giulio regeni

IL “FARAONE” SE LA CANTA E SE LA SUONA - CON IL CADAVERE DI GIULIO REGENI TRA I PIEDI, AL SISI ANNUNCIA CHE DI AVER RADICATO IN EGITTO “UN REGIME DEMOCRATICO E UNO STATO COSTITUZIONALE” - L’AMICO DEL RICERCATORE ITALIANO: “TEMO DEPISTAGGI E UNA FAIDA TRA SERVIZI”

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AL SISI RENZI AL SISI RENZI

1 - AL SISI: «LIBERI E IN DEMOCRAZIA»

Dal “Corriere della sera”

 

«Il nostro popolo annuncia al mondo intero di aver radicato il proprio regime democratico e di aver ricostruito le strutture di uno Stato costituzionale»: così il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, che dopo 4 anni di leggi per decreto ha trasferito ieri il potere legislativo al neonato Parlamento del Cairo.

 

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2 - L'AMICO EGIZIANO: «TEMO DEPISTAGGI E UNA FAIDA TRA SERVIZI»

V. Ma. per il “Corriere della sera”

 

«Se quello che scrive il New York Times fosse vero, il caso sarebbe quasi chiuso», ci dice Amr Assaad, 54 anni, un amico con il quale Giulio parlava di frequente delle sue ricerche e che lo aveva presentato ad alcuni sindacalisti. Ma ci sono cose che non quadrano.

 

Il New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l EgittoIl New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l Egitto

Il «New York Times» scrive che Giulio potrebbe essere stato considerato una spia perché sul cellulare aveva i contatti di persone della Fratellanza musulmana e del Movimento di sinistra 6 Aprile. Lei mi ha detto che Giulio era già stato al Cairo nel 2013, sotto Morsi, possibile che abbia fatto interviste allora?

«Non credo che avesse alcun rapporto con la Fratellanza musulmana o il Movimento 6 Aprile, o se aveva contatti con loro deve essere stato per caso: può averli conosciuti come ricercatori o venditori ambulanti che erano anche qualcos' altro. E poi dubito che gli agenti possano aver subito identificato i proprietari dei presunti numeri telefonici.

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Giulio mi aveva detto che nel 2013 era venuto ma se ne era andato dal Cairo per via della situazione folle durante il regime del Consiglio supremo delle Forze armate insieme a Morsi. La loro alleanza creò una situazione di terrore. Vorrei che la storia del New York Times fosse vera, ma la questione dei tre funzionari dell'intelligence sembra strana: strano che facciano affermazioni simili che contraddicono la posizione ufficiale dell' Egitto. Tranne che in tal modo non si voglia dire che Giulio avesse in effetti contatti con l' intelligence italiana».

 

I funzionari della sicurezza dicono al «New York Times» che gli agenti in borghese avrebbero preso Giulio perché aveva reagito «da duro» a un controllo in strada.

«Altre sciocchezze. Giulio era tranquillo, pacifico. La polizia non è autorizzata a fermare la gente per strada, ovviamente lo fanno in continuazione coi poveri, ma non avrebbero fermato uno straniero se non avessero già avuto l' intenzione di arrestarlo».

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È possibile che questo sia il risultato di uno scontro tra diverse agenzie dell' intelligence egiziane?

«Sì, è un' ipotesi diffusa: che una qualche agenzia stia lavorando contro altre; oppure che certe forze vogliano mettere in imbarazzo l' amministrazione. Spiegherebbe perché il corpo sia stato ritrovato anziché fatto sparire per sempre come ci si aspetta quando un' agenzia di sicurezza tortura o uccide».

 

Dopo il 29 gennaio, lei è stato contattato di nuovo dagli investigatori egiziani?

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«Sì, la polizia mi ha chiesto di presentarmi lunedì. Ma non sono mai stato contattato dagli investigatori italiani, non capisco perché. Sono ostacolati nelle loro indagini?»