecchie e a benjamin netanyahu - immagine creata con l AI
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