FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Estratto di Silvia M.C.Senette per www.corriere.it
Punta alla Map (la messa alla prova che, con esito positivo, comporta l’estinzione del reato) il team di legali che sta collaborando nella difesa congiunta dei dodici ragazzi di Canazei, tutti minorenni all’epoca dei fatti, responsabili del danneggiamento da 130mila euro di un’abitazione privata nel dicembre 2020. La casa di villeggiatura in Val di Fassa della famiglia bolognese Roncari-Tamburini era stata presa di mira in altre due diverse occasioni, tra il dicembre 2020 e l’aprile 2021, da un gruppo di giovani della «Canazei bene».
I ragazzi coinvolti, tutti di 16 anni tranne un quattordicenne, sono infatti figli di famiglie in vista della ridente località turistica: imprenditori, politici locali e stimati dipendenti pubblici che oggi, increduli e disperati, si affidano ai loro legali per la migliore difesa possibile dei figli chiamati a rispondere dell’accaduto di fronte al Tribunale dei minori di Trento.
[…] i dodici imputati torneranno in aula il prossimo 16 febbraio 2024 quando avrà finalmente inizio il processo che li vede, a vario titolo, accusati in concorso di danneggiamento e di invasione di terreni ed edifici in concorso. Capi di imputazione che prevedono pene pesantissime; la detenzione da 6 mesi a tre anni. […]
L’abitazione devastata dalla furia degli adolescenti — dalla porta d’ingresso scardinata a mobili e arredi distrutti, fino a piatti, vetri, lampadari, porte e finestre in frantumi e persino un frigorifero, il televisore e l’affettatrice buttati dal balcone — risale agli anni ‘70 e, secondo i difensori dei ragazzi, la stima fatta dalla parte lesa non andrebbe a risarcire il reale danno arrecato, ma a sostituire con infissi e arredi moderni quelli devastati nei tre «raid», oltre che a ripristinare impianto elettrico e idraulico.
[…]
I difensori riferiscono di genitori affranti e delusi per quanto emerso sui figli, quasi tutti studenti incensurati, incastrati da un selfie della «bravata» postato sui social. I ragazzi, pur con le contraddizioni delle varie versioni e le accuse reciproche, concordano nel parlare di «una festa ad alto tasso alcolico in cui si è perso controllo» di cui oggi conservano «ricordi confusi». Le famiglie, intanto, sono profondamente dispiaciute. Molti genitori hanno ammesso di fronte ai legali che non si aspettavano un comportamento del genere dai loro figli. La frase più comune? «L’ho tirato su bene, non immaginavo che si sarebbe infilato in questo casino».
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