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Testo di Mario Pelle Ceravolo* pubblicato da “la Repubblica”
*presidente Ass. italiana di chirurgia plastica estetica
Vorreste che fosse un oculista ad operarvi al cuore o un ginecologo a trattare la vostra deviazione del setto nasale? Certamente no. Ebbene in Italia questo potrebbe accadervi, perché la legge lo permette. Il fatto è che nel nostro paese ogni medico, appena laureato e abilitato (superando un semplice esame post lauream), è già autorizzato dal codice civile ad esercitare.
Con l’eccezione di radiologia ed anestesia, quel medico può fare tutto ciò che vuole. Dopo la laurea esistono e sono facoltativi i corsi di specializzazione ai quali si accede tramite concorso nazionale. Il titolo di specialista certifica che il Dr X ha approfondito per vari anni una certa disciplina, come chirurgia plastica piuttosto che ortopedia. Ma, da un punto di vista pratico, quel titolo vale ben poco, visto che per eseguire un lifting facciale o una mastoplastica riduttiva, fra i più complessi interventi di chirurgia estetica, non è richiesto alcun titolo se non l’abilitazione, già detta.
Un qualunque giovane a 24 anni se “abilitato” ad esercitare ha il diritto di operare un cancro al polmone o un trapianto di cuore, senza sapere nulla dell’uno o dell’altro. Evidentemente questo non succede nelle strutture del servizio sanitario nazionale né in quelle private serie. Ma invece accade molto spesso nella chirurgia estetica: un notevole numero di medici la pratica senza titoli e spesso senza alcun training.
Al contrario di quanto si creda, togliere una gobbetta da un naso o rimodellare un seno sono interventi estremamente complessi se si vogliono ottenere buoni risultati, e spesso presentano difficoltà nettamente superiori ad altre operazioni chirurgiche. E i guasti provocati dagli errori dei “sedicenti” e spesso “seducenti” chirurghi plastici improvvisati possono potenzialmente creare problemi fisici ed emozionali.
Le leggi di un paese civile dovrebbero proteggerci da questi rischi (come accade ad esempio in Francia) limitando la pratica di interventi specialistici solo a chi ha la preparazione e l’esperienza necessaria ad eseguirli. Se le leggi me lo permettono, pensano molti individui senza scrupoli, perché dovrei studiare per cinque anni per apprendere la chirurgia plastica?
Mi basta creare un sito internet con meravigliose fotografie, spesso truccate, fare un po’ di pubblicità sui giornali di quartiere, seguire un corso di due giorni sulla liposuzione o sui filler per aprire il mio studio e guadagnare.
In una situazione così i pazienti devono stare molto attenti a non cadere nelle trappole. Nella scelta di un chirurgo devono badare al suo curriculum, al suo aggiornamento o alla sua appartenenza ad una società specialistica. Perché accanto a tanti impostori, esistono moltissime persone serie e formate in modo adeguato per assistere i pazienti.
Che non sono solo le soubrettine con le labbra ed i seni gonfiati che vedete in Tv, ma sono ragazze che soffrono per avere un brutto naso o perché si vergognano del torace piatto; o persone dal volto segnato dall’invecchiamento precoce, insomma persone normalissime che possiamo aiutare con una “seria” chirurgia estetica.
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