
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN…
"L’ARMATA DEI FLOTILLEROS? UNO STERILE ESERCIZIO DI ESIBIZIONISMO ETICO" – PIROSO E IL NAUFRAGIO DELLE BELLE INTENZIONI DELLA SPEDIZIONE: "GLI INVITI ALLA RAGIONEVOLEZZA DEL QUIRINALE E DELLA CHIESA SONO CADUTI NEL VUOTO PNEUMATICO COME PREVISTO. NESSUNO AIUTO E’ STATO CONSEGNATO, MA L’ESPOSIZIONE MEDIATICA E’ STATA ASSICURATA. I PALESTINESI CHE CONTINUANO A MORIRE SONO RIMASTI SULLO SFONDO - L'ITALIA E' DIVENTATO UN PAESE INFLOTTIGLIATO, CON UNA NARRAZIONE A SENSO UNICO, IN CUI NESSUN RILIEVO CRITICO È STATO TOLLERATO" – LE BORDATE A FRANCESCA ALBANESE PER "IL PROCESSO POPOLARE DI STAMPO MAOISTA" AL SINDACO DI REGGIO EMILIA CHE…
Antonello Piroso per “La Verità” - Estratti
Era già tutto previsto. Un copione già scritto.
1 Gli inviti alla ragionevolezza del Quirinale e della Chiesa - fermatevi, consegnate gli aiuti a chi poi ha la possibilità concreta di portarli a quei poveri cristi, prima bombardati e poi costretti a un esodo biblico - sarebbero caduti nel vuoto pneumatico.
flotilla blitz delle forze israeliane 3
Convincendo forse ancora di più Sergio Mattarella della bontà della citazione manzoniana evocata nel maggio 2023: «Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune».
2 L’Invincibile Armada dei flottilleros, animati dalle migliori intenzioni, sarebbe stata fermata dalla Marina israeliana (fino a qui in modo incruento e ci si può solo augurare - davvero sinceramente che si continui così).
3 Nelle città italiane sarebbero scesi in piazza, con flash mob «spintanei», i manifestanti pro Pal.
4 I sindacati, non avendo evidentemente di meglio da fare, avrebbero proclamato un solenne sciopero generale per oggi, 3 ottobre (un venerdì, e come ti sbagli...).
Sicché, mentre Israele blocca la flotta Brancaleone, Maurizio Landini intende bloccare l’Italia (eh no, amici de La Stampa, se mi permettete, il vostro titolo di apertura di ieri è vagamente capzioso: non è che «L’Italia si blocca», è virtualmente presa in ostaggio - e il termine non è scelto a caso, come s’intuirà in coda).
Risultato? I palestinesi che continuano a morire, nella striscia e dintorni, sono rimasti sullo sfondo. Come le responsabilità (atroci) di Bibi Netanyahu e dei suoi due ministri ultraortodossi per cui «l’unico palestinese buono è quello morto». Perché tutta l’attenzione mediatica si è concentrata sul destino dei naviganti e la sorte della loro titanica impresa.
Che, non potendo portare ad alcun risultato pratico (utile per i palestinesi, intendo), rischia di essere ricordata solo per i suoi buoni propositi.
Irrealizzati perché irrealizzabili. Insomma: uno sterile esercizio di esibizionismo etico.
Quello che era imprevisto è che tutta questa vicenda mi avrebbe portato a essere d’accordo, incredibile auditu, con Bruno Vespa che, avendo in collegamento un portavoce della flottiglia (ma quanti sono? Ogni talk show ne ha uno), davanti all’ennesima supercazzola - in sintesi: «Vogliamo portare soccorso e supporto, ma il come lo decidiamo noi» è sbottato: «Ho capito, non ve ne fotte nulla degli aiuti, buona navigazione».
ARTURO SCOTTO E ANNALISA CORRADO AL RIENTRO IN ITLIAA - FOTO LAPRESSE
Un Paese inflottigliato, dunque. Quello virtuale, almeno. Tv, giornali, social gonfi come polli agli estrogeni - di notizie o pseudonotizie su quello che fanno, dicono, pensano i flotilleros.
Con una narrazione a senso unico, grazie anche ad ameni personaggi come quella sottospecie di camallo di Genova che ha minacciato di bloccare non l’Italia, ma nientemeno che «tutta l’Europa», fermando i container israeliani e dei loro sodali.
Ovviamente nessun rilievo è stato tollerato, niente critiche o semplici domande che potessero anche solo incrinare il quadro tracimante retorica su un’iniziativa descritta come «senza precedenti», per cui è pronta alla mobilitazione «tutta l’Italia».
