DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - IMPIEGATA IN CASSA INTEGRAZIONE, SI DÀ ALLA PROSTITUZIONE
Da http://mattinopadova.gelocal.it
IMPIEGATA DI PADOVA IN CASSA INTEGRAZIONE CHE SI PROSTITUIVA
A casa dal lavoro in cassa integrazione, impiegata 43enne decide di prostituirsi. E inizia a guadagnare dai 10 ai 12mila euro al mese. C'è anche un'insospettabile fra le lucciole scoperte dai carabinieri in un appartamento a Saonara, nell'hinterland di Padova. La casa da tempo era meta di incontri a sfondo sessuale per numerosi uomini di tutte le età. Due le prostitute che vi "esercitavano": una di 43 anni, l'altra di 42. Quest'ultima è appunto un'insospettabile impiegata che si era data alla prostituzione dopo essere rimasta a casa dal lavoro. I carabinieri hanno denunciato il suo sfruttatore.
La casa di appuntamenti era a Villatora di Saonara, in via Vivai. I carabinieri di Legnaro, raccogliendo una serie di indiscrezioni dai cittadini, hanno fatto irruzione in un appartamento all’interno del quale trovavano, in completa intimità, un operaio 54enne della zona, in compagnia di un’avvenente donna padovana 43enne, in abiti succinti.
L’uomo ha ammesso di essere un cliente della signora, che aveva contattato dopo averne reperito il numero di telefono in un annuncio on line pubblicato su un sito di “escort” e con la quale si era accordato per un incontro a sfondo sessuale, per la somma di 150 euro. La 43enne, un’insospettabile impiegata, residente in un comune della provincia padovana, ha confermato di svolgere stabilmente l’attività di prostituzione all’interno di quell’appartamento di Villatora, dal mese di gennaio 2017, precisando di essere felicemente sposata con figli.
Ha aggiunto di percepire effettivamente la somma di 150 euro per ogni prestazione sessuale, di incontrare in media 3-4 clienti per ognuno dei 5 giorni lavorativi della settimana, arrivando a guadagnare una media di 10.000/12.000 euro al mese. Circa la location in cui la donna accoglieva gli uomini, è emerso che l’appartamento le era stato dato “in concessione” da O.D., 48enne imprenditore domiciliato ad Albignasego, il quale percepiva a sua volta dalla escort la cifra mensile di 2.000 euro.
Nel proseguo delle indagini, riscontrato il cospicuo giro d’affari, i militari dell’Arma hanno accertato che l’immobile era stato messo a disposizione dall’indagato anche ad un’altra donna, 42enne casalinga residente in provincia, che era solita anch’essa incontrare i clienti all’interno dell’appartamento, sempre nell’ambito di prestazioni sessuali concordate dopo contatti su siti di escort on line.
Per avere la disponibilità della casa, questa seconda prostituta versava a O.D. la cifra giornaliera di 120 euro, praticando le stesse tariffe della “collega” per ogni singola prestazione, che le consentivano appunto di arrivare a guadagni mensili di oltre 10.000 euro.
Il servizio che l’indagato forniva era peraltro comprensivo del cambio della biancheria, nonché della fornitura completa di detergenti intimi e bevande, per garantire il massimo confort ai numerosi habitué della casa, ai quali veniva altresì messa a disposizione una vasta gamma di accessori e indumenti sessuali, in grado di soddisfare i gusti più svariati.
Per quanto riguarda la clientela che gravitava nell’appartamento, i Carabinieri hanno stimato varie decine di frequentatori, di varie età, professioni e stati civili, che ritenevano di trovare in quel contesto una consolidata garanzia di riservatezza.
2 - «MUTUO E 7 PRESTITI ECCO PERCHÉ MI PROSTITUIVO»
Enrico Ferro per http://mattinopadova.gelocal.it
Quarant’anni, impiegata, madre di due figli, moglie. Come le è venuto in mente di farlo?
«Ho acquistato una casa da 500 mila euro nella Bassa padovana. Ho fatto un mutuo e poi un prestito per sistemarla. Poi è arrivata la cassa integrazione. A un certo punto non ce l’ho più fatta a pagare e quindi ho fatto un altro prestito e un altro ancora e un altro ancora. Mi sono ritrovata con un mutuo e sette prestiti. Ecco come mi è venuto in mente».
Una casa da 500 mila euro? Sarà una villa con piscina.
«Non c’è la piscina ma ci si avvicina molto come concetto. Ogni mese dovevamo pagare circa 4 mila euro. Non potevo perdere quella casa».
Così ha iniziato a pensare di fare la prostituta nei ritagli di tempo?
«Non ci ho pensato. L’ho fatto e basta. Ho cercato nei siti di appuntamenti gente che affitta le camere e mi sono messa nel giro. Se perdo quella casa la perdono anche i miei figli, si rende conto?».
E suo marito? Non si è reso conto della situazione economica disastrosa?
«No. La gestione finanziaria ce l’ho in mano io. Lui si fida di me. Se io dico che ce la possiamo fare, per lui non c’è problema. Purtroppo ho fatto un grave errore di valutazione».
Lei dice di non averci pensato, di aver agito e basta. Ma decidere di agire in questo modo non è immediato. Non per una “normale” impiegata che è anche moglie e madre.
«Sono bella, sono sempre stata molto corteggiata. Ha presente le attrici o le modelle? Anche loro nel corso della carriera scendono a compromessi. Ecco, sono scesa a compromessi».
Quando riusciva a farlo?
«Di giorno, durante le pause di lavoro».
E quando tornava a casa come si sentiva?
«Mi toglievo quei panni e tornavo a essere una moglie e una madre. Ovvio che non sono mai stata fiera di me. Se avessi potuto realizzare lo stesso guadagno lavorando in pizzeria sarebbe stato meglio».
Lei dice che l’ha fatto per la sua famiglia. Non ha proprio alcun rimorso?
«Ci sono mogli che fanno di peggio».
E come donna non si è sentita usata, violata?
«Assolutamente no. Non provavo sentimenti. Mi calavo in una parte. Era una recita. Solo in un’occasione mi sono trovata in difficoltà. Di un cliente mi ero quasi innamorata».
Da quanto lo faceva? Quanti clienti riceveva?
«Da circa un anno. Nei periodi di maggior lavoro vedevo tre o quattro uomini al giorno».
Lei arrivava a guadagnare 10-12 mila euro al mese. Come giustificava questi introiti con suo marito?
«Non li giustificavo. Lui non ne sapeva niente, come non sapeva dei prestiti. Queste cose erano tutte in capo a me».
A quanto ammontava il debito da pagare per saldare i prestiti?
«Mi pare 80-90 mila euro».
Ce l’ha fatta a sistemare tutto ora?
«Mi resta un solo prestito ancora acceso, ce la posso fare».
Ora dovrà in qualche modo chiudere con questa doppia vita. Immagino non sia così semplice.
«Non è semplice, continuano ad arrivare decine di telefonate. Farò come facevo quando tornavo a casa la sera. Spengo il telefono e addio a tutti».
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