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Fa.C. per il “Corriere della Sera”
PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI
Innocent e Lucky, non proprio i nomi giusti per un massacro. Innocent Oseghale e Lucky Desmond sono ora accusati entrambi dalla Procura dell' omicidio di Pamela Mastropietro, del vilipendio e dell' occultamento del suo cadavere. «Io non c' ero, io non c' entro - si difende Lucky -. Quel martedì, quando è morta Pamela, ero andato a un corso d' italiano, quella ragazza non l' ho mai vista né tantomeno gli ho venduto l' eroina, io non spaccio, ho conosciuto Innocent in una sala giochi ma lo frequento poco...».
Nigeriano richiedente asilo come Oseghale, Lucky Desmond segue i progetti d'inserimento dell' onlus «Perigeo» di Macerata. Per adesso resta a piede libero, ma si è dovuto presentare in caserma, accompagnato dall' avvocato Gianfranco Borgani, per il tampone del Dna. In casa, nelle perquisizioni, gli hanno sequestrato scarpe e vestiti, perché è chiaro a cosa puntano gl'inquirenti: trovare un collegamento tra lui e le tante tracce rinvenute nell'appartamento di Oseghale in via Spalato, il luogo dello scempio sul corpo di Pamela.
PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI
La casa è stata lavata con dieci litri di candeggina, ma lo stesso i carabinieri del Ris sono riusciti a trovare impronte di più persone. Bisognerà aspettare l' esito degli esami per stabilire se la ragazza, prima del massacro, sia stata uccisa o sia morta per overdose. Così, il gip Giovanni Manzoni nella sua ordinanza di convalida del fermo di Oseghale, ha sottolineato l' assenza, al momento, di sufficienti indizi di colpevolezza per addebitargli l'omicidio. Il procuratore capo, Giovanni Giorgio, non ricorrerà al Tribunale del Riesame, definendo «meritevoli di attenzione» le osservazioni del giudice.
LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO
Ma l'inchiesta va avanti. È stato Innocent a coinvolgere Lucky. Nell'ordinanza del gip ci sono le due diverse versioni fornite dal pusher nigeriano. La prima: «Ho messo io in contatto quel giorno Pamela con Lucky, perché lei voleva solo eroina mentre io spaccio hashish. Poi loro due sono saliti in casa mia e io me ne sono andato».
La seconda, più credibile: «In casa io c' ero, Pamela si è iniettata la dose ma poi è andata in overdose, è svenuta, non sapevo cosa fare e sono scappato. Con lei in casa è rimasto solo Lucky». L' avvocato di Desmond è sorpreso: «Mi sembra tranquillo, come uno che non c' entri niente. In quella casa, piuttosto, ci sono le impronte di Matteo Salvini...».
Solo una battuta polemica, ma è il segno dell' enorme tensione che si respira: ieri ci sono stati lanci di fumogeni e scontri tra polizia e centri sociali davanti al bar dove oggi era in programma una conferenza di CasaPound, poi rinviata. Intanto Luca Traini si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip, che ha convalidato il fermo. In serata una fiaccolata ha ricordato Pamela, tra le persone che hanno sfilato c' era anche la mamma, Alessandra Verni. Domani un' altra fiaccolata, di Forza Nuova. Sabato in piazza ci sarà invece la Fiom con una manifestazione antifascista.
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