MAURIZIO LANDINI E LO SCIOPERO GENERALE PER LA FLOTILLA - VIGNETTA BY GIANNELLI
Tranne i marchigiani, evidentemente, che non si sono commossi vedendo Matteo Ricci con in mano la bandiera palestinese e gli hanno preferito il candidato di centrodestra.
Il bello è che, nonostante la scoppola rimediata sventolando il bandierone, il candidato del centrosinistra, Pasquale Tridico, è riuscito ad annunciare: «Se divento presidente, la Calabria riconoscerà la Palestina», e io già immagino i pastori dell’Aspromonte, terra dei miei avi, ripetersi: «Iamu, iamu...’u vutamu stu Tridicu».
Se uno, poi, provava a cercare di verificare come stessero davvero le cose, chiedendo conto, che so, di cosa sia successo con Greta Thunberg (è lì ma non c’è, c’è ma non è lì?), di come sia andata con il magrebino o tunisino che ha abbandonato la missione perché, da musulmano, non tollerava che la causa di Gaza fosse sostenuta anche all’ombra dei vessilli Lgbtqia+ (gay e le lesbiche föra di ball, Inshallah), di come sia stato possibile che una giornalista della Stampa venisse bollata come «pericolosa»,
manco fosse un’infiltrata del Mossad, di come siano state accolte le vergognose dichiarazioni di quell’attivista spagnola, Ana Alcalde, una vera fuori di testa, la quale, in un collegamento, ha strepitato che la strage del 7 ottobre è un atto di resistenza di Hamas, che gli stupri non ci sono stati, tanto che una delle vittime avrebbe detto «evidentemente devo essere brutta,
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perché non mi hanno fatto niente», di come sia stato giudicato un attivista, motivato e senza la bava alla bocca, di nome Carlo Moroni, rientrato in Italia spiegando che «le nobili ragioni per cui siamo partiti rimangono intatti, solo che eravamo d’accordo di andare lì per aprire un corridoio umanitario, non per “spezzare l’assedio” o “forzare il blocco”», di come abbiano valutato l’esortazione del presidente della Repubblica,
di come essi stessi avessero dato l’impressione di non avere chiaro il senso della loro mission impossible, tra chi ne rivendicava il carattere politico e chi quello umanitario (per portare aiuti appena sufficienti anche solo per i 650.000 sfollati, non basterebbero una dozzina di portaerei, la Nimitz, la Forrestal, la Saratoga, ma pazienza), loro - e i loro fiancheggiatori giornalisti - ti guardavano disgustati (è capitato a me): «Come osi non aderire alla messa cantata (democratica e antifascista, ca va sans dire)?».
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E quindi, alla fine, ad alzare bandiera bianca eri tu, perché non capivi quali fosse la loro replica alla più banale e ovvia delle domande: «Ma quali effetti pratici pensavate di ottenere?», sì, insomma: che ci siete andati a fare?
A testimoniare che lo Stato di Israele fa strame del diritto internazionale o di quelli civili?
Ma se sono due anni che sostenete che è sempre stato così, «genocida» fin dalla sua fondazione nel 1948!
Basta. Mi fermo qui. Se non confessando il mio umano avvilimento, condito di disgusto, davanti a quanto successo a Reggio Emilia.
flotilla blitz delle forze israeliane attivisti con le mani in alto
Dove il sindaco di centrosinistra, Marco Massari, nel consegnare il Primo Tricolore alla pro Pal Francesca Albanese, dopo aver premesso - attenzione - che il massacro del 7 ottobre non giustifica il «genocidio» successivo in corso, ha auspicato la sua fine e la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas. Non l’avesse mai detto! Il teatro Valli è diventato un girone infernale, con Albanese che scuoteva la testa, rideva, si copriva gli occhi con le mani, per poi umiliarlo: «Lei ha sbagliato ma io la perdono, a condizione che prometta di non dirlo mai più».
Una pubblica gogna, un immediato processo popolare di stampo maoista solo perché, per un senso di umanità, ha parlato di quelle vittime che evidentemente hanno il solo torto di non essere palestinesi.
Ma poi: di non dire cosa? si è chiesto polemicamente Massimo Gramellini sul Corriere della Sera, «che tutte le vite in gioco sono uguali?».
Non l’unico a rimanere basito.
benedetta scuderi
GRETA THUNBERG - FLOTILLA GLOBAL SUMUD
ARTURO SCOTTO SULLA FLOTILLA
DIRETTA DALLA FLOTILLA
l equipaggio della nave alma - flotilla global sumud
flotilla navigazione
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