DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
L' accusa è pesante: aver intascato la quota della «tassa di soggiorno» versata dai clienti. Per questo i magistrati romani hanno ordinato il sequestro di oltre due milioni di euro dai conti di Cesare Paladino, 77 anni, proprietario dell' Hotel Plaza di via del Corso a Roma, uno degli alberghi più conosciuti anche per essere stato «quartier generale» di alcuni politici della Prima Repubblica. L' imprenditore è famoso per questo, ma anche perché sua figlia Olivia è la fidanzata del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il quale è stata fotografata in compagnia dei rispettivi figli.
Paladino è indagato per peculato. Gli accertamenti affidati un anno fa alla polizia municipale dal procuratore aggiunto Paolo Ielo mirano a verificare se i proprietari e i gestori delle strutture alberghiere dei bed and breakfast versano al Comune la tassa prevista. Una quarantina non sarebbero in regola e tra questi c' è proprio il Plaza. Si tratta di privati, ma una delibera approvata dal Campidoglio il 29 luglio 2010 li delega alla riscossione del tributo incaricandoli di un pubblico servizio. Motivo per cui può scattare un reato generalmente contestato a chi rappresenta la pubblica amministrazione.
Il capo di imputazione è esplicito: «Paladino, con più azioni in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, quale amministratore unico della società Unione Esercizi Alberghieri di Lusso s.r.l che gestisce la struttura ricettiva «Grand Hotel Plaza» nonché quale incaricato di un pubblico servizio, avendo in ragione del proprio ufficio la disponibilità del denaro pagato dai clienti della struttura alberghiera a titolo di «contributo di soggiorno», non provvedendo al versamento delle somme riscosse alla scadenza del termine di 16 giorni dalla fine di ciascun trimestre solare (come previsto dall' art. 6 del Regolamento attuativo), si appropriava di 301.649 euro per il 2014, 545.273 nel 2015, 563.220 nel 2016, 549.353 nel 2017, 88.712 nel 2018 per complessivi 2.047.677 euro».
Paladino è titolare di quote di una serie di società. Nel provvedimento che accoglie l' istanza dei pubblici ministeri il giudice evidenzia come sia necessario - qualora non fossero trovati beni che coprono questa somma - «prevedere il sequestro preventivo di una somma di denaro, in ogni caso sempre fino alla concorrenza globale di 2.047.677,00, sui saldi attivi giacenti sui rapporti finanziari in essere presso gli operatori finanziari intestati a Paladino Cesare». Vale a dire conti correnti ed eventuali fondi di investimento fino a raggiungere la somma che l' imprenditore è accusato di non aver versato nelle casse del Comune.
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