RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Maurizio Molinari per "la Stampa"
I taleban lanciano attacchi a raffica nel cuore di Kabul, lo Stato Islamico uccide gli «apostati» facendoli saltare in aria e le trattative sulla pacificazione nazionale sono in frantumi: ad abbattersi sull' Afghanistan sono le conseguenze della morte del Mullah Omar perché ha innescato una resa dei conti militare fra fazioni opposte, intenzionate a imporre il proprio dominio.
Cinquanta vittime La raffica di attentati taleban continua da venerdì concentrandosi su Kabul: un camion-bomba ha distrutto diversi isolati, un kamikaze si è fatto esplodere nell' accademia di polizia, una base della coalizione è stata assaltata e l' entrata dell' aeroporto è stata investita da un attacco suicida.
Il bilancio di oltre 50 vittime e 200 feriti è stato rivendicato da Zabiullah Mujahid parlando di «azioni contro le forze occupanti». La reazione del governo afghano è stata immediata con il presidente Ashraf Ghani, che ha chiamato il premier pakistano Nawaz Sharif accusandolo di «ospitare i santuari dei terroristi come avvenuto in passato».
La conseguenza immediata è nel congelamento del negoziato afghano-pachistano che a fine luglio era iniziato fra molti auspici puntando a coinvolgere i taleban per arrivare a un accordo fra governo di Kabul e guerriglia islamica su un processo di pacificazione nazionale.
LA CONCORRENZA DI ISIS
Se i taleban hanno sabotato il dialogo Ghani-Sharif è perché gli eredi del Mullah Omar, sul territorio, si trovano a confrontarsi con la concorrenza dello «Stato Islamico di Khorasan», versione locale di Isis, che tenta di sfruttare l'impatto dell' annuncio della morte del capo storico dei mujaheddin per imporsi come gruppo jihadista più feroce, contro cui è meglio non battersi.
È questo il messaggio contenuto nelle immagini, postate su siti jihadisti, che mostrano un gruppo di dieci «apostati» catturati da Isis e accompagnati su un prato dove vengono fatti inginocchiare su esplosivi conficcati nel terreno e quindi saltano in aria, con lo smembramento dei corpi.
LE ESECUZIONI
Si tratta di un nuovo, brutale, metodo di esecuzione che Isis inaugura nei video online destinati ai jihadisti, accompagnandoli ad altri messaggi innovativi: lo scenario in un panorama di montagne di Nangarhar coperte di verde, i jihadisti del Califfato sui cavalli, i boia che seppelliscono con cura le cariche e le vittime uccise adoperando un comando a distanza.
La voce in sottofondo spiega che i condannati a morte sono «apostati», ovvero afghani accusati di aver «aiutato i taleban contro Isis» ed è in questo testo che c' è tutta la sfida del «Khorasan» agli eredi del Mullah Omar: il tentativo è di spingere i mujaheddin a cambiare bandiera, abbandonando la fedeltà al vecchio patto taleban-Al Qaeda per sottomettersi piuttosto al Califfo Abu Bakr al-Baghdadi.
Le bandiere di Isis piantate sulle montagne afghane invase dalla nebbia sono i simboli con cui «Khorasan» vuole dimostrare di essersi insediato nelle ex roccaforti dei taleban. Con il risultato di spingere gli eredi del Mullah Omar ad attaccare gli «occupanti stranieri» nell' evidente tentativo di riguadagnare legittimità e sostegno fra le tribù dell' entroterra.
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Ed è una sfida che investe anche il Pakistan: il leader di «Khorasan» è Hafiz Saeed Khan, ex comandante di «Tehreek-e-Taliban» nelle aree tribale del Waziristan, autore dei proclami in cui chiede a «tutti i musulmani» di sottomettersi «in fretta» al Califfo di Isis.
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