trump putin

CHE INTENDE TRUMP QUANDO DICE: “SE NON RISOLVEREMO IL PROBLEMA CON PUTIN SARÀ MOLTO INTERESSANTE”? – LA FRASE SIBILLINA POTREBBE RIFERIRSI A UN’ARMA CHE A WASHINGTON CONSIDERANO DA FINE DEL MONDO: UN MAXI-PIANO DI SANZIONI IN GRADO DI METTERE DAVVERO IN GINOCCHIO L’ECONOMIA DI MOSCA, NON COME LE MISURE FETECCHIA VARATE DALL’UE FINORA – IL PROGETTO È DEL SENATORE REPUBBLICANO LINDSEY GRAHAM E PREVEDE DAZI AL 500% PER TUTTI I PAESI CHE COMMERCIANO PETROLIO E GAS CON LA RUSSIA

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Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

 

donald trump vladimir putin

[…] Il presidente Trump ha trascorso la settimana in Medio Oriente lanciando ogni giorno ami […]  a Putin affinché volasse a Istanbul per incontrare Zelensky e soprattutto lui.

 

[…]  Ma non ha rinunciato a un’ultima piroetta: «Con Putin dobbiamo incontrarci. Ci incontreremo io e lui. Penso che risolveremo il problema o forse no, ma almeno lo sapremo. E se non lo risolveremo, sarà molto interessante».

 

Frase sibillina dai mille risvolti. Anzitutto Washington ritiene che senza un incontro dei due leader non cambierà nulla per l’Ucraina. Ma ci vuole tempo per intavolare una discussione.

 

LINDSEY GRAHAM

Per questo, spiega una fonte diplomatica occidentale, «mi sembrava impensabile che Putin e Trump potessero vedersi a Istanbul con così poco preavviso». E soprattutto magari spingendo Trump ad accorciare una visita – la tappa negli Emirati – studiata accuratamente fra messaggi (e ritorni) economici e culturali.

 

Washington ha una posizione chiara: prima di negoziare assetti e soluzioni di pace stabile e di lunga durata vuole 30 giorni di cessate il fuoco. «Non vogliamo più vedere l’uccisione di migliaia di persone al giorno», ha detto Trump giovedì ribadendo una posizione ormai nota.

 

DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO

Putin vorrebbe un accordo quadro che includa il cessate il fuoco e «la rimozione delle origini storiche del conflitto». Prima di un faccia a faccia, spiegano fonti vicine all’Amministrazione Usa, servirà trovare un punto di caduta condiviso viste che le due condizioni sono distanti anni luce.

 

Trump, però, sull’Air Force One ha lanciato anche un messaggio chiaro, in linea con la posizione più scettica verso Putin andata a plasmarsi nell’ultimo mese. Trump è frustrato dalle mosse di Putin, dal suo divagare e dai suoi silenzi.

 

Ha apertamente detto e ribadito di essere disposto a ricorrere a sanzioni secondarie (finanziarie in questo caso) per colpire la Russia se non dialogherà; ha inviato il senatore repubblicano Lindsey Graham a discutere con gli alleati del Quint di un piano a base di dazi al 500% allo studio al Congresso Usa di colpire chi [commercia con la Russia]; ha più volte glissato alla domanda se pensa che Putin lo «stia prendendo in giro» e detto di «non essere felice di quel che fa».

 

NEGOZIATI USA-RUSSIA-UCRAINA A ISTANBUL

[…]  Ieri poi Michael Anton, capo del Policy Planning del Dipartimento di Stato è stato escluso dal tavolo negoziale fra Kiev e Mosca su richiesta russa. È stata una richiesta russa. Anton ha però partecipato a una sessione con i russi.

 

Gli americani non considerano quella di ieri un’occasione mancata, piuttosto un inizio, benché timido, e non proprio lungo i binari spediti che Trump aveva in mente. La telefonata con gli europei e Zelensky avvenuta ieri pomeriggio ha inoltre rinsaldato il fronte che prima di Pasqua e del “confessionale” in Vaticano fra il leader ucraino e Trump sembrava troppo sfilacciato e offerto una nuova prova della centralità di Marco Rubio, segretario di Stato e anche consigliere per la Sicurezza nazionale, nell’approccio alla crisi.