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CI MANCAVA UN’ALTRA GUERRA – INDIA E PAKISTAN SONO SULL’ORLO DI UN CONFLITTO: DOPO L’ATTENTATO CON 26 MORTI A PAHALGAM, LE DUE POTENZE NUCLEARI HANNO DECLASSATO I RAPPORTI DIPLOMATICI, SOSPESO QUELLI COMMERCIALI, CHIUSO IL PRINCIPALE VALICO DI FRONTIERA – ISLAMABAD NEGA DI ESSERE DIETRO L’ATTACCO, MA NUOVA DELHI NON CI CREDE E HA ORDINATO A TUTTI I CITTADINI PACHISTANI, TRANNE QUELLI DI FEDE INDÙ IN POSSESSO DI VISTO A LUNGO TERMINE, DI LASCIARE IL PAESE ENTRO IL 29 APRILE – MA A FAR INCAZZARE I PAKISTANI È LA SOSPENSIONE DELL’ACCORDO SULL’ACQUA CHE…

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Estratto dell’articolo di Monica Ricci Sargentini per il “Corriere della Sera”

 

india - attentato a Pahalgam

Una strage di turisti in Kashmir sta portando India e Pakistan sull’orlo di una guerra. Ieri, in un crescendo di minacce e ritorsioni, le due potenze nucleari hanno declassato i rapporti diplomatici, sospeso quelli commerciali, chiuso il principale valico di frontiera e revocato i visti ai rispettivi cittadini.

Islamabad ha negato di essere dietro l’attacco di martedì che ha ucciso 26 persone, per lo più indiani, a Pahalgam, ai piedi dell’Himalaya. […]

 

A rivendicare l’attentato è stato un gruppo militante precedentemente sconosciuto, che si autodefinisce «Resistenza del Kashmir» ma che, secondo le autorità indiane, è un gruppo ombra della formazione armata indipendentista islamista kashmira Lashkar-e-Taiba, che a sua volta sarebbe infiltrata ed eterodiretta dai servizi d’intelligence di Islamabad. I media indiani puntano anche il dito contro il potente capo dell’esercito pachistano, il generale Asim Munir, che pochi giorni prima dell’attacco, in un discorso considerato provocatorio da New Delhi, aveva definito il Kashmir la «vena giugulare» del Pakistan e ribadito l’impegno d’Islamabad a sostenere la lotta della popolazione musulmana locale contro il potere centrale indiano.

india - attentato a Pahalgam

 

Ieri il primo ministro indiano Narendra Modi ha promesso che il suo Paese perseguirà «fino alla fine del mondo» gli autori dell’attacco.

[…] Tra le prime ritorsioni decise dal governo indiano: la sospensione di un trattato chiave per la condivisione delle acque e la chiusura del principale valico di frontiera terrestre tra i due Paesi. In seguito Nuova Delhi ha ordinato a tutti i cittadini pachistani, tranne quelli di fede indù in possesso di visto a lungo termine, di lasciare il Paese entro il 29 aprile.

india - attentato a Pahalgam

 

A sua volta Islamabad ha convocato il Comitato per la sicurezza nazionale, composto da alti funzionari civili e militari, che ha deciso la chiusura immediata del valico di frontiera di Wagah e quella dello spazio aereo ai voli operati da vettori indiani, oltre alla sospensione di tutti gli accordi bilaterali e di tutti gli scambi commerciali, anche tramite Paesi terzi. Approvata, inoltre, entro il 30 aprile, l’espulsione dei consiglieri militari indiani e di parte del personale diplomatico dell’Alta commissione a Islamabad. Il numero complessivo dei diplomatici indiani sarà ridotto a 30.

 

«L’India sta combattendo una guerra a bassa intensità contro di noi e se dovesse aumentarne la portata, saremmo pronti. Per proteggere il nostro territorio, non cederemo pressioni internazionali» ha detto il ministro della Difesa pachistano Khawaja Muhammad Asif, aggiungendo che New Delhi starebbe addirittura pianificando atti terroristici in diverse città del Paese.

islamabad 1

 

A far infuriare Islamabad è stata la sospensione del Trattato sull’acque dell’Indo, siglato a Karachi il 19 settembre 1960 dal primo ministro indiano Jawaharlal Nehru e dal presidente pachistano Ayyub Khan. Secondo l’accordo l’India ha diritto all’utilizzo di circa il 20% dell’acqua e al Pakistan spetta la parte restante.

«Qualsiasi tentativo di interrompere o deviare il flusso d’acqua appartenente al Pakistan sarà considerato un atto di guerra, e si risponderà con la massima forza» recita un comunicato diramato dall’ufficio del Primo Ministro Shehbaz Sharif.

islamabad 2

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