lavoro e depressione

PER PORTARE A CASA LA PAGNOTTA GLI ITALIANI SONO COSTRETTI A FARSI UN MAZZO TANTO – UN LAVORATORE SU 10 LAVORA 50 ORE A SETTIMANA (10 IN PIÙ DEL NORMALE ORARIO DI LAVORO). RISPETTO AL RESTO D’EUROPA, LA PERCENTUALE DI PERSONE COSTRETTE AGLI STRAORDINARI PER ARRIVARE A FINE MESE E’ PIÙ ALTA DEL 2.5% - IL DATO PEGGIORA, E SALE 29,3%, SE SI PRENDONO IN CONSIDERAZIONE SOLO I LAVORATORI AUTONOMI, COSTRETTI A LAVORARE ALMENO 49 ORE A SETTIMANA...

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

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Cinquanta ore a settimana. Per il 9,6% dei lavoratori italiani è la normalità. Due punti e mezzo in più della media europea. La mappa di Eurostat restituisce una situazione occupazionale che non è soltanto deprimente da un punto di vista salariale, dato che gli stipendi sono stagnanti, ma che diventa desolante sotto gli altri aspetti.

 

Come quello dell'equilibrio fra vita professionale e privata. Nella penisola si lavora, a livello nominale, tanto. Ma la produttività resta ferma al palo. L'occupazione è ai massimi grazie agli autonomi. Ma i problemi di sostenibilità nel lungo periodo restano.

 

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[…] L'interpretazione italiana era e rimane negativa. I dati di Eurostat fotografano che i lavoratori della penisola fra i 20 e i 64 anni, nel 9,6% dei casi, hanno avuto una media settimanale di 49 ore, se non di più. Non è il massimo, visto che in Grecia la percentuale superare quota 10 di 1,6 punti. E non siamo nemmeno al livello della Francia, dove per un decimale si è passata la doppia cifra. Ma la questione italiana riguarda la produttività oraria. […]

 

La realtà è che, molto spesso, la finestra standard di 36/40 ore è un miraggio per tanti italiani. Nelle tabelle Eurostat sui lavoratori che fanno orari di lavoro lunghi emerge che il dato è legato alla consistenza del lavoro autonomo che tradizionalmente è impegnato per un numero di ore maggiori rispetto alla media (il 29,3% degli autonomi nel complesso lavora almeno 49 ore).

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I dati, freddi e crudi, restituiscono uno scenario con divergenze rilevanti. Nel nostro Paese i dipendenti che lavorano almeno 49 ore la settimana in media sono il 3,8% (3,6% in Ue) mentre gli autonomi con dipendenti che lavorano con questi orari sono il 46% del totale (41,7% la media Ue). Di contro, le partite Iva senza dipendenti che lavorano 49 ore alla settimana sono il 27,4% (23,6% in Ue) mentre quelli impegnati in un lavoro di aiuto all'attività familiare che raggiungono le 49 ore sono il 20,1% (14% in Ue).

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La percentuale degli "stacanovisti" di italica accezione cresce se l'osservazione statistica riguarda solo gli uomini con il 12,9% degli occupati che lavora almeno 49 ore a settimana (9,9% in Ue). Nella fattispecie delle partite Iva con addetti al seguito, la percentuale supera il 50% in Italia (50,8%) e si attesta sul 46,3% in Ue.

 

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Ci sono diversi modi per leggere il fenomeno, secondo Andrea Garnero, economista dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Da un lato, più salari. Dall'altro più tempo libero. «Per questo motivo i Paesi relativamente più ricchi sono anche quelli dove si lavora di meno», sottolinea.

 

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Questo elemento, spiega, riflette scelte valoriali precise. «Gli Stati Uniti per esempio pur essendo una delle nazioni più ricche al mondo hanno scelto implicitamente di essere una di quelle dove si lavora di più», fa notare Garnero. Grazie alla ricchezza patrimoniale, afferma, si può decidere di ridurre l'esposizione oraria negli uffici. «La variabile che non va dimenticata è che non conta quanto si lavora, bensì quanto bene si produce», dice l'esperto. Un concetto di base che è stato a più riprese rimarcato tanto dalla Banca centrale europea quanto da Via Nazionale. […]