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Walter Galbiati per “la Repubblica.it”
Giorgio e Luca Magnoni, padre e figlio a capo della finanziaria Sopaf, devono andare a giudizio immediato. E' la richiesta del pm milanese Gaetano Ruta, che ha invece stralciato due episodi, uno di truffa (sui circa tre contestati) e uno di bancarotta (sui 7-8 contestati), per chiedere la loro archiviazione.
Nel maggio scorso, i fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest'ultimo, Luca, erano stati arrestati dalla Guardia di finanza in un'inchiesta che riguardava la holding di famiglia. I reati contestati agli indagati dalla magistratura di Milano erano associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale. I finanzieri avrebbero accertato una distrazione di oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf, società in regime di concordato preventivo.
I fratelli Magnoni sono personaggi noti della finanza: Ruggero è stato vice presidente Europa di Lehman Brothers, presidente dell'area Investment banking di Nomura Emea (la banca già chiamata in causa, per via del derivato Alexandria, nell'inchiesta Mps per cui sono a processo l'ex presidente della banca Giuseppe Mussari e l'ex dg Antonio Vigni) e in passato ha partecipato anche alla scalata Telecom, la "madre" di tutte le Opa. Legato a Roberto Colaninno siede nel Cda di Immsi, la holding dell'imprenditore mantovano, che controlla Piaggio ed è azionista al 10% di Alitalia.
Aldo Magnoni è stato l'ideatore dell'Oak Fund, pure intervenuto nella scalata Telecom e diventato celebre perché secondo alcune ricostruzioni avrebbe nascosto i fondi per il Partito democratico della sinistra; Giorgio Magnoni e il figlio Luca sono rispettivamente amministratore delegato e consigliere della Sopaf, di cui nell'aprile scorso è stato omologato il oncordato preventivo. Il padre di Ruggero, Aldo e Giorgio, Giuliano, fu socio e consuocero del finanziere Michele Sindona. La famiglia è rimasta invischiata in numerose vicende giudiziarie, dopo quella relativa ai fondi immobiliari Calatrava e Aster, ai progetti MiLuce e Santa Monica, Banca Network, con Vegagest immobiliare e Cassa di risparmio di Ferrara, Aldo e Giorgio Magnoni hanno incassato una condanna in primo grado. Per la presunta truffa alla Carife, l'Appello ha stabilito l'assoluzione di tutti gli imputati.
Per quanto emerso dall'indagine di maggio, alcuni degli indagati, attraverso la società Adenium, si sarebbero appropriati di fondi per oltre 50 milioni di euro della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e periti commerciali, di sette milioni di euro dell'Inpgi, istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani e di 20 dall'Enpam (Medici). Per l'ex presidente della Cassa dei ragionieri, Paolo Saltarelli, sono scattati gli arresti. Il presidente dell'Inpgi, Andrea Camporese, è indagato.
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