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TRUMP VUOLE IL NOBEL PER LA PACE, MA IN PATRIA DICHIARA GUERRA A TUTTI I SUOI NEMICI – JOHN BOLTON, EX CONSIGLIERE ALLA SICUREZZA DI “THE DONALD”, FINISCE NEL MIRINO DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA, CHE POTREBBE ACCUSARLO FORMALMENTE GIÀ LA PROSSIMA SETTIMANA – IL COATTO DELLA CASA BIANCA STA USANDO LA GIUSTIZIA AMERICANA PER VENDICARSI DEI SUOI OPPOSITORI: HA GIÀ CHIESTO E OTTENUTO L’INCRIMINAZIONE DELL’EX CAPO DELL’FBI, JAMES COMEY, E DI LETITIA JAMES, PROCURATRICE CAPO DELLO STATO DI NEW YORK. ADESSO CE NE SONO ALTRI DUE NELLA SUA “LISTA”: IL SENATORE DEM ADAM SCHIFF E LISA COOK, LA GOVERNATRICE PROGRESSISTA DELLA FEDERAL RESERVE, CHE…
1 - BOLTON NEL MIRINO DI TRUMP, POTREBBE ESSERE PROSSIMO INCRIMINATO
(ANSA) - John Bolton nel mirino del Dipartimento di Giustizia, che potrebbe accusarlo formalmente già la prossima settimana. Lo riportano i media americani, sottolineando che la possibile incriminazione dell'ex consigliere alla sicurezza del presidente seguirebbe quella degli altri 'nemici' James Comey e Letitia James. Un grand giurì nel Maryland sta valutando da settimane le prove dell'amministrazione contro Bolton.
2 - TUTTE LE VENDETTE DI DONALD DOPO LA PROCURATRICE JAMES ALTRI NEL MIRINO PER I MUTUI
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Ha promesso vendetta ai suoi nemici, e ora Donald Trump vuole dimostrare che le sue non sono solo minacce: dopo aver chiesto e ottenuto l’incriminazione dell’ex capo dell’Fbi, James Comey, accusato di falsa testimonianza in un’audizione del 2020 davanti al Congresso, ora tocca a Letitia James, procuratrice capo dello Stato di New York.
Odiata dal presidente perché nel 2022 aveva condotto il processo civile per le frodi della Trump Organization, ottenendo una condanna con una sanzione di mezzo miliardo di dollari (poi revocata da una corte d’Appello che l’ha considerata eccessiva, pur confermando la condanna e le pene accessorie).
La tagliola è scattata giovedì: incriminata con l’accusa di aver beneficiato illegalmente di un mutuo agevolato […] per una casa di Norfolk, in Virginia, pagata 137 mila dollari. Il presunto crimine: essersi dichiarata residente a Norfolk per ottenere l’agevolazione (la procuratrice risiede a New York). James nega tutto: accusa pretestuosa per compiere una vendetta politica che Trump rivendica apertamente. Pare che James abbia acquistato la casa in Virginia come «seconda residenza» e che l’alloggio sia ora occupato da suoi parenti. Colpevole o innocente, è comunque chiaro che Trump sta cercando violazioni anche irrisorie per mettere con le spalle al muro i suoi avversari.
Ce ne sono già almeno altri due in lista d’attesa, da colpire sempre con accuse relative ai mutui sottoscritti: il senatore democratico Adam Schiff, nel mirino di Trump perché nel 2020 condusse in Congresso il procedimento del primo impeachment nei suoi confronti e Lisa Cook, la governatrice progressista della Federal Reserve che il presidente sta cercando di estromettere dal board della Banca centrale.
pete hegseth donald trump pam bondi foto lapresse
Il presidente ha affidato la guida di un’anonima agenzia federale per la casa, la Federal Housing Finance Agency, a un fedelissimo, Bill Pulte. […] Poi Trump è passato alle forzature del sistema giudiziario: prima ha nominato due suoi ex avvocati, Pam Bondi e Todd Blanche, ministra e viceministro della Giustizia. Bondi ha avviato le indagini sui nemici del presidente, ma Erik Siebert, procuratore capo della Virginia Orientale, si è rifiutato di procedere alle incriminazioni di Comey e James giudicando inconsistenti le prove emerse.
A quel punto un Trump furioso ha attaccato con un post (poi cancellato) la sua ministra: «Pam, ho ricevuto messaggi di gente che dice: è la solita storia, dite tante parole, ma poi niente fatti». Poi l’accusa di inazione contro James, Comey e Schiff: «Sono colpevoli come il demonio, ma non avete fatto nulla. Non si può rinviare, uccide la nostra reputazione e la nostra credibilità. Questa gente mi ha impeached due volte e incriminato 5 volte!».
Poi, scritto a lettere maiuscole: «GIUSTIZIA VA FATTA ORA!!!» A quel punto Siebert si è dimesso, ma Trump ha tenuto a precisare che è stato lui a cacciarlo e poi ha nominato al suo posto un’altra sua avvocata, ora sua assistente alla Casa Bianca, Lindsey Halligan. Benché priva di esperienze nel ruolo di procuratrice, dopo appena 72 ore dall’assunzione dell’incarico, Halligan ha incriminato l’ex capo dell’Fbi, Comey, firmando l’atto giudiziario da sola perché gli altri procuratori di carriera le hanno detto che non ci sono sufficienti elementi per sostenere i capi d’accusa.
Halligan è andata avanti e ha ottenuto il via libera di due grand jury (che, a differenza delle giurie dei tribunali che devono decidere all’unanimità e sulla base di certezze, vota il via libera al processo a maggioranza e sulla base di valutazioni di probabilità). Quasi certamente James non verrà condannata, ma nella sua logica — minacciare, incutere timore — Trump ha già raggiunto un obiettivo: James dovrà comparire in udienza preliminare il 24 ottobre e se andrà a processo rischia fino a 60 anni di carcere.
TRUMP COMEY
DONALD TRUMP CON TODD BLANCHE
ERIK SIEBERT
Lisa Cook
pam bondi
PAM BONDI VERY YOUNG
pete hegseth donald trump pam bondi foto lapresse
DONALD TRUMP JAMES COMEY
ADAM SCHIFF DONALD TRUMP
john bolton
